Capitolo 4: The apple doesn't fall far from the tree.

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Capitolo 4: The apple doesn't fall far from the tree.


-A's pov.-

Ero finita letteralmente fra le braccia di quel ragazzo, Zayn, il tipo del bar, e se non fosse stato per i suoi avambracci intrisi di inchiostro nero sarei sicuramente finita con il sedere per terra.
-Non riesci proprio a non cadere fra le mie braccia.-rise e io avvampai, sentendo le guance colorarsi di rosso.-Alex, vero?-
Il cuore mi cedette nel petto: credevo proprio che uno come lui, sempre attorniato da milioni di ragazze con tette e gambe in bella vista non avrebbe mai ricordato il nome dell'idiota che gli aveva rovesciato la birra addosso. Annuii e lui mi tirò su, rimettendomi in verticale.
-Scusami, sono davvero un'imbranata.-soffocai una mezza risata nervosa.
-Una bella ragazza addosso non è mai un problema.-mi fece l'occhiolino poi, probabilmente notando l'imbarazzo sulla mia faccia, aggiunse:-Sto scherzando, Alex.-
-No. Cioè si, lo so che stavi scherzando... È che sono una frana nei rapporti con le persone. Qualsiasi tipo di rapporto.-sbuffai annoiata dalla mia stessa monotonia.-Si, sono noiosa ne sono consapevole.-
-Non sei noiosa, solo non hai un minimo di consapevolezza.-lo guardai senza capire cosa intendesse, ma lui non me lo spiegò.-Studi qui quindi?-
-Si, anche tu?-mormorai scostandomi dagli occhi una ciocca fuggita all'elastico della coda.
-Si.-rise. La sua risata era cristallina e si metteva la lingua fra i denti, cosa che avevo trovato fin da subito adorabile. Rimasi a fissarlo mordendomi inconsciamente il labbro inferiore e lui si ricompose subito, probabilmente imbarazzato da quelle mie occhiate da stalker, così anche io mi diedi un tono.-Ma per fortuna è l'ultimo anno.-
-Per me è il secondo, ma l'anno scorso non avevo abbastanza soldi per questo posto, purtroppo.-
-Ci tenevi davvero tanto a questo posto? Io ci sono venuto solo perché Clary ha tanto insistito.-commentò camminando al mio fianco verso una meta a entrambi sconosciuta. Le sue mani gli ciondolavano lungo i fianchi e di tanto in tanto sfioravano le mie, provocandomi dei brividi totalmente insensati visto il caldo allucinante che faceva.
-Chi è Clary?-chiesi prima di riuscire a reprimere la mia curiosità.
-Mia madre adottiva.-disse lui alzando su di me lo sguardo.-Ma è morta.-
-Io... Mi dispiace Zayn.-mi sentii sprofondare per aver chiesto con tanta innocenza di quella donna.
-Non importa, Alex. Sono abituato a non avere una famiglia ormai.-lo disse quasi ridendo e il cuore mi si strinse. Non avrei mai detto che quel ragazzo così popolare e bello potesse essere solo.-Cazzo! Sai molto più tu di me di quanto non sappiano molti miei amici... E nemmeno ti conosco.-rise amaramente. Non sapendo come commentare, continuai a camminare silenziosamente, lo sguardo basso per evitare il sole ormai alto. Guardai l'orologio e lui dovette interpretare il gesto come un segnale di noia o qualcosa del genere perché, nonostante fossimo nel bel nulla di un campo da golf, si bloccò e si mise le mani nelle tasche posteriori della tuta nera che indossava.
-Devo studiare.-disse puntando gli occhi penetranti nei miei. Quasi mi misi a ridere a quella informazione, ma purtroppo il suo sguardo fisso su di me mi paralizzava totalmente.-Non che mi faccia particolarmente piacere, ma... Sai come funziona questa merda immagino. Magari ci vediamo in giro.-
-Mi farebbe piacere.-commentai senza pensarci e ovviamente arrossii immediatamente. Zayn trattenne gentilmente la risata che vedevo sul punto di scoppiare sul suo viso. Mi sorrise dolcemente, come non credevo fosse capace.
-Sei bella quando arrossisci.-commentò e con un gesto di saluto della mano sparì lasciandomi nel mezzo del prato immenso, sola e senza fiato più di quanto non fossi dopo due ore di jogging.
Quando rientrai nella stanza della confraternita al femminile dove, mio malgrado, alloggiavamo io e Gigi, lei era seduta sul suo letto, immersa in fogli e libri aperti. Era così presa dallo studio che nemmeno si accorse di me, così mi avvicinai di soppiatto e le chiusi di scatto il libro di fisica che aveva sulle ginocchia abbronzate.
-Dio!-imprecò balzando su.-Alex, sei una troia!-esclamò dandomi un buffetto sulla spalla e non me la presi, perché sapevo essere quello il suo modo di insultare le persone a cui teneva. Scoppiai a ridere e lei mi imitò, poi si buttò all'indietro e sospirò coprendosi il viso con le mani.
-Non sono nemmeno le undici e io sto impazzendo! Non posso credere che il test di fisica e meccanica sia dopodomani e io abbia iniziato ora a studiare.-
-Ti aiuterei, ma non ho quel test e non capisco un cavolo di matematica.-
Lei sbuffò e mi guardò rassegnata:-Alex! Ho bisogno di un drink.-si illuminò improvvisamente.
-Quelli di ieri sera dovrebbero bastarti per una settimana, Gigi.-le feci notare ridendo.
-Andiamo al Gardenia sta sera, ti prego.- mi supplicò improvvisando una faccia che avrebbe dovuto commuovermi o qualcosa del genere.
-Puoi scordartelo.-le dissi scuotendo la testa.-Non di nuovo. Il massimo che ti concedo è uno Starbucks dopo cena.-
-Uffa... Va bene, ma mi offri tu il frappuccino.-sbuffò e io annuii, contenta di averla corrotta.

Paradiso all'improvviso.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora