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Ormai la scuola è finita, è iniziata l'estate e come sempre i miei mi obbligano ad andare in vacanza con loro, di solito andiamo in qualche villaggio sperduto in città che nessuno conosce.
Ed ecco, il giorno che loro aspettavano tanto ma che io volevo non arrivasse mai, è arrivato, e io sono obbