Capitolo 12: What are you waiting for?

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Capitolo 12: What are you waiting for?

-Vieni, ho un posto che voglio farti vedere.-disse all'improvviso smettendo di parlare del football e di quanto odiasse qualsiasi sport all'infuori dello skateboard.
-Che?-scossi la testa risvegliandomi dal mio stato di trance. Ammetto di non aver ascoltato minimamente il suo sfogo nei confronti delle regole imposte dal campus sul frequentare qualche corso sportivo: ero così concentrata sul suo viso. Amavo il modo in cui aggrottava le sopracciglia quando qualcosa non gli piaceva, le sue labbra che si arricciavano se veniva contraddetto.
-Alzati dai, andiamo piccolina.-sorrise tirandomi su. Il contatto fra la sua mano e la mia mi mise i brividi e lo seguii senza chiedere altro.
Quasi correva e la cosa mi stupiva talmente tanto che ridevo: ridevo! Erano secoli che non lo facevo così liberatoriamente, per così poco. Salimmo nell'auto e lui mise in moto prima ancora che potessi chiudere la portiera, non smisi di ridere e nemmeno lui. Probabilmente, se ci avessero trovati in quelle condizioni, ci avrebbero messi dentro per guida in stato di ebrezza senza nemmeno farci il test.
Sospirai e mi appoggiai allo schienale del sedile in pelle nera. Chiusi pigramente le palpebre, godendomi il vento che mi scompigliava i capelli.
-Dove stiamo andando?-chiesi senza aprire gli occhi.
-Non te lo dico, lo sai che non cederò.-rise con una risata graffiata, che mi fece tornare quell'indefinibile calore al basso ventre.
-Non è giusto.-misi il broncio e aprii gli occhi per vederlo. Eravamo così vicini che mi riusciva difficile concentrarmi per non aggrapparmi al suo braccio. Mi convinsi a non farlo ragionando sul fatto che probabilmente, se lo avessi davvero abbracciato, saremmo finiti nello strapiombo alla nostra sinistra. Mi spinsi in avanti e accesi la radio, avverti Zayn sobbalzare, non che non sapessi in che modo possessivo teneva a quell'auto, per il mio gesto ma non me ne curai e alzai il volume. La stazione stava passando ''Love me like you do'', decisamente una delle canzoni che avevo cantato di più sotto la doccia negli ultimi mesi.
Non so esattamente perché ma non provai la minima esitazione nel farlo anche in quel momento, cantando appunto a squarciagola sulla voce di Ellie Goulding.
Alzai le mani in aria, sentendomi all'improvviso un po' meno la ragazzina dal passato tormentato e l'aria depressa e un po' più la protagonista di un film con Zac Efron.
-Sei bella quando ti lasci andare, sai?-disse Zayn, convinto probabilmente che non lo sentissi.
-Che cosa?-mi girai invece verso di lui. Non ero sicura di aver capito bene e una parte di me sperava disperatamente di si. Per quale diavolo di motivo mi ero innamorata di quel ragazzo non lo avrei mai saputo.
-Nulla.-urlò questa volta.-Siamo quasi arrivati.-
Svoltò a sinistra, scendendo per una discesa nemmeno troppo ripida.
Riconobbi subito la sabbia bianca, gli scogli poco distanti dalla riva, le onde cristalline con quel loro rumore rassicurante. Sapevo di essere stata lì in precedenza, ma i colori brillanti di quell'angolo di spiaggia più simile al paradiso che alla California del sud, non mi erano familiari.
-Perché mi sembra di essere già stata qui?-gli chiesi osservando incantata le imponenti pareti di roccia bianca dall'altro lato.
-Effettivamente ci siamo venuti un paio di volte...-
-Vuoi dire che...?-dissi senza il coraggio di chiedere davvero se fosse la spiaggia dove mi aveva portata la prima sera che avevo capito di amarlo perdutamente. Lui annuì e poco dopo fermò l'auto. Non c'erano piante, alberi, palme o altro quindi l'unica ombra disponibile in quella lingua di sabbia era quella delle altissime scogliere che la proteggevano.
Zayn tirò fuori dal bagagliaio dell'auto l'immancabile telo da mare e lo stese in terra, si sfilò la maglietta bianca ed io rimasi senza fiato. Non era la prima volta che lo vedevo a petto nudo ma era la prima volta che lo facevo intenzionalmente, o quasi. La sua pelle ambrata brillava sotto la luce calda del sole che stava per tramontare dietro l'orizzonte e i disegni neri che adornavano il suo fisico risplendevano più che mai.
-Beh, cosa stai aspettando?-chiese con gli occhi che luccicavano.
-Eh?-domandando sperando di non avere la bava alla bocca. Zayn rise e si alzò dall'asciugamano.
-Vogliamo fare un bagno?-
-Ma non ho nemmeno il costume.-
-Male... Che razza di californiana non gira col bikini anche a dicembre?-
-Infatti non sono californiana.-sbuffai incrociando le braccia sotto al seno.
Fece un passo in avanti.
-Giusto, mi ero dimenticato delle tue origini e del tuo piccolo cuore congelato, scusami.-mi tirò a se e quasi svenni per la vicinanza al suo corpo, nudo per altro.-Puoi sempre fartelo nuda il bagno, però!-suggerì.
-Zayn!-strabuzzai gli occhi spingendolo indietro. Neanche a dirlo lui mi afferrò il braccio e io sussultai, ma non per il contatto quanto per le sue labbra a due centimetri dalle mie.
-Scherzavo.-sussurrò facendomi venire i brividi.-E dai, vivi un po' Alex.-sorrise e mi morsi la lingua per evitare di coprire quelle labbra con le mie.
Quello che aveva appena detto però, mi fece cambiare totalmente idea: non so se avesse scelto quelle parole essendosi ricordato della mia patetica richiesta di qualche tempo prima, ma decisi di volerlo fare.
-Va bene, lo faccio.-
-Cosa?-
-Non darmi il tempo di cambiare idea, ti prego.-risi abbassando lo sguardo.
-Okay, okay capo. Cambiati allora.-sorrise.
-Girati, però.-
-Fai sul serio?-sbuffò alzando gli occhi al cielo ma io annuii seria e lui fece come gli avevo chiesto. Mi sfilai titubante prima le vans, poi gli shorts e la canotta, rimanendo in lingerie davanti alla sua schiena, che mi soffermai ad ammirare incantata.
-Ci metti ancora molto?-grugnì.
-Uhm, no no: ho fatto.-mi affrettai a rispondere. Lui si girò.
Gli occhi con i quali osservò il mio corpo mi attraversarono da parte a parte. Potevo sentire i brividi scivolarmi sulla pelle seguendo il suo sguardo, mi guardava come fossi un'opera d'arte, in un tempo che mi parve infinito ma che probabilmente durò pochi istanti. Mi morsi il labbro dall'ansia e lui accennò un sorriso storto, prima di aprirsi il bottone dei jeans neri.
-Che... che fai?-balbettai odiando la mia voce nel momento stesso in cui mi uscì di bocca.
-Mi spoglio anche io?-rispose ironicamente. Non poteva capire l'ansia che quei gesti mi creavano. Annuii, non sapendo cosa fare e sentendomi tremendamente inadeguata nella mia semplice biancheria rosa.
-Vogliamo andare?-mi porse la mano e io ci abbandonai la mia come una bambina.
Lo seguii cercando di concentrarmi sulle orme dei miei piedi nella sabbia umida e non su quello che stavamo per fare e, prima che me ne rendessi conto, lui entrò in acqua. Le onde gli bagnavano le ginocchia e il bordo dei boxer neri. Se ne stava davanti a me, mi guardava con quegli occhi ardenti e non sorrideva: mai mi ero sentita così in imbarazzo.
-Vieni qui.-sussurrò così piano che pensai di averlo immaginato.
Feci qualche passo avanti e mi ritrovai ben presto l'acqua alle cosce. Zayn dovette percepire la mia ansia perché mi prese la mano, intrecciando le sue dita con le mie.
-Andiamo di qua. Seguimi.-sorrise iniziando a girare intorno ad un enorme scoglio. Dietro a quest'ultimo l'acqua si fece improvvisamente più profonda, ma anche più calda e piacevole, ed io reagii alla sorpresa stringendo di più la mano di Zayn.
-Hai paura?-chiese lui. Scossi la testa.-Vieni di qui allora.-
Lasciò la mia mano per spostare più facilmente l'acqua e mi sentii terrorizzata.
-Non mi lasciare, per favore.-le parole mi uscirono di bocca prima che l'imbarazzo potesse bloccarle. Girò la testa e mi sorrise.
-Va bene.-disse poi e non sembrò per niente divertito dalla mia pateticità.-Dobbiamo salire qua sopra.-disse accennando all'enorme macigno. Strabuzzai gli occhi.
-Coraggio, ti piacerà.-indietreggiai istintivamente e lui si avvicinò di risposta.-Ci sono qui io, Alex: non ti succederà niente di male. Te lo prometto.-
Annuii cercando di respirare più pronfondamente.
-Sali prima tu, così sarò dietro di te per prenderti.-quella frase mi fece pensare all'eventualità che cadessi da quel masso di dimensioni smisurate e cercai di cacciare immediatamente quell'immagine dalla mia testa. Lo superai e lui non smise di tenermi per i fianchi. Creò l'appoggio per il mio piede con le mani unite a conca, mi diede la spinta e, una volta che mi fui aggrappata allo scoglio, spostò di nuovo le mani sul mio corpo. Mi aiutò a salire e, terrorizzata dall'idea di cadere com'ero, non ebbi tempo di far caso alla pelle d'oca che avevo a causa delle sue mani sulle mie gambe. Salì anche lui e mi prese la mano senza mollarla finchè fummo sulla parte più alta.
-Non è magnifico?-disse portandosi le mani sui fianchi. Avrei voluto rispondere che lo era più lui, ma ammisi la bellezza incontaminata di quella vista.
-Sembra...-iniziai a dire ma lui mi interruppe.
-Il paradiso, lo so.-mi sorrise e repressi l'istinto di mordere le sue labbra.
Sembrava davvero il paradiso, così, all'improvviso.
-E' così lontano da tutto quello schifo. Dal male e dal buio della mia vita.-dissi senza rendermi conto di non averlo solo pensato.
-Lo so, ti ho portata qui per questo.-abbassò lo sguardo e mi tese la mano.
-Cos'hai in mente, Zayn Malik?-ridacchiai afferrandola.
-Saltiamo.-disse iniziando a prendere lo slancio.
-Cosa?!-strillai.-Non se ne parla proprio.-
-Alex, fidati di me.-
Scossi la testa cercando di regolarizzare il mio respiro. Il cuore mi batteva tanto velocemente che quasi non sentivo più. Non sarei saltata da un fottuto scoglio alto almeno cinque o sei metri, se non di più.
-Non permetterò che ti succeda niente di male Alex.-mi guardò negli occhi e tutto scomparve. Il mare sconfinato sotto di noi, il sole che tramontava dietro il suo corpo, la roccia sotto i piedi, i brividi sulla mia pelle.
-Giuralo.-avevo le lacrime agli occhi. Si avvicinò al mio viso e istintivamente chiusi gli occhi, ma lui mi baciò la fronte.
-Te l'ho promesso, piccola.-mi disse allontanandosi di nuovo. Intrecciai meglio le dita alle sue, feci un grande respiro e lo guardai.
-Voglio che urli.-
-Perché?-
-Perché vuoi vivere e questo è il modo migliore di farlo.-sorrise ed un momento dopo non sentii più niente sotto ai piedi.

