Capitolo 18: It's hard to think about anything but you.

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Capitolo 18: It's hard to think about anything but you.





-Alex!-mi chiamò una voce che mi parve vagamente familiare. Sussultai rischiando di rovesciare il caffelatte che reggevo nella mano destra, se Gigi non l'avesse prontamente bloccato prima che si riversasse completamente sul mio maglioncino blu.
-Grazie...-sussurrai a denti stretti, rivolgendole uno sguardo veloce prima di alzare gli occhi al cielo e poi finalmente rivolgermi nella direzione dalla quale mi avevano chiamata. Nel momento in cui mi voltai, il mio corpo si scontrò con quello della stessa persona che mi aveva salutata.
Fu una frazione di secondo, ma Luke salvò -di nuovo- il mio mal capitato caffelatte e salvò anche me dal cadere rovinosamente all'indietro.

-Buongiorno.-sorrise guardandomi negli occhi. Per la prima volta notai la sfumatura verde delle sue iridi.
-Ehm, ciao...-sorrisi nervosamente io e ovviamente il cappello mi scivolò e lui lo afferrò, rimettendomelo in testa e sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Come se la situazione avesse potuto essere più imbarazzante, notai che metà degli studenti della UCI stavano assistendo alla scena.
Grazie a Dio, Gigi si schiarì la voce e Luke fece un passo indietro. Feci un sospiro di sollievo e cercai di non diventare dello stesso colore del rossetto di Gigi.

-Io sono Gigi, ciao.-
-Luke.-sorrise lui: la cordialità era dipinta sul suo viso perfino alle due del mattino, figurarsi se non lo sarebbe stata nella caffetteria della scuola.
-E' il nostro nuovo professore di scrittura creativa, per la cronaca.-mi osservai le unghie quasi scocciata. Non capivo davvero perché, ma ero nervosa e la situazione mi imbarazzava da morire: io dovevo far finta di non conoscere Luke e mi ero appena umiliata davanti a tutto il campus e non potevo certo lasciare che Gigi si presentasse senza sapere che fosse il nostro professore, e non uno studente.

-Oh, non l'avrei mai detto.-sorrise Gigi. Mi sorrise ammiccando, sapevo esattamente cosa intendeva: ''come lo sai Alex?'' stava pensando con un tono di voce fin troppo malizioso.
-Non c'è problema, quindi segui anche tu il corso di Alex?-
-Si, cioè veramente non so: pensavo di iscrivermi al prossimo semestre, sono molto impegnata al momento.-
-Si, immagino.-sorrise Luke e si girò verso di me.-La lezione inizia fra quindici minuti, vuoi che ti accompagni?-
-Si beh, io me ne sto andando quindi dovresti davvero lasciare che il professor Luke ti accompagni.-rise Gigi spingendomi verso di lui.-Ciao ciao Alex.-
La fulminai con un'occhiataccia che fortunatamente Luke non colse, così come non colse il tono di Gigi.

Luke era estremamente bello e quasi non riuscivo a concentrarmi sul libro che mi stava mostrando, mentre camminavamo lungo il viale che portava alla Langson Library. Indossava una camicia di lino bianca, sbottonata e un paio di jeans che fasciavano il suo corpo scolpito. Continuava a scostarsi i capelli biondo scuro dal viso dai tratti marcati.
C'era una strana attrazione fra noi ed ogni giorno che passammo insieme, facendo quel percorso dalla caffetteria alla biblioteca insieme, cresceva e diventava sempre più forte.

I giorni passavano e i colori delle foglie degli alberi del viale cambiavano come cambiava il nostro rapporto: in meno di due settimane non avevo più visto Zayn, certo il suo amico biondo, Tommy o qualcosa del genere, era ovunque fossi io e la cosa iniziava a inquietarmi, e Luke ed io passavamo interi pomeriggi a leggere in quella biblioteca, in quei parchi dai colori caldi e avvolgenti. L'autunno californiano era così diverso dal freddo pungente a cui ero abituata in Minnesota, e l'attenzione che mi dava Luke mi stava aiutando molto. Non avevo pensato ai miei problemi da quando li avevo urlati in faccia a Zayn e, anche se non sapevo esattamente cosa fosse quello che avevo con Luke, era la cosa più vicina ad una relazione che avessi mai avuto. Trascorrevamo un sacco di tempo insieme e gli volevo bene, la cosa mi spaventava abbastanza perché non era esattamente il rapporto professionale che avremmo dovuto avere. Stavo iniziando a farmi le paranoie sul fatto che non avessi paranoie.

Paradiso all'improvviso.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora