Chapter 4

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Harry's POV

"C'è qualcosa che non va con Adriana?" Mi chiese mia mamma mentre tagliava delle patate e le metteva nel forno.
"Ha solo fatto un brutto sogno prima" borbottai.
Adriana arrivò in cucina. "Potrei avere un bicchiere d'acqua?" Chiese.
"Certo che puoi." Anne sorrise e le passò un bicchiere. Adriana la ringraziò e lo bevette lentamente.
"Quindi non mangi carne rossa vero?" Mia mamma chiese, guardando Adriana.
Io non lo sapevo.
Adriana annuì. Volevo sapere perché stava piangendo e perché fosse triste. Mise il bicchiere nel lavello e si girò, riuscii ad afferrarla per la vita.
"Harry, perché tu ed Adriana non portate su le decorazioni per l'albero di Natale?" Mamma sorrise.
Annuii mentre Adriana si aggrappò al mio braccio mentre io la conducevo fuori dalla cucina camminando verso la cantina.
"Cosa c'è che non va?" Le chiesi cercando l'albero.
"Niente. Il sogno mi ha solo scosso" disse. "Sto bene ora."
Era una cavolata e lo sapevamo entrambi. Non continuai la conversazione e afferrai una scatola piena di decorazioni. La prese nelle sue piccole braccia e io presi l'albero seguendola su per le scale. Posai l'albero per terra.
"Pesa moltissimo" affermò.
Scrollai le spalle. "Mi alleno" dissi, avvicinandomi a lei.
Sorrise ed emise una risatina, spingendomi leggermente. "Non ho mai fatto l'albero di Natale." Ammise. "Di solito passavo il Natale da sola e fin da quando ero una bambina, non mi avevano mai comprato un albero."
Guardò verso il pino che presto sarebbe stato pieno di neve finta e di decorazioni. Vidi mia mamma arrivare e avvolsi le mie braccia intorno alla piccola vita di Adriana. I suoi occhi erano ancora sull'albero. Le baciai la spalla.
"Questo è tutto? Harry corri subito al negozio e compra delle palle rosse e della neve finta." Mia mamma mi disse guardando verso le nostre decorazioni.
Annuii e afferrai la giacca di Adriana. "Vieni piccola." Dissi.
Prese la sua giacca e la infilò, uscimmo. I paparazzi erano lì. Lei coprì gli occhi con le sue mani e si avvicinò a me. Misi la mia mano un paio di centimetri lontano dalla sua faccia aiutandola a ripararsi dai flash. Aprii la porta dell'Audi e lei entrò.
"Scusali." Dissi, accendendo la macchina e infilandomi la cintura di sicurezza.
"È okay. Non puoi controllarli. In più questa è stata la nostra idea." Disse, mente io accendevo il riscaldamento.
"Sto cercando di vincere una causa contro di loro. Ma questo richiederà un po' di tempo." Iniziai, guardando indietro facendo attenzione a non colpire nessuno.
Lei annuì e guardò fuori dal finestrino. "Non ho ancora avuto una chance di vedere Londra." Disse. "È bellissima."
Sorrisi, contento che le piacesse la zona. Non era male. Solo, non volevo avere contatti con lei. Non volevo innamorarmi di qualcuno che mi avrebbe lasciato dopo un anno. E dubitavo fortemente che io le piacessi.
"Louis mi aveva detto qualcosa su di te e il tuo fidanzato." Tamburellai le dita sul volante.
Sorrise, arrossì lievemente mentre guardava verso il basso. "Oh...Colton? Siamo stati insieme per un po'. Non gli andava bene firmare il contratto perché non ci volevamo sposare troppo presto." Spiegò con gli occhi pieni di felicità mentre parlava di lui.
La trattava bene? Ero arrabbiato. Il suono della sua felicità mentre parlava di lui mi rendeva arrabbiato e nervoso. Odiavo il fatto che fosse felice con lui. Strinsi le mie mani attorno al volante.
"Ma non ti preoccupare." Adriana disse portando una ciocca di capelli dietro le orecchie. "Abbiamo rotto." Affermò.
"È stata una stupida litigata e non volevo rovinare tutto con il contratto, sai? Non volevo rovinare la nostra relazione ma non volevo che i paparazzi la scoprissero. Non era così speciale, comunque." Adriana guardò fuori dal finestrino. "Sono proprio una stronza. Ho scelto il mio lavoro al mio ragazzo. Ci credo che non sono mai stata adottata."
Mi morsi il labbro inferiore e riportai le mie mani sul volante. "Hai fatto la cosa giusta. Se avessi voluto davvero avere un futuro con lui, avresti scelto lui e non il contratto."
"La pensi così?" Mi guardò,
Sfruttai il tempo che avevamo al semaforo e la guardai. "Io lo so." Dissi.
Sorrise e si girò per guardare il finestrino. "Quindi cosa fate di solito a Natale? Di solito io mangiavo del gelato guardando le repliche di Friends."
Ridacchiai e mi fermai davanti al negozio. Spensi la macchina e sbloccai le portiere. Scesi dalla macchina e velocemente andai dal lato di Adriana per aprirle la porta. Mi fece un piccolo sorriso.
"Beh non di solito ci sediamo davanti all'albero e beviamo cioccolata calda. A Natale il primo che si sveglia sveglia tutti gli altri. Poi ci sediamo tutti in cerchio e apriamo i regali, facciamo una bella colazione e passiamo la giornata insieme." Sorrisi mentre lei si stringeva intorno al mio braccio.
Iniziai a camminare per la sezione della neve finta. Adriana all'improvviso ansimò. "Non ti ho fatto un regalo, e nemmeno a tua mamma o a tua sorella." Disse.
"Beh, mia sorella è fuori città. Va dalla famiglia del suo fidanzato quindi puoi passare sopra alla cosa. E non ti preoccupare di mia mamma, puoi scrivere il tuo nome sul mio regalo." Dissi.
"Non è lo stesso." Adriana disse. "E tu cosa vuoi?"
"Niente-"
"Dimmelo." Disse con il tono da bambina piccola di fronte alla neve finta.
Con la mia mano sinistra tolsi una piccola ciglia che le era caduta sulla guancia. Mi guardò con una strana faccia e sapevo che non avremmo lasciato questo posto finché non glielo avrei detto. Sospirai e pensai per un secondo, con un sorriso sulla mia faccia per quanto sembrava carina.
"Okay...mi piacerebbe...una...foto firmata da Elvis" dissi.
"Qualcosa di realistico, Harry." Sorrise.
Risi e la sollevai con un braccio mentre con l'altro tenevo la neve finta. Sospirò e mise il broncio.
"Okay, mi piacerebbe un paio di stivali." Alzai le spalle.
Lei ridacchiò. "Sembri una ragazza. Cosa vorrai dopo, una gift card di Starbucks?" Mi prese in giro.
"Sarebbe carino. Magari la puoi mettere negli stivali." Sorrisi.
Rise mentre il suo telefono squillava. Lo tirò fuori dalla tasca posteriore dei suoi pantaloni e guardò lo schermo. Le sue sopracciglia formarono un'espressione contrariata.
"È Sharon. La chiamerò dopo." Mise il suo telefono in silenzioso.
"Rispondi." Dissi.
"No. Non è carino. Sono con te ora" Fece spallucce. "In più sono spaventata di sentire cosa potrebbe essere."
Risi mentre ci avvicinavamo alla casa, Adriana prese la mia mano e mise la sua sulla mia.
"Hai delle mani enormi." Sorrise.
Sogghignai. "Sai cosa dicono di chi ha le mani grandi?" Dissi.
Sembrava confusa quindi mi piegai verso di lei e appoggiai le mie labbra al suo orecchio. Potevo sentire il suo profumo alla vaniglia.
"Un grande... P e n e" sussurrai.
Ansimò e mi spinse leggermente. "Sei disgustoso!" Sibilò.
Risi buttando la testa indietro mentre battevo le mani per la sua reazione. Mi spinse. Morse il suo labbro cercando di trattenere una risata.
"Pervertito!" Disse.
Ridacchiai e pagai la neve finta.
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Quando tornammo a casa mia mamma era in cucina a preparare la tavola.
"Ci è voluto un po'." Mamma sorrise.
"Si Perchè Harry cammina piano e guida come una vecchietta." Adriana sorrise.
"Non è vero!" Dissi.
Adriana alzò gli occhi al cielo superandomi. Camminai verso il salotto e trovai il suo telefono suonare nel guardaroba. Entrai e lo presi. Non era Sharon a chiamare. Il nome era chiaramente Colton, il suo dannato ex.

SPAZIO AUTRICE
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Fake Husband // Harry Styles [italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora