Capitolo 2 : Amanda

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Davanti alla hall si fermò, con una brusca frenata, un'auto dalla

quale venne praticamente scaraventata fuori una ragazza, che

voltandosi verso la macchina, già lontana, gridò: «Fuck you!».

Avvicinandosi per aiutarla, Becky ritenne subito fosse una

modella: alta, magra, bellissima, indossava un miniabito

luccicante e dei tacchi vertiginosi, ma non era volgare, anzi le

sembrò delicata e fragile.

Chiese alla ragazza come si sentisse e, molto infreddolita,

l'altra rispose che aveva passato giorni migliori. Parlava in

inglese americano e potevano avere all'incirca la stessa età.

Alloggiava anche lei presso l'hotel Iris, ma la pregò di

accompagnarla a bere qualcosa di caldo prima di rientrare;

aveva bisogno di riprendersi scambiando due parole con

qualcuno e voleva ringraziarla per la gentilezza mostrata nei

suoi riguardi.

La compassione di Becky ebbe il sopravvento e insieme si

avviarono verso il piccolo bistrot all'angolo della strada.

Si chiamava Amanda, e faceva davvero la modella, solo per

mantenersi, poiché il lavoro di giornalista freelance non le dava

abbastanza di cui vivere. Trovato un argomento in comune

caro a entrambe, il giornalismo, le ragazze iniziarono a parlare.

Amanda era affascinante, sapeva tantissime cose e conosceva

svariati aneddoti legati a questo mondo.

Non è poi così vulnerabile come mi è apparsa all'inizio, anzi direi

che è un seducente mix di aggressività e incoscienza, la inquadrò

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silenziosamente Becky.

Amanda le raccontò che da tempo stava lavorando a un

articolo su uno scandalo all'ambasciata americana di Parigi.

Appena finito, sarebbe tornata a Washington dal suo contatto,

con prove inconfutabili, e avrebbero deciso il da farsi.

Becky l'ascoltava con attenzione, si guardavano

intensamente negli occhi, bevendo un dolcissimo café au lait.

Amanda viveva in Francia da un anno, ma da poco aveva

dovuto lasciare l'appartamento in cui abitava perché le sue

coinquiline se n'erano andate e, sfruttando l'amicizia con il

proprietario dell'hotel, le era stato permesso di restare lì finché

non avesse trovato un nuovo alloggio o fosse rientrata negli

Stati Uniti. Traboccava di progetti e per tutte le cose che

intendeva fare non le sarebbe bastata una vita intera.

Una sola parola: empatia.

«Cosa è accaduto in quell'auto?», azzardò Becky durante

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