FRAMMENTI DI RICORDI

FOGLIE AL VENTO

Una mattina ti vidi, eri lì appena nata penzolante e in equilibrio come lo siamo tutti noi nella vita.

Mi vedevo in te, senza difese davanti alla vita, affrontare i venti estenuanti che ti fanno vacillare, e rischiararsi davanti al sole dolce e avvolgente del mattino.

Mi sembravi la mia vita, scagliato di qua e di là in eterno tormento e poi rincuorato da fuggenti attimi di pace come quando il sole ti rischiara.

Ti vedo sempre lì, penzolare, anche col passare dei giorni e dei mesi.

Ti vedo invecchiare, ingiallire, ti vedo aggredita dal tempo come me.

Costantemente fondo la mia vita con la tua, il dolore e la felicità sono come facce di una stessa moneta chiamata vita, quella vita che ti travolge e ti stanca, che ti innalza al cielo in barlumi di felicità, ma ti devasta nell'animo in eterni momenti passati nel fondo di un pozzo buio e silenzioso.

Forse è il vederti ancora lì, penzolare, che mi mantiene in vita. Costantemente ti osservo.

Ormai sei sola, i tuoi amici se ne sono andati e sei sola, come lo siamo tutti noi ad un certo punto della vita. Isolati e affranti non ci muoviamo più, non per la poca forza, ma per il troppo peso.

Sacchi pieni di esperienza, di disavventure, di paure e felicità tutte ammassate sulle nostre spalle fragile che la vita hanno reso sottili come le fibre, che ti tengono unita a quell'albero.

Un giorno poi ,quando il freddo autunno irruppe su di te, ti rividi per l'ultima volta.

Assistetti impietrito alla tua dipartita, ebbi quasi un sussulto nel vederti cadere, tu che eri rimasta li da sempre, tu che avevi affrontato tutto della vita, ora avevi ceduto, ti eri lasciata cadere e ti vedevo oramai planare, gialla, stanca e fragile, quasi come a dissolverti nella caduta. Ti poggiasti leggera al suolo, lì in silenzio senza tormento e infelicità.

C'era solo serenità nel tuo silenzio, nella tua tranquillità, nel tuo torpore.

E li piansi, eri morta tu, ma ero morto anch'io con te.

Ci fu un sospiro e poi, solo silenzio.