Capitolo 6: You drive me crazy.

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Capitolo 6: You drive me crazy.

-Z's pov.-

-Ehi, ti dispiace se vengo nella tua macchina invece di andare con quella di Zayn? Vorrei chiederti un paio di cose a proposito della mia.-esordì Harry appena tornammo di sotto dopo esserci infilati qualche vestito pulito.
-Uhm si, va bene.-acconsentì Louis. Il ragazzo mi sembrava forte, nonostante fosse un po' nervoso.-Sali pure.-aggiunse.
Harry salì al posto del passeggero e subito notammo che il sedile della Transam di Louis doveva stare troppo indietro per permettere alle due ragazze di stare nel piccolo spazio dei sedili posteriori.
-Merda.-sibilò Louis appoggiandosi le mani sulle anche.
-Possono venire nella mia.-azzardai pentendomi nello stesso momento in cui proposi al fondoschiena di Alex di appoggiarsi alla pelle nera dei sedili della mia Corvette.-In realtà c'è un solo posto.-ritrattai.
-Un posto nella nostra c'è.-aggiunse Louis. Non avevo alcuna intenzione di lasciare Alex in quella Pontiac e sorbirmi la stronzetta bionda. Oltretutto dopo il nostro passato, di cui tutti erano all'oscuro, non avevamo proprio un bel rapporto.
-Non me la sento di andare con Malik.-sibilò acida lei. Ecco, almeno su questo eravamo d'accordo.
-Allora vai tu Alex?-propose Louis. Vidi il suo bel viso assumere un'espressione a metà fra lo stupito e il terrorizzato.
-Non ti mangio.-risi guardando i suoi occhi fissarmi terrorizzati: supponevo che avesse paura della velocità a cui di solito andavamo io e i ragazzi, ma eravamo dentro un campus e non potevo certo scaricarla con un testacoda.
Avrei voluto essere meno crudo, ma non potevo mostrare il mio lato più umano proprio nel cortile della mia confraternita.-Porta il culo sul sedile, Alex.-le dissi mentre mi superava. Lei mi guardò con un'occhiata confusa, quasi irritata.
La macchina era piuttosto bassa, quindi mi godetti lo spettacolo del suo corpo piegarsi di parecchi gradi e, infilato solo in un bikini nero e bianco, infilarsi nell'abitacolo. Salii anche io e solo allora abbassai la capotte rendendo molto più ampio lo spazio nell'auto e beccandomi un'altra occhiataccia.
-Faccio strada.-mi disse Louis prima di montare alla guida del bolide. Annuii e mi voltai verso la ragazza al mio fianco. Difficilmente ne facevo salire una sulla mia bambola, anzi, Alex era forse la prima.
-Come stai?-le chiesi alla fine.
-Cosa c'è stato fra te e Gigi?-la guardai sbigottito. Come diavolo lo sapeva?
-Niente?-alzai un sopracciglio.
-Ti odia.-mi ricordò ed io scoppiai a ridere. Lei mi guardò seria, senza accennare nemmeno un sorriso.-Sono seria.-aggiunse come se non fosse evidente dalle sue labbra carnose contratte in una smorfia altezzosa.
-Niente, davvero.-
-Okay.-sbuffò e si girò dall'altra parte, inchiodando i suoi occhi castani sulla strada rovente. Louis mise la freccia e capii che eravamo quasi arrivati alla casa delle ragazze, probabilmente la più grande confraternita tutta al femminile del campus.
-Alex?-chiesi spezzando l'imbarazzante silenzio che era calato fra noi. Mi guardò con gli occhi lucidi.
-Non capisco perché io faccia sempre tante figure di merda quando sei nei paraggi.-
-Due giorni fa nemmeno ci conoscevamo!-risi.-Sembri un tipo che si prende molto sul serio.-
-Forse perché sono l'unica ad averlo mai fatto.-confessò con una punta di tristezza nella voce bassa.-Sono noiosa, lo so.-
-È la seconda volta che me lo dici.-le feci notare e lei si strinse nelle spalle. Louis accostò.-Non lo sei, Alex.-
-Allora perché non ho nessuno?-chiese. La guardai senza rispondere e lei scese dall'auto. Si piegò verso il sedile, offrendomi la vista del suo seno compresso nel reggiseno del bikini, e prese la borsa.
-Alex.-la richiamai mentre andava via.-Quando hai voglia di cadermi addosso, sai dove sono.-suonava davvero una pessima battuta, ma lei sorrise.
-Fra i piedi.-aggiunse e sparì seguita dalla bionda.
La cena con Louis fu uno scasso. Davvero, andammo vicini alla sbronza, Louis e Harry si sfidarono in un'abbuffata di polpettine e alla fine ne mangiarono così tante che ci offrirono la cena. Uscimmo a fumare e scoprii che Louis ed io compravamo la stessa marca di sigarette. Verso le undici ci spostammo in un pub e, mentre Louis e Harry si facevano un'altro paio di birre, rimorchiai una ragazza con i capelli rossi e non oppose resistenza quando le infilai la lingua in bocca. Le cose si fecero tutt'altro che delicate e nessuno dei due si fece problemi a superare di molto i palpeggiamenti. C'era qualcosa in quella ragazza che mi ricordava molto Alex, mio malgrado, ma mi convinsi che non fosse per quello che avevo le mani nella sua minigonna di latrice nero.
