Capitolo 3

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Blaise Zabini camminava sconsolato per il corridoio di Hogwarts, con il capo chino e le braccia conserte sul petto che mantenevano i suoi libri scolastici.

Si stava dirigendo a pozioni quando vide in lontananza Draco ed Hermoione entrare in una stanza con molta agitazione.

Si diresse verso la stessa stanza dove i due ragazzi erano entrati.

Non gli piacque la tensione nell'aria, e conoscendo l'amico non era il caso di lasciarlo solo in quello stato con la ragazza che gli aveva fatto il lavaggio del cervello.

Sapeva che la madre di Draco voleva conoscere la donna che in tutte le lettere rendeva Draco più dolce, più umano .

Ma il suo amico non era ancora pronto a confessare di andare a letto con una mezzosangue, anche se la voce oramai era girata rigirata tra le infinite mura di Hogwarts, non era pronto ad ammettere che i suoi ideali erano cambiati, non era pronto a poter gridare al mondo intero che lui, un puro sangue era riuscito ad innamorarsi di qualcuno di inferiore, o semplicemente di innamorarsi.

Si ricordava quando ad ottobre il suo migliore amico non tornò nella sua stanza, nulla di nuovo, ma si fece ritrovare nel corridoio tutto ubriaco alle 5 di mattina da Gazza che pur di non metterlo nei guai capendo la situazione aveva chiamato lui.

Draco cercò di dire che non c'era motivo per cui stava così, anche se poi, a distanza di due minuti era scoppiato in lacrime dovute dall'alcool, piangendo e dimenandosi, urlando che essere innamorati faceva schifo al cazzo, e che avrebbe evitato di farlo di nuovo prima di togliersi la vita per lei

Zabini ricordava bene molte cose del suo migliore amico, forse l'unico che aveva come amico proprio.

Ricordava quando da piccoli i genitori si arrabbiavano con loro che correvano a destra e manca per non esser acchiappati dai tizi più grandi a cui davano perennemente fastidio.

Zabini dopotutto, sin da piccolo, si era accorto che nel cuore di Draco un briciolo di umanità c'era sempre stato.

A differenza di suo padre, il biondo aveva sempre temuto che la sua famiglia più che benefici, potesse dargli rancori, dispiaceri, rimorsi.

E fu effettivamente quello che gli fu dato dopo la guerra, tanto e tanto rimorso.

Sapeva di poter fare di più.

Invece di dire che non era sicuro che fosse Potter, poteva dire di esser sicuro che non fosse lui.

Invece di mandare delle protezioni ad Hermione durante la tortura, poteva fermarla.

Invece di fare il vigliacco, avrebbe potuto e dovuto ribellarsi a quel Segno, a quell'etica.

Ma dopotutto lui non poteva giudicare, anche lui era stato costretto ad unirsi a quel gruppo di pazzi, e giudicare ancora non sarebbe servito a nulla.

A risvegliarlo dai suoi pensieri fu una testolina rossa piombare nella sua visuale.

-Morgana li hai visti pure tu? Oh meno male almeno ho qualcuno che mi terrà ferma in caso le cose vadano male e debba picchiare quella testa di pluffe.-

La giovane Weasley era proprio davanti a lui.

Entrambi erano di fronte alla stanza in cui Hermione e Draco stavano discutendo.

Non si riuscivano a cogliere bene le parole.. tranne quando:

-CHE COSA?! ORA HERMIONE MI SENTE MA VEDI UN PO TU QUELLO FA TANTO PER UNA SCOP..-

Il giovane coprii la bocca della piccola Grifona, prima che qualche parola di troppo uscisse dalla sua bocca.

-Shh! Weasley vuoi che ci sentano? Scusa ho capito bene? Per Hermione era solo sesso e per Draco di più? Il mondo gira al contrario. Oh aspetta lui si sta confessando..? Quel gran..-

Paure. (IN REVISIONE)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora