Non so se vedo più la luce, non se se vedo più il chiarore di quel caldo abbraccio.
Vedo solo luce di macchina.
Vedo dal sorgere del sole al tramontar solo luce di lavoro.
Un orribile mostro dalla forma geometrica, come geometrico è il passar del tempo, vedo mondi uguali e poche certezze.
Quante simili giornate restano da guardar, tutte simili e opprimenti, seduto come morto a fissar un mostro.
Quei mostri delle fiabe per bambini che rubano il sole e donano grigiore.
Quel mostro è ormai cresciuto come sono cresciuto io, ma mi fa ancor più paura ora in matura età, che da piccolo indifeso bambino.
Mi ruba l'anima, mi porta via quel tempo che dovrei prendermi, che vorrei prendermi, e attorno a me vedo solo facce smunte, di grigiore immenso di caldi cuori nascosti in corpi stanchi, tutti a fissar il mostro, tutti impauriti dall'orrore di quell'assenza di luce.
Tutti a cercar il cielo, tutti a cercar calore.
STAI LEGGENDO
FRAMMENTI DI RICORDI
PoetryPensieri, riflessioni, passaggi tra sogno e realtà racchiusi in un cassetto.