-Andiamo nella tua auto.-ansimò contro il mio collo. Quella frase bastò a farmi smaltire in una manciata di secondi la sbronza: la guardai bene e mi resi conto che non la volevo assolutamente nella mia macchina. Ricordava Alex giusto per le sfumature dei capelli, ma i suoi erano rovinati da anni di tinte, mentre quelli di Alex erano soffici, luminosi. Alex era bella anche struccata, con i capelli impiastricciati dalla salsedine e in tenuta da jogging, quella ragazza, di cui non sapevo nemmeno il nome, aveva bisogno di chili di trucco e vestiti succinti per sembrare bella e comunque la sua bellezza era artificiale e statica.
-Devo andare.-arretrai il più velocemente possibile, quasi spaventato.
-Cosa?-arricciò le labbra rosse, l'espressione di un leone a cui avevano negato di rincorrere la sua gazzella.
-Ciao.-mi degnai di dirle andandomene senza far caso ai suoi insulti.
Non salutai nemmeno Louis e Harry, mi limitai a mandare un messaggio di scuse a quest'ultimo, poi montai sulla mia auto e la scatenai verso il campus. Fanculo, dovevo parlare a quella ragazza e sapere perché per la prima volta nella mia intera vita non avevo semplicemente voglia di sbattermela, ma anche che mi lasciasse immergere nella sua vita. L'avevo vista davvero poche volte, ma molto vicine fra loro e ogni volta che i miei occhi avevano catturato il suo sguardo timido mi ero chiesto cosa celasse realmente. Sembrava sempre che avesse qualcosa che solo lei sapeva e che chiudesse fuori il mondo nella speranza che non lo capisse: era così diversa dalla maggioranza delle ragazze che voleva sempre mostrare tutto ciò che aveva ma in realtà era vuota e noiosa. Eppure lei era convinta di essere noiosa, quando chiaramente era invece interessante più di ogni ragazza che mi si fosse avvicinata con uno di quegli sguardi da "strappami le mutandine con i denti". Arrivai davanti alla confraternita femminile dove alloggiavano Alex e Gigi e scesi dall'auto. Stavo per irrompere all'interno della casa quando mi accorsi che così avrei avuto gli occhi di una trentina di ragazze che probabilmente stavano giocando alla lotta con cuscini, indossando solo slip e reggiseno, puntati addosso. Mi fermai bruscamente e le suole delle vans nere stridettero sul selciato del vialetto. Una ragazza mi vide ed io pregai con tutto me stesso che non mi riconoscesse, non avendo la minima voglia di spiegare cosa ci facessi intorno alle due di notte, nascosto fra i cespugli di una casa tutta al femminile.
-Ehi!-sibilò. Merda! Mi tirai su il cappuccio facendo dietro front il più velocemente possibile, ma lei si avvicinò ad altrettanta velocità. Non sapevo nemmeno chi diavolo fosse, ma era impossibile che non mi riconoscesse e ne sarebbe andata della mia reputazione se fossi stato beccato come un ladro, o peggio un maniaco sessuale, in quel posto.
-Ehi, dico a te.-insistette e mi raggiunse. Fui tentato dallo strattonarla e farla cadere, ma pensai che, per quanto rompipalle fosse, era pur sempre una donna, ed io avevo i miei valori: potevo anche essermi sbattuto più di un centinaio di tipe ogni estate da quando avevo quindici anni, ma non avevo mai alzato le mani su una ragazza e mai lo avrei fatto. Era una delle poche cose che mio padre mi era riuscito a trasmettere prima di essere... Beh, spazzato via dalla mia vita.
-Zayn.-sbuffò la ragazza. Ecco, mi aveva riconosciuto. Sospirai e mi fermai, tanto ormai ero stato scoperto.
-Dannazione, guardami.-ripetè dopo che la prima volta che me lo impose la ignorai. Aveva alzato di un paio di toni la voce e ci trovavo finalmente qualcosa di familiare. Quando abbassai il cappuccio della felpa grigia l'immagine che mi si parò davanti fu quella del viso crucciato di Alex, la cui bocca era arricciata in una smorfia seccata e gli occhi caldi mi scrutavano penetrandomi nella pelle.
-Alex?!-la guardai sbigottito.
-Shh!-fece lei buttando una delle mani sulla mia bocca.-Che diavolo urli?-si guardò attorno preoccupata che qualcuno potesse assistere al nostro bizzarro incontro. Io nemmeno sentii la sua voce delicata scagliarsi contro di me, concentrato com'ero da quel breve contatto che c'era stato fra le sue dita e le mie labbra.
-Ma mi stai a sentire o cosa?-battè le palpebre due volte e si portò le mani sui fianchi lasciati appena scoperti dalla maglietta bianca che indossava.
-Eh?-feci ritornando alla realtà.-Scusami, che hai detto?-
Scosse la testa accennando un sorriso divertito e, nonostante fosse probabilmente dovuto al fatto che ero davvero un coglione, fui felice di esserne la causa.
-Che diamine fai in giro a quest'ora?-le chiesi invece di insistere su cosa mi fossi perso.
-Non pensi che dovrei chiedertelo io? Dopotutto eri nel nostro giardino.-
Touché. Ma non mi andava di dirle che, come una sorta di stalker maniaco avevo intenzione di parlare con lei nel cuore della notte perché una ragazza aveva tentato di farmi abbassare i suoi slip e io non ero riuscito a evitare di pensare a lei.
Mi limitai a stringermi nelle spalle.
-Ho capito...-sospirò. La guardai pregando che lei non sapesse leggere il pensiero perché proprio non capivo come facesse a sapere perché mi trovavo nel suo territorio.
-Sai le ragazze mi hanno detto di te. Delle tue conquiste...-aggiunse abbassando la voce come imbarazzata.
-Che cosa c'entra questo?-inarcai un sopracciglio e mi trastullai nervosamente l'anellino al labbro.
-Probabilmente avevi voglia di ripetere l'esperienza con una di loro: nessuna ha negato di essere finita nel tuo letto. Non una.-puntualizzò e il suo sguardo mi mise a disagio. Stavo per ribattere ma lei rincarò la dose.-È una cosa piuttosto disgustosa.-
-Non me ne scopo nessuna due volte.-risposi acidamente.-Non sono uno che concede una seconda chance.-
-Nemmeno in amore?-chiese incrociando le braccia sul petto. Mi sforzai di non fissarle il seno ma l'occhio cadde, anche se lei fortunatamente non sembrò accorgersene.
-Amore.-risi amaramente.-L'amore non esiste, Alex.-
-Sei un bambino.-sbuffò e mi diede le spalle, e involontariamente anche il sedere, tornando sui suoi passi. Merda, la stavo lasciando andare dopo che avevo rischiato la mia reputazione andandola a cercare in una confraternita femminile?
-Ehi Alex, aspetta.-la strattonai dal braccio. Lei si liberò subito dalla mia presa, facendo un balzo di qualche metro indietro.
-Non farlo mai più.-sibilò e i suoi occhi si strinsero come trafitti dal dolore.
-Che?-biasciai senza capire. Cosa non dovevo fare? Perché sembrava le avessi squarciato la pelle? Perché era scivolata via con tanta velocità?
-Toccarmi senza il mio permesso.-
-Sei fuori di testa?-esclamai guardandola con gli occhi sgranati. Le avevo poggiato le dita sul braccio, non sul sedere.
-No!-urlò quasi e giurai fosse sul punto di mettersi a piangere come una bambina a cui avevano buttato via il pupazzetto del cuore.
Ma che diamine...
-Tu sei pazza.-sussurrai.
-Vattene.-la sua voce fu per la prima volta dura. Una voce che non ammetteva repliche.
-Non vado da nessuna parte.-risposi invece.
-Allora me ne vado io. Non sono certo pazza, e tu non mi conosci: non hai diritto nemmeno di pensarlo. Sono pazza perché ancora non sono andata a letto con te? Perché non voglio che le tue mani sporche tocchino il mio corpo? Allora cosa facevi qui fuori alle due di notte? Perché diavolo non vuoi dirmi che ti sei scopato Gigi? Hai paura che dopo aver saputo che te la sei fatta non te la darò più? Tranquillo perché non te la darò in ogni caso!-urlò furiosa e sinceramente non capii quel suo scatto.
Non le avevo mai parlato del fatto che trovassi il suo corpo maledettamente attraente. Non mi ero scopato la sua amica e non avevo messo le mani addosso a lei, perciò davvero non capivo quello sfogo. La guardai incapace di fare qualsiasi cosa, quasi spaventato dal dolore sul suo viso.
-Alex...-sussurrai. In quel momento notai che molte luci iniziarono a illuminare la facciata della confraternita.
-Vattene.-rispose solo, lo sguardo basso e le mani ad asciugare le lacrime. In un altra occasione probabilmente l'avrei sputtanata lì, le avrei urlato qualcosa e fatta sentire uno schifo, ma per qualche motivo lessi quelle sensazioni già nei suoi occhi e evitai.
-Come vuoi tu.-mi limitai a dire con i denti serrati.-E comunque, per quanto tu sia bella, non avevo intenzione di stuprarti o qualcosa del genere. Hai fatto tutto da sola, ero venuto a parlarti perché mi sei sembrata sola e sapevo che non stavi passando questa notte con nessuno. Ero venuto perché sei diversa da tutte quelle che mi interessano e non avevo certo intenzione di trasformarti in una di loro.-
-Stai solo ammettendo che sono noiosa.-la sentii ribattere quando salii in macchina, ma decisi che non avevo voglia di scalfire ulteriormente il mio orgoglio. Le avrei lasciato la convinzione di essere noiosa, anche se piuttosto era semplicemente fuori di testa.

To be continued...


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