Era una bella giornata di inizio marzo: la primavera era vicina, lo si percepiva dal fresco venticello,dalle gemme che spuntavano sugli alberi, e dagli animaletti che iniziavano ad uscire timidi dalle loro tane dopo il lungo letargo.
La primavera, stagione dove la vita riaffiora, era peró,come era giusto che fosse, anche il momento dell'anno che avrebbe procurato più sostentamento dalla natura e per la natura, e purtroppo, in contrapposizione all'inizio di nuove vite,ci sarebbe stata la fine di altre.Perché quello era il periodo ideale per la caccia.
Gale se ne stava appollaiato contro una roccia, nel fitto bosco del Distretto 2, dove ora si trovava a lavorare. Gli piaceva molto andare in quel luogo, sedersi e riflettere. Quante cose erano cambiate, in appena 3 anni. Fino a poco tempo prima, la foresta in cui cacciava e se ne stava a pensare era quella del Distretto 12, in compagnia di Katniss, la sua migliore amica.
Eppure, era forse la giovane Everdeen solo questo, per lui?Ovviamente no, e Gale lo sapeva. E sapeva di esserne assolutamente certo, quando nel bosco, accanto al lago, le aveva detto:'Ti amo'.
E lei, lei, la sua Katniss,che aveva risposto?
'Lo so'.
E grazie tante, Catnip. Grazie che lo sai.
Con quella parca risposta, Gale aveva capito che tra loro non sarebbe mai potuto nascere nulla. Ma poi, a volte, per via della sua vena masochista, un flebile dubbio si impossessava della sua mente, e ci ripensava.
E se Prim non fosse stata sorteggiata per gli Hunger Games? Se Katniss non si fosse offerta volontaria, se non fosse diventato il volto della ribellione? Se non avesse conosciuto Peeta?
Ora, forse, starebbero ancora assieme, al Distretto 12, a cacciare e a chiacchierare, e forse Katniss, a quel 'Ti amo', avrebbe risposto in altro modo.Già, forse avrebbe risposto: 'Ti amo anch'io'.
Ma non era successo: Katniss era diventata il volto della ribellione, la Ghiandaia Imitatrice, e anche grazie al suo sostegno i ribelli avevano messo fine agli stupidi giochetti e alle ridicole vessazioni dei Capitolini, che li controllavano da ormai 76 anni. Ora non poteva più avere lei, peró aveva la libertà.
Ma ne era felice?
Gale si alzó e scrutó l'orizzonte. Impugnó l'arco, lo stesso utilizzato durante la rivolta, e si incamminó verso la parte più fitta del bosco. La prima volta che vi era entrato se la ricordava ancora perfettamente.
Era da poco arrivato al Distretto 2, ed era sotto la supervisione del comandante Cupbirth, un uomo di mezz' età dalla pelle chiara e qualche capello bianco. Era giunto nel distretto 2 per svolgere un ruolo simile a quello dei Pacificatori, ossia quello di controllare i cittadini, senza peró usare la violenza o le maniere forti tanto amate dai militari di Capitol.
D'istinto,si toccó la schiena.
Aveva ancora i segni della fustigazione pubblica compiuta da Thread, dalla quale era uscito per miracolo grazie alle cure della famiglia Everdeen. Grazie alla mamma di Katniss e a Prim.Sospiró.
Prim.
Quella dolce ragazzina che aveva tutta la vita davanti, ma che era stata uccisa da una delle bombe che sia lui che Beetee avevano progettato.
Si sentiva ogni giorno tremendamente male, a volte piangeva durante la notte, quando nessuno poteva vederlo e tantomeno giudicarlo, consumato da un dolore e da un senso di colpa che non aveva mai provato prima in vita sua.
Lui non ne sapeva niente.
La Coin e i ribelli avevano sganciato quelle bombe su bambini innocenti senza il suo consenso, né tantomeno quello di Beetee, ed era per colpa degli stupidi ordini del presidente del Distretto 13 che tante giovani vite, quel giorno, si erano brutalmente spezzate. Spiegare a parole quali orribili sensazioni avesse provato il ragazzo alla comunicazione della notizia non era possibile. Aveva vissuto una rabbia accecante, che lo aveva portato a desiderare di strangolare quella donna spregevole con le sue stesse mani. Poi, era subentrata l'angoscia, quel peso opprimente che gli schiacciava il petto come se fosse stato un macigno,impedendogli di respirare. Ma non aveva pianto, perché non aveva nemmeno più la forza di fare quello. E quando seppe che la Coin era stata uccisa da Katniss, è terribile da dire, ma ne fu tremendamente felice. Eppure, a volte si chiedeva se l'essere così appagato per la morte di una persona non lo abbassasse allo stesso livello di coloro che avevano sganciato quelle bombe su tante giovani vite, non riuscendo comunque però a trovare una risposta che fosse soddisfacente.
Alla conclusione della rivolta, il giovane Hawthorne era stato trasferito nel Distretto dove ora si ritrovava a rimuginare, e i primi tempi erano stati trascorsi dal ragazzo alla ricerca di un luogo che gli ricordasse almeno un po' la sua casa.
Qualche giorno dopo la venuta di Gale era giunta voce, all'interno del Distretto 2,che diversi profughi stavano cercando di entrare clandestinamente nei distretti e di allontanarsi da Capitol City, poiché oramai questa viveva sul lastrico e possedeva a stento i mezzi necessari per sopravvivere. Per questo, Cupbirth aveva inviato una squadra, di cui faceva parte Gale, a fare un giro di perlustrazione. Così, si erano addentrati per la prima volta nel bosco, e Gale a vederlo era rimasto senza fiato. Era in tutto e per tutto simile alla Foresta del Distretto 12, solo che lì c'erano molte meno Ghiandaie Imitatrici, e al posto del lago di Katniss c'era una bellissima cascata che terminava nel letto di un fiume. Hawthorne era rimasto incantato immediatamente da quel luogo, e aveva deciso che sarebbe stato quello il suo rifugio in terra straniera.
Quando non doveva svolgere dei compiti alla base o non doveva compiere giri di perlustrazione, era nella foresta che si rifugiava, e lì andava a caccia. In quel semplice modo, sembrava riuscire a congelare il tempo: si sentiva ancora ragazzino, quando giocava e cacciava assieme a Katniss, e a fine giornata andavano al Forno e barattavano la selvaggina, con cui Sae la Zozza faceva a volte una buona zuppa, altre immangiabile. Nonostante la povertà in cui viveva, il suo vivere la vita giorno per giorno, il fardello di responsabilità che gravava sulle sue spalle, il dover prendersi cura di sua madre Hazelle e di tutti i suoi fratelli Vick, Rory e Posy, per lui quelli erano i ricordi più belli che avesse, i momenti in cui era stato davvero felice. Avrebbe potuto ricostruire quella felicità, tornare ad essere un ragazzo solare e sfrontato, con il fuoco dentro? Non lo sapeva. Sapeva solo che dopo la rivoluzione quel fuoco incandescente che aveva dentro di sé si era trasformato in una debole fiammella.
Scrutó ancora una volta il paesaggio, poi vide da lontano un paio di grossi uccelli appollaiati su un albero.
I sensi erano all'erta. Prese con delicatezza un paio di frecce dalla sua faretra e le incoccó entrambe. Aveva i nervi tesi, l'adrenalina a mille. Prese meglio la mira, poi le scoccó entrambe, contemporaneamente. Gli uccelli caddero al suolo con un tonfo sordo. Gale sorrise raggiante. Si avvió a prendere i volatili e controlló le trappole che aveva piazzato nella stessa zona qualche ora prima. Il bottino finale era: due uccelli, uno scoiattolo e tre conigli. Davvero niente male, pensó compiaciuto. In seguito, stette un altro po' di tempo a passeggiare nei boschi. Andó al fiume, riempì la sua borraccia d'acqua e si rinfrescó un po'. Poi, con la canotta bagnata e il bottino in un sacco, si stese sul terreno umido, e cullato dalle leggere onde del fiume e accarezzato dai raggi del sole, in breve scivoló in un sonno profondo, con l'ultimo pensiero, come ormai gli capitava continuamente, rivolto alla sua compagna d'infanzia.Si risveglió appena in tempo per poter guardare il tramonto e la debole luce aranciata che filtrava tra le nuvole. Contempló quello spettacolo a lungo, osservando attentamente il contrasto che quei riflessi creavano con il paesaggio, salendo fin oltre le montagne e sfiorandole in maniera delicata, giungendo poi sugli alberi a creare bellissimi contrasti e infine scendendo improvvisamente a specchiarsi nell'acqua cristallina.
Quel momento della giornata era il suo preferito in assoluto, ma era anche quello che gli annunciava che era giunta l'ora di tornare alla base. Si alzó con i muscoli indolenziti e,dopo essersi stiracchiato, si avvió verso la strada del ritorno. L'accampamento in cui Gale abitava era costituito da una serie di case in stile spartano, all'interno delle quali c'era un letto, un bagno, una cassapanca per i vestiti e un tavolo. La prima volta che c'era entrato, Gale aveva trovato quella casa noiosamente triste, forse perché abituato alla compagnia dell' allegra combriccola nel distretto 13 prima della missione,forse perché cercava un pretesto per poter spiegare ciò che provava. Solitamente, non gli piaceva stare troppo nel suo alloggio, infatti preferiva andare a mangiare alla mensa dell'accampamento, per sentirsi meno solo. Era tornato dai boschi, e come sempre, prima di andare a cena, aveva portato il suo bottino di caccia alla cuoca della mensa, Wanda, una signora dall'aria simpatica e amichevole, in modo che potesse cucinarlo o conservarlo per un altro pasto.
Si era andato poi a sedere, poggiando i gomiti sul tavolo e immergendosi nei propri pensieri, fino a che qualcuno non lo aveva chiamato.
'Gale! Come butta, amico?'.
Gale si voltó.
Di fronte a lui c'era un ragazzo dai capelli ramati e gli occhi verdi, più grande di lui di un paio d'anni, con le lentiggini. Si chiamava Mabor. Gale lo aveva conosciuto al campo, e gli era subito sembrato simpatico: avevano gli stessi interessi, parlavano del più e del meno. Quel ragazzo era quanto di più vicino a un amico Gale potesse avere.
'Pronto per domani?' Chiese Mabor, sedendosi accanto all'amico.
Gale venne riportato alla realtà, e a quelle parole annuì con fare convinto: l'indomani ci sarebbero state le selezioni per un corpo scelto di guardie che avrebbe presieduto sul confine tra il Distretto 11 e 12, e Gale avrebbe tanto voluto essere scelto, sia per ritornare nella sua terra, sia per cercare di reincontrare Katniss, (e capire la loro situazione), sia per riabbracciare sua madre Hazelle, Rory, Vick e Posy, che erano tornati a vivere nel Distretto 12. 'Certo che lo sono, Mabor. E faró tutto ció che posso, per assicurarmi quel posto' disse, con fare determinato.
Mabor sorrise a sua volta all'amico.
In quel momento, uno tra i più giovani dei Pacificatori entró correndo nella mensa, andando a sbattere contro dei tavoli e suscitando alcune risate. Il ragazzo, peró, non vi badó, e salì su una panca per avere tutta l'attenzione dell'accampamento. Raggiunto il risultato voluto, il giovane militare riferì il suo messaggio.
'Ne abbiamo trovata una!
Abbiamo trovato una capitolina!'
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Il fuoco dei tuoi occhi (JohannaxGale)
أدب الهواة'Gale fu colpito: quelli che prima dovevano essere occhi di fuoco incandescente ora erano spenti, ma conservavano lo stesso furore. Quegli occhi erano come i suoi' Questa è la storia di un amore doloroso, il cui seme nascerà in due cuori che credeva...