capitolo 14~lui sa~

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Urlo-esci dalla mia mente!-
Federico mi guarda stupito- ci è riuscito, no, no,no...-
Ritorno alla realtà- chi? Cosa? Cosa sta succedendo?-
Il ragazzo si siede sul bordo del letto- è riuscito a collegare una parte della tua mente con la sua, non è riuscito ad ucciderti, inizierá con una tortura psicologica, lui le adora-
-ma se è riuscito ad entrare nel bagno, potrebbe entrare qui quando vuole?-
- mentre tu ti cambiavi abbiamo scoperto di si e alzato una barriera protettiva ma ci proteggerá dai suoi attacchi, non proteggerá la tua mente dalla sua voce-
Mi siedo ance io con la testa tra le mani.
Federico sospira- dovremmo riuscire a superare tutte le nostre paure, compresa quella di Marcus, per sconfiggerlo secondo me. Bisognerebbe partire da questo-
Lo osservo- la paura esiste per preservare l'essere umano, avere paura non significa essere deboli, anche io ho tante paure-
- aspetta, come tu hai tante paure, ne dovrebbe avere anche Marcus-
-si, giusto-
-e tu hai una parte della tua mente collegata alla sua, potresti scoprirle se ti concentri vero?-
-non so, le paure si mascherano molto bene, spesso si arriva ad autoconvincersi di non aver paura-
- Clara, ti prego, se scopri le sue paure, saremo ad un passo dalla vittoria-
- ci proverò-
Lui sorride- sai che ore sono? Sono le 23:15-
- dovremmo andare a dormire-
-si buonanotte-
-notte-
Non mi spoglio nemmeno dalla stanchezza e mi stendo direttamente sotto il sottile lenzuolo del mio letto.
Mi addormento subito ma mi sveglio dopo pochissimo. È tutto buio, sento tante voci provenire dalla camera accanto. Ci sono Federico, Andrea, Samuele e Filippo che dormono e tantissime anime dei defunti intorno a loro. È colpa tua se loro sono morti, non stanno dormendo!
Inizio a semtirmi in colpa come non mai- ferme!- urlo impietrita dalla paura e dai sensi di colpa. Non riesco a muovermi e le anime vanno ad uccidere anche le due ragazze nell'altra stanza. Game over. Sei rimasta sola Clara, non rivedrai la luce del giorno!
Marcus compare accanto a me- vai dai tuoi amici principessina!- mi pugnala all'altezza del cuore e cado a terra.
In quel momento mi sveglio di botto nel mio letto con le lacrime agli occhi. Era un sogno, faceva parte della sua tortura psicologica ne sono sicura. Ma mi sono spaventata davvero.
È mattina e appena alzo la testa dal mio cuscino avverto urla che provengono dalla sala principale. Cerco di distinguere alcune parole lsciala stare! Fermati!. Non può essere una lite tra ragazzi, le urla strazianti di chi ha paura, di chi combatte si iniziano a sentire. Senza pensarci un momento scendo con gli stessi abiti con cui mi ero addormentata, con i capelli arruffati e senza scarpe. Corro, lungo il corridoio ci sono schizzi di sangue. Entro nella sala principale dove la scena che si presenta mi lascia senza fiato: Marcus è riuscito a superare le protezioni, è entrato, tiene sbattuta alla parete Maria Chiara che continua a sanguinare all'altezza del collo. Gli altri cercando di utilizzare le armi che hanno contro di lui ma sembrano non fargli nulla.
Quel sogno...era per distrarmi!
Faccio la prima cosa che mi viene in mente, ascolto il mio istinto- hey Marcus! Non era me che cercavi!-. Lui si gira e Andrea ne approfitta per correre da Maria Chiara, ma Marcus piega il polso della mano libera verso di lui e un'anima di un defunto entra nel suo corpo. Il ragazzo cade a terra iniziando a contorcersi emettendo lamenti strazianti. I suoi occhi diventano bianchi come la neve e anche la sua pelle si fa sempre più chiara. Inizia a muoversi sempre di meno fino a che non resta fermo, immobile sul pavimento gelido. Il suo petto non di muove più, ha smesso di respirare. È morto, si vede. Nessuno osa muoversi verso di lui. Maria Chiara scoppia a piangere, le sue lacrime si mischiano al sangue che continua a fuoriuscire dal suo collo. Non capisco, se può uccidere così facilmente ed è così potente, prchè non uccide me e basta? È me che cerca. È una tortura psicologica. Ricordo ciò che mi aveva detto Federico.
La rabbia inizia a essere sempre di più, è come una tempesta che si crea dentro di me, è sempre più impetuosa, più forte. L'unica cosa che voglio ora è vederlo soffrire. Non può uccidere così le persone, non può prendersela con loro se è me che vuole. Corro verso di lui iniziando a creare tra le mie mani un'onda d'acqua. Aspetto che diventi grande e poi gliela scaglio contro. Lui perde la presa di Maria Chiara e la ragazza si trascina fino all'angolo dove ci sono gli altri in stato di shock. Probabilmente non hanno mai visto un' uccisione. Probabilmente ora che sanno che le loro armi non lo distraggono nemmeno si sentono fragili. Continuo a creare onde lanciandolo verso Marcus, ma le schiva quasi tutte. Inizia a roteare il polso in senso antiorario creando un...un..una specie di fulmine nero. Lo scaglia verso di me. Creo uno scudo d'acqua ma il suo "fulmine" lo trapassa e mi colpisce alla testa. Non vedo più nulla sento solo le urla di Maria Chiara. Non lo vedo ma so che la stá uccidendo. Non riesco a muovermi, non posso salvarla. Le urla cessano e iniziano i passi, passi che corrono verso di me ma avverto uno spostamento d'aria, come qualcuno che si sia messo davanti a me. Cerco di muovermi, di alzarmi e scappare. Cerco di vedere qualcosa ma non riesco a fare nulla di tutto ciò. È se fossi morta anche io? Se fosse questo quello che accade appena si muore?
Non ne ho la minima idea. Qualcuno mi prende in braccio, ma le sue braccia sono più grandi di quelle di uno dei ragazzi. È orribile non poter fare nulla. Penso che ora siamo usciti dall'appartamento perchè un vento caldo tipico delle stagioni estive investe il mio corpo. Il sole scalda la mia pelle, ma non avverto nessun rumore. Chiunque mi abbia presa in braccio lascia il mio corpo immobile su una sulerficie abbastanza morbida e sento un rumore simile a quello di una porta che si chiude. Avverto una voce accanto al mio orecchio- Principessina ecco l'inizio dell'inferno- poi più nulla. È come se ormai io non possa più avere contatti con il mondo esterno. L'unica cosa che posso fare è aspettare. Aspettare per vedere cosa mi attende. Aspettare e sperare che tutto questo finisca presto. Ma sappiamo tutti che le favole non esistono e qualsiasi cosa stia accadendo, non arriverá nessuno a salvarmi. E pensare che mio padre stava cercando di proteggermi da tutto questo. Se solo fossi stata meno testarda, se solo quel giorno fossi restata a casa. Ora non sarei ad un passo dalla vita e uno dalla morte, il mondo non sarebbe sotto il controllo di Marcus, Andrea e Maria chiara sarebbero vivi. D'un tratto ricordo di avere una parte della mia mente collegata a quella di Marcus. Mi concentro cercando tra i ricordi, quelli che in realtá non sono miei, da li dovrei entrare nella sua mente. Ma non ci riesco, non riesco nemmeno a concentrarmi, non posso fare nulla ora.

i quattro erediDove le storie prendono vita. Scoprilo ora