capitolo 11

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Due possenti braccia mi alzano da terra e mi fanno girare a guardare, il corpo che le possiede, così, all'improvviso.

Due occhi rossi di pianto guardano con foga due occhi blu stanchi.
Le dita di lui ben allacciate al tessuto del vestito mio. Come se non volesse lasciarmi andare, come se vorrebbe con tutto il corpo strappare qualcosa da conservare dopo. Come se stesse per non rivedermi più dopo tanto tempo, come se mi stesse salutando.

Come se stesse partendo.

E mi fissano, due occhi blu bellissimi, le labbra torturate e le braccia che stringono la presa ogni attimo di più. Mi sembra di scomparire, dentro questo strano abbraccio.

Interrotto. Mi poggia per terra e mi bacia di nuovo, dopo ieri, perchè è tutto vero e io sono confusa. non so descrivere questo bacio perchè è una di quelle cose che accadono all'improvviso, ma era così bisognoso, me lo faceva capire con foga mentre le sue mani erano ai lati della mia faccia e il suo corpo si allungava per poi attaccarsi al mio e poi staccarsi di colpo

-stai qui,aspettami-
-dove te ne devi andare?cosa stai combinando cazzo- dico furiosa

Non ci sto capendo più nulla, la passione nel suo corpo la percepisco moltissimo, dai suoi occhi, che bruciano, mi perdo.
Dinuovo. Mi perdo. Mi perdo.
-aspettami-
Sussurra in un modo così sfacciato e tremolante.

-aspettami sempre-continua -tra un'ora ho l'aereo e per un mese starò in tour con i ragazzi. Un mese, in un mese accadono molte cose, passa molto tempo. Ma tu aspettami. -

Lo dice guardandomi a malapena, come se guardarmi per un'ultima volta potrebbe riportare le sue labbra da me e restare qua magari tutte le notti.
E voglio che mi guardi

-guardami-dico -ma che stai dicendo?- mi avvicino e due occhi stanchi incrociano quelli con le lacrime.

-devo partire, ho un tour, siamo famosi e roba del genere, lo sai... non lo posso evitare- dice freddo

-cosa mi stai facendo? -

-nulla. Devo partire-

-non parlarmi così- urlo -come se comportarti da stronzo potrebbe lasciare via il ricordo mio dalla tua testa. Stai sbagliando tutto-

-sbaglio ad andare in tour? -

-sbagli a comportarti da indifferente. Non te ne frega nulla? E i tuoi baci? -

-cosa?-

-rifallo. Fregatene. Ribaciami. Per un'ultima volta fallo, così sarà come se ti baciassi il giorno del tuo compleanno che è tra una settimana, come se ti baciassi tutte le volte che sei stanco dopo un concerto. Fallo-

Non lo fece. Non fece nulla. Se ne stette lì con i suoi occhi stanchi a fissarmi indeciso, ma in cuor suo sapeva di dovermi dare un'ultimo vero bacio ma era troppo orgoglioso. Luke era troppo orgoglioso.

Lo capii da li, voleva allontanarmi per avere il lato brutto di me in testa in questi mesi e mi guardava sempre meno per avere l'immagine del mio viso offuscata nei suoi pensieri. Anzi non mi voleva neanche nei suoi pensieri. Perchè faceva troppo male, perchè quando una cosa fa male prendi la via più facile, cerchi di dimenticarla per il lasso di tempo in cui non puoi averla e poi quando puoi averla la rivuoi.

Non funziona così.

Me ne andai. Lui non cercò di seguirmi perchè era nei suoi piani e io non mi aspettai nulla perchè era nei miei.

Avrei fatto una cosa, gli avrei fatto capire il dolore che mi stava provocando, mi sarei fatta mancare.

E quando mi vorrà non ci sarei stata. Un coglione. Mi sono innamorata di un coglione.
E adesso mi mancherà più di ogni cosa.

Le settimane passarono imperterrite e cercai di vivermi al meglio l'estate, la mia estate, andai al mare ogni giorno e mi feci anche degli amici, frequentai dei corsi extra di psicologia che non chiedevano tanto sforzo, ma solo apertura mentale, in fondo le cose che impari servono solo a te, tocca a te farne l'uso che desideri, sono nel tuo cervello e posso andare via se gli e lo permetterai.
Feci lunghe passeggiate e sentii i ragazzi molte volte a telefono, mi dicevano che luke stava da schifo e che era troppo orgoglioso per ammettere che gli mancavo, in fondo anche loro lo capivano, io raccontavo di come ero felice e di come mi stessi vivendo la mia estate al massimo, loro mi raccontavano della loro musica e dei concerti.
Solo una volta sentii luke e quella bastò per rompere il muro che mi ero creata dopo la sua partenza.
Il suo compleanno.

Mi pareva giusto fare gli auguri a luke. Non mi passò neanche per la testa di chiamarlo. Anche io ero troppo orgogliosa. Non lo avrei mai chiamato.
Ma avrei chiamato calum. Quella sera si stava preparando per andare alla festa.
Dissi freddamente di fare gli auguri a luke da parte mia e noi parlammo del più e del meno, poi staccai e andai a dormire.

Squillò il telefono quella sera e il nome provocò mille sensazioni. Dopo indecisioni decisi di rispondere.

-mi manchi- mi precedette prima che potessi dire qualcosa.
-mi manchi, mi manchi, mi manchi-ripetè con voce roca.

Le mie barriere sgretolate. Il mio respiro instabile

-cosa c'è?-risposi con voce apparentemente calma
-mi manchi oggi, di più, sopratutto.-
-buon compleanno-
-mi manchi-
-ho capito. Altro? Che non sia la frase di prima?-
-come ho fatto a lasciarti andare?-

Forse non era poi così tanto orgoglioso, ma io si ormai.

-l'hai fatto. Nel modo più brutto, hai altro da dirmi?-
-mi manchi-
-ma perfavore-
Dissi chiudendo il telefono. Lo spensi e cercai di prendere sonno.
Gli manco.

Era quella l'ultima volta che sentii luke, poi tornò ad essere orgoglioso e non si fece più sentire. Un mese scorreva lento e non sapevo che fare, la notte mi mancava, i suoi baci mi mancavano. E vedere le foto destabilizzava. La barba incolta e gli occhi stanchi che avrei voluto guardare tutta la notte, la voce che avrei voluto sentire rassicurarmi la notte quando i miei demoni apparivano e non riuscivo a dormire, le braccia che mi hanno stretta forte, le labbra. Di cui non parlo, non le guardo perchè mi buttano giù.
In realtà cercavo di non guardare molto le sue foto o i suoi tweet, cercavo di non sentire la sua voce nelle canzoni.
Mi faceva male e io stavo prendendo la sua strada.stavo evitando il male. Ma io ero quella che soffriva di più, quella che parlava con i ragazzi e vedeva le foto, quindi in un certo senso mi arresi un po pure io al male nel cuore, al contrario suo.

L'ultima settimana di luglio era volata e non smettevo di fissare la sua casa dalla mia finestra.
Oggi era il giorno e io lo desideravo più di ogni altra cosa.

ma non sarebbe andata come voleva lui, io non sarei corsa fuori casa e mi sarei buttata tra le sue braccia. E ci saremmo baciati. E detti che ci siamo mancati.

Questa volta no

a series of whispers|| L.H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora