capitolo 12

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Sono nella mia stanza quando giù in strada sento fermarsi una macchina, le voci di genitori apprensivi sono dolci e uscite dal cuore, un rumore di braccia di fratelli che si incontrano e si stringono.
La macchina che riparte, rumore di ruote delle grandi valigie che entrano dentro casa, con gli altri componenti della famiglia.
E anche se non guardo lo so: il figlio con il cuore grande, i capelli spettinati e le labbra bisognose starà guardando la mia finestra. Con il presentimento che io possa uscirne con le lacrime agli occhi e il cuore pieno di rimpianti.
Ma non rimpiango nulla
Non esco
Non ho altre lacrime da versare

Mi sembra passata un'eternità. A fissare il vuoto, sarà passata un'ora, forse sei o forse pochi minuti.
A capire a cosa fare adesso. La mia mente vaga su di lui adesso, e me lo immagino, lui forse sarà nel suo letto a pensare che gli manca la mia fronte da baciare, la mia presenza la notte, i nostri baci fuggitivi, i due baci intensi ma rubati al tempo... o, forse sta ridendo con i suoi fratelli per qualche storia con qualche ragazza con un bel culo conosciuta nei club di L.A.
E guardo il tetto. Come se questo bianco potesse divorare i problemi o colmare il mio vuoto, ma in realtà non provo niente, ci ho lavorato un sacco è ho capito: lui non mi ha mai chiamata al telefono in un mese (solo una volta, per ripetere sempre la stessa frase ma poi non ha neanche provato a richiamare quanto ho troncato la discursione) ,non mi ha mai mandato un messaggio in qualsiasi social, neanche un messaggio privato. Si stava dimenticando di me e adesso io non ho nemmeno la certezza che non ci sia riuscito.

A distogliermi dai miei pensieri è l'arrivo della mamma in camera.

-preparati tra mezz'ora verrano gli hemmings qui, mettiti qualcosa di carino e scendi giù tra mezz'ora. Festeggiamo il ritorno di luke dopo il tour che si è concluso- dice cercando di mettersi due orecchini di perle davanti l'uscio della camera.

Impallidisco, saranno qui?

-no.. Non posso scendere ho.. Il mal di pancia, mi faccio un tè adesso,prima che arrivano e poi vado a letto-dico di fretta cercando di essere molto convincente

-vuoi prendere in giro me? Oggi sei pure andata a mare e stavi benissimo, in dieci minuti ti vengono i malanni? -dice scocciata
-sbrigati, non puoi mancare, lo pretendo- conclude allacciandosi un braccialetto nel polso e uscendo dalla stanza.

L'ha rifatto. Si è imposta su di me come se avessi undici anni.
E allora vabene. Metterò il vestito con il pizzo e incontrerò luke. Ceneremo tutti insieme e dirò la verità su tutto: che mi sono divertita molto in un mese e che non mi è mancato per nulla.
Sono pronta a dire tutto ciò che lui non immagina, la verità in fondo.
E credo di essere anche pronta a incrociare il suo sguardo e non provare nulla dentro me.

Mezz'ora dopo i miei capelli sono raccolti in una coda alta e ho adesso il vestito con il pizzo che cade lento sui fianchi un po troppo segnati, non ha gonna a palloncino o altri generi di gonne molto ampie, è elegante, come piace a mia madre, è tutto di pizzo e il colore è chiaro, gli è piaciuto subito.

Quando mi guardo allo specchio vedo una me diversa, lui mi ha cambiata, la sua assenza mi ha trasformata.

Scendo le scale a testa bassa all'entrata trovo i nostri ospiti che salutano i miei genitori. Lui lì, la poca barba sul suo viso e i capelli disastrati mi fanno capire che in fondo lui non è cambiato per nulla.

mi fermo nelle scale per non farmi vedere ma non smetto di fissarlo: sorride mentre aspetta che gli altri componenti della famiglia troppo indaffarati a baciare nella guancia i miei genitori sbloccano il passaggio davanti alla porta per farlo entrare dentro casa.
Il suo sorriso è luminoso mentre stanco si strofina un'occhio e poi alza lo sguardo. Mi vede e rimane immobile. Anche io, sono immobile sopra le scale, ma con un'aspressione accigliata, quasi arrabbiata, perchè non voglio essere qui. Con lui.

-tesoro! Sei bellissima- sento liz dire sorpresa.
Mi giro guardandola da sopra le scale.
Non è vero, non sono per nulla bella, mi vedo diversa, ma bella no.
Adesso lo sguardo di tutti è puntato su di me e io abbasso lo sguardo imbarazzata sussurrando un 'grazie'

Scendo per salutarli tutti, ma salto luke, senza neanche guardarlo. Mi ha fatto troppo male.

Ci sediamo a tavola e lui si siede accanto a me proprio quando tutti i posti sono stati presi.

La cena è già pronta nei nostri piatti e iniziamo a mangiare in silenzio.
-allora, il tour? Ho visto che avete fatto sold out-dice mio padre rivolto verso luke con un emorme sorriso stampato in faccia.
-si, è stato bellissimo, ci siamo divertiti un sacco, ma è stato abbbastanza stancante-

-si, ma lui ogni sera ci chiamava per raccontarci come era andata la giornata e a volte stavamo ore su skype, è stato un tesoro- aggiunge la madre

-ah. E io che credevo che eri troppo impegnato per un messaggio- dico con un sorriso al ragazzo accanto a me.
L'attenzione di tutti dinuovo su di me

Lui sospira e cerca di dire qualcosa ma io lo blocco cambiando argomento e parlando di come mi sia divertita quest'estate

-è molto strano-continuo- non mi ero mai accorta di quante persone interessanti vivessero qui, io e mamma abbiamo portato un pezzo di torta l'altro giorno nella casa vicino al mare, l'ultima, ed è strano perchè credevamo che ci viveva una famiglia ma ci vive un ragazzo della mia età da solo, ci ha fatto molta tenerezza-racconto

-luke dovresti conoscerlo è così dolce, alto e pure simpatico, daniel gioca a calcio ed è bravissimo, dovreste fare una partita un giorno, è...-

Il rumore della sua forchetta a caduta libera sul piatto mi fece fermare e interrompere da quel che stavo dicendo, nessuno ci fece caso della mossa di luke perchè parlavano per i fatti suoi ma la sua testa si girò lenta e iniziò fissarmi serio.

-che c'è?-chiedo
-sarei onorato di giocare a calcio con questo tizio- dice enfatizzando la seconda parola in modo eccessivo
-bene-rispondo con un sorriso tirato. Non me l'aspettavo.
-sai, luke lui mi scrive ogni giorno, e abitiamo a due case di distanza-

Mi fissa ossessivo e sembra che con gli occhi mi stia lacerando piano.
Distolgo lo sguardo. Non ne posso più. Di fare la stronza e nello stesso tempo di tremare per il suo profumo dolce che sento qui dal mio posto.

-cosa vuoi?-mi sussurra guardando il piatto
-nulla, è troppo tardi per qualsiasi cosa-
-non è mai troppo tardi per noi-
-noi?-
-noi. -

Sta scherzando? Dopo un mese di ignori mi parla ancora di un noi?

La mia sedia striscia rumorosa indietro e le mie gambe si muovono freneticamente
-vado in bagno-

Sono troppo confusa, ho bisogno di pensare, molto.
Cammino a passo lesto percorrendo il corridoio.
Passi veloci e marcati dietro di me come se mi stessero seguendo.
Dita che afferrano i miei polsi, facendomi girare.

-vieni con me. In tour-
Butta lì.
-cosa?.. -
-ti porto via con me-
-levati- dico strattonando con violenza via la sua presa su di me.
Cavolo, verrei con te.

-Vieni qui-dice inseguendomi.
Mi giro di scatto sorprendendolo.
-senti, dopo un mese arrivi come se niente fosse a rivendicarmi e a portarmi via da qui. Cazzo come ti viene in mente? Con te non ci vengo! E poi non era finito il tour?-

-si, ma riinizia tra un mese, dinuovo, ti prego dammi tempo, mi sono comportato da pezzo di merda, ma fammi risarcire le ferite, scusami, volevo scappare dal dolore... -dice avvicinandosi e non staccando gli occhi dai miei che vagano cercando di evitarli -ma non sapevo che dal dolore non si scappa, si affronta, mi mancavi troppo, mi sei mancata troppo-

-cosa facciamo? -mi sono già arresa, e mi arrenderei ogni volta, credo sia la mia criptonite, ma non ne posso evadere

-dammi tempo, alleviamo il dolore e la mancanza insieme, ti faccio capire che per te potrei fare tutto, e poi ti trascino in capo al mondo-
-mi devi dare la mano. Sempre-
-sempre-
-non mi devi lasciare mai sola-
-nemmeno un'ora-
-devi baciarmi ogni mattino-
-mi sveglio presto per farlo-
-e devi farmi divertire-
-a costo di ritrovare il mio io-
-lo devi trovare-
-lo devo trovare-
-fra?-
-si? -
-dimentica daniel-
-fatto-
-va meglio-
-andrà meglio in ogni caso-

E mi dimentico dei mesi, dei giorni o delle situazioni, degli ostacoli e dei posti, perchè con un bacio ho già dimenticato tutto.
Mi bacia.
Ancora. Ancora. Ancora.

a series of whispers|| L.H.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora