Mi sveglio di soprassalto, un'altro incubo.
Mi alzo dal letto e vado velocemente a lavarmi il viso per poi dare una veloce spazzolata ai denti.
Prendo il cellulare e vedo che sono le 7:21, non farò tardi a scuola.
Sblocco lo schermo e leggo il messaggio che mi è arrivato.
Da: Gaia.
Vale, tu avverti Giudy... Ho appena saputo che oggi c'è sciopero. Alle 9 al Black?
A: Gaia.
Facciamo alle 8?
Da: Gaia.
Marta ancora si è svegliata.
A: Gaia.
Come lo sai?
Da: Gaia.
L'ho chiamata e non mi risponde.
A: Gaia.
Un classico. :)
Da: Gaia.
Ahahah si, a dopo.
A: Gaia.
A dopo.
Indosso una maglietta a maniche corte nera con i pois bianchi, dei semplici jeans stretti blu chiaro e le mie amate converse bianche.
Poi perdo 10 minuti per mettere il mascara, mi piace valorizzare le ciglia e un po' di eye-liner alla fine dell'occhio per renderlo decente.
Prendo una borsa nera abbastanza grande da metterci qualsiasi cosa ed esco di casa salutando mia madre, che a quanto pare è concentrata a pulire le tende della sala.
Busso alla porta di Giuditta, che si trova davanti alla mia, un paio di volte e mi apre.
"Ancora in pigiama?"
"Entra." dice chiudendo la porta.
"Oggi c'è sciopero." dico sedendomi sopra al suo letto disfatto.
"Menomale, non mi si crea di andare a scuola...," mi guarda per qualche secondo e ricomincia a parlare. "che mi metto?"
"Beh, credo che puoi metterti dei pantaloncin-" dico aprendo dei cassetti per trovare qualcosa di interessante."Intendo alla festa." sorride.
"Non hai nulla di decente?"
"Credo proprio di no..." dice sdraiandosi al letto.
"Hai dei calzini con la faccia di una tigre stampata sopra?" chiedo mostrandoglieli.
"Ahahah si!" dice e comincia a ridacchiare.
"Indossali che ci devo fare una foto!"
"Nessuno mi ha mai chiesto una foto dei miei piedi." dice scoppiando letteralmente a ridere.
"Felice di essere la prima!""Vale..." dice facendosi improvvisamente seria."
"Si?"
"Io parto per la Sicilia, lunedì."In quel preciso istante il mondo mi crolla addosso.
"Come parti in Sicilia?" chiedo, spero che sia tutto solo un brutto sogno.
"Mia madre ha trovato lavoro lì..."
"E quando avevi intenzione di dirmelo? Le altre lo sanno?"
"Solo Marta lo sa." dice, capisco che non è mai stata così sincera.
"Giudy..."
"Huh?" alza le sopracciglia.
"Ti voglio bene." dico avvolgendola in un grande abbraccio.
"Anch'io."ALE'S POV
Mi ritrovo sdraiata su un letto, bianco in una stanza completamente bianca.
Sento il rumore dell'elettrocardiogramma e l'odore dell'ospedale.
Mi guardo un po' intorno e non caspisco che diavolo ci faccio qui.
Un'infermiera entra e mi sorride.
"Buongiorno, mi chiamo Anna e se ti serve qualcosa, sono io ad occuparmi di te." mi dice e si siede ad una sedia accanto al mio letto.
"Che ci faccio qui?"
"Come, non ti ricordi?" mi chiede.
"Perchè è successo qualcosa?"Non ci sto capendo più niente.
"Come ti chiami?"
"Alessandra." rispondo.
"Ok, Alessandra... Sicura che non ricordi niente?"
"Di che cosa stai parlando?" chiedo, mentre mi massaggio le tempie dalla confusione."Ehm, i tuoi sono qui vogliono vedere come stai... Accetti visite?"
"I miei genitori?" chiedo confusa.
"Si..."
"Non ci sto capendo più niente!" urlo.
"Allora, sei stata investita da una macchina... Ma nulla di grave, l'operazione è stata eccellente, tranne per il tuo amico."
"Quale operazione?"
"Beh, vedi... ehm..." si blocca e non capisco perchè non vuole più parlare.
"Non capisco..."
"L'amputazione della tua gamba sinistra."Guardo le gambe e vedo qualcosa di vuoto.
No, non è possibile.
Comincio a piangere ed è inevitabile, spontaneo.
Tutto il letto si bagna con le mie lacrime di dolore.
"Dimmi cosa è successo."
"Non so nemmeno io più di tanto ma, quando l'ambulanza è arrivata ti abbiamo trovato sotto la macchina e vicino a te un ragazzo che hanno sparato, ha sbattuto forte la testa e ora è in coma."I ricordi riaffiorano la mia mente.
Stavo scappando da lui perchè mi aveva ferita, quando sento uno sparo seguito da un'altro e poi un'altro ancora.
Io corro verso la sua direzione per aiutarlo quando una macchina mi investe.
Scusami Kevin.
MARTA'S POV
Mi sveglio sul divano dell'ospedale, ho dormito li la notte insieme ad Alex, Marco, Martin e Luca.
Ci siamo addormentati aspettando notizie di Ale e Kevin.
"Ale, come sta?" mi alzo e mi dirigo verso Alex.
"Pare si sia svegliata."
"Andiamo a farle visita?" chiedo.
"Non vuole ricevere i suoi genitori, magari più tardi..."
"E Kevin?" chiedo preoccupata.
"Non si è svegliato." mi guarda e si sforza a fare un sorriso. "Aggiorna le altre."
"Si."A: Giudy, Vale, Gaia.
Buongiorno, sono all'ospedale Ale e Kevin hanno avuto un incidente, se venite vi spiego.
Da: Vale.
Io e Giuditta stiamo uscendo di casa.
A: Vale.
Ok.
Da: Gaia.
Arrivo.
A: Gaia.
Va bene.
"Alex, i genitori di Kevin?"
"Non sono voluti venire."
"Come è possibile? Loro figlio sta in ospedale e non gli importa nulla?" dico stupita.
"Lo hanno cacciato da casa."
"Questo non significa niente, adesso tu li chiami, infondo hai il cellulare di Kevin."
"Ok, ci provo..." dice cercando sulla rubrica.
"Qui non c'è scritto ne 'mamma' ne 'papà', di parenti c'è solo 'Zia Maria", provo a chiamarla?"
"Che cosa stai aspettando?," chiedo. "Metti il vivavoce!""Pronto, Kevin?" chiede una voce adulta dall'altra parte del telefono.
"Signora Maria, sono Alex un'amico Kevin. Attualmente è in ospedale..."
"Cosa è successo a mio figlio?!" dice allarmandosi."È sua zia o sua madre?" chiedo ad Alex, anche lui molto confuso.
"È stato sparato e ha sbattuto forte la testa, ora è in coma."
"Oh cielo, arrivo subito!" e chiude la chiamata."Sono confusa." dico ad Alex.
"Non dirlo a me..."---
Se non avete niente da fare, potete dare un'occhiata alla prima storia di Valentina_79 una ragazza dolcissima... Il titolo è: "Diario di un'autolesionista.", ma potete tranquillamente trovarla sul suo profilo. Io l'ho letta e mi piace tantissimo, è agli inizi e ha bisogno di voti e commenti, so che merità di più.❤️
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Il Parco Fluviale.
Non-FictionQuel posto era incantevole. Ci stavano ragazzi con lo stereo che ballavano, altri invece facevano cartelloni enormi oppure c'era chi giocava con il pallone a pallavolo. Un parco lungo il fiume, usato come punto d'incontro per molti asolescenti. Un g...