L'acqua era ovunque attorno a me. L'unica parte del mio corpo a non esserne circondata era il palmo della mano, pressato contro quello di Zayn. Spuntammo entrambi fuori dalle onde quiete ridendo come pazzi.
Ero viva e già solo quello era motivo di infinita felicità.
-Sono ancora qua! Non posso crederci!-mi sarei coperta la bocca per quanto stavo ridendo se non fossi stata impegnata a tenermi a galla.
-E hai fottutamente urlato ''fanculo!''! Non ci credo nemmeno io.-rise a sua volta Zayn. Gli feci la linguaccia e lui spostò entrambi i nostri corpi contro lo scoglio.
Appena lui poggiò i piedi su una sporgenza smisi di sforzarmi di tenermi a galla e mi aggrappai al suo corpo con le gambe e con le braccia. Avevo le dita sul suo collo, le gambe strette attorno al suo bacino e il petto contro il suo. Gli scostai con una mano i capelli dagli occhi e abbassai i miei sul suo viso, all'altezza del mio seno.
Mi mancava il respiro nonostante il mio cuore pompasse a una velocità spaventosa.
Zayn deglutì, schiudendo le labbra e mi ritrovai a pregare con gli occhi chiusi che le premesse sulle mie.

To be continued...

N/A: Ragazze, mi scuso per il ritardo ma è iniziata la scuola e mi ha subito impegnata tantissimo. Questo capitolo, se non si fosse capito, fa ancora parte del flashback iniziato nell'undicesimo. Spero vi sia piaciuto perché io ne sono innamorata! Prometto di aggiornare davvero velocemente: appena raggiungiamo di nuovo 11 voti e 5 commenti. Baci a tutte e buona settimana xx

Paradiso all'improvviso.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora