Capitolo 7
1 Febbraio
Lo squillo del cellulare lo fece risvegliare dal suo sonno, mezzo intontito, si stiracchiò fino a prendere quell'arnese e rispose con voce più bassa del solito "Pronto?"
"Svegliati, dormiglione è tardi. Ti aspetto all'ufficio tra 10 minuti" chiuse la chiamata Zayn.
Ma che ore sono? pensò, poi vide l'ora sul cellulare. 8:50. Merda.
Si preparò in fretta, lavandosi i denti e la faccia; mise la sua amata maglia con scritto "Love will tear us apart", degli skinny jeans neri, con degli strappi sulle ginocchia e le sue Vans nere strausate.
La colazione l'avrebbe fatta al Science Studio.
Salì sulla sua Panda e corse, sfrecciò arrivando a 130km/h, velocità che un'auto come quella non avrebbe MAI più rivisto.
Arrivò allo Studio in ritardo di due minuti, ma, ringraziando Dio e tutti i suoi discepoli, il suo capo non c'era, per colpa di una malattia.
Zayn lo affiancò appena superata la soglia, e, da bravo amico qual era, gli porse il caffè macchiato che aveva precedentemente preso dalle macchinette, sapendo che sarebbe stata una lunga giornata.
Louis lo ringraziò con gli occhi, prese il caffè e iniziò a sorseggiarlo mentre entrambi si dirigevano nell'ufficio di quest'ultimo. Aprì la porta e, appena entrato, accese la luce che rivelò il robot coperto da un velo sporco, posto alla sinistra della scrivania.
"Sgomberiamo tutto, mettiamolo ai lati" disse Zayn deciso.
Lo scienziato acconsentì con un movimento della testa e iniziarono a spostare mobili, divani e sedie, facendoli attaccare al muro.
Quando finirono, presero il robot e lo misero al centro della stanza, attenti a non farlo cadere.
Louis, essendo preso dal momento, tirò via il velo, che cadde a terra, ai suoi piedi. Fece scorrere i suoi occhi prima sulle gambe lunghe e sottili, e sospirò, preparandosi mentalmente, salì ancora con lo sguardo, facendolo posare sulle braccia muscolose, altro sospiro, questa volta più pesante e trattenne il fiato, quando i suoi occhi andarono sul suo viso "dormiente".
"Amico, stai bene? Ti sei incantato" ruppe il silenzio, il moro.
"Si. Si, sto bene. Allora - facendosi coraggio, spostò lo sguardo dal robot - cosa si fa, adesso?" domandò, guardandolo.
"Bhe, Lou, ora dovremmo accenderlo. Va bene? Non è che svieni, vero?" lo derise l'amico, riferendosi all'atmosfera creatasi tra lo scienziato e il robot, un attimo prima.
"Coglione, andiamo avanti." cercò di nascondere il rossore delle sue guance.
Zayn, ridendo, si avvicinò ad Harry, sotto lo sguardo impaziente di Louis, aprì la schiena del robot, e premette un pulsante rosso, richiudendo dopo, quella porzione di pelle.
Dopo secondi interminabili, passati a mangiare le unghia, per colpa del nervosismo, si sentirono degli ingranaggi muoversi e Louis perse un battito.
Iniziarono a muoversi le mani, a scatti delicati, facendo scricchiolare le dita, anche le gambe fecero la stessa cosa, i piedi, il collo e la testa, facendo smuovere tutti quei ricci.
Poi, colpo di scena, tutto quel muoversi maniacale cessò.
Lo scienziato guardò preoccupato la sua creazione, cercando di capire cosa non andasse.
E se si fosse bloccato qualcosa?
E se avessimo sbagliato a mettere qualche ingranaggio?
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Harrycop
FanfictionLouis è uno scienziato, giovane, basso, capelli corti color caramello e magnetici occhi azzurri. Lavora al Science Studio nella sezione "Robotica"; in tre anni di carriera ha creato tre robot con sembianze umane, Eleanor, Stan e Andy, ma nessuno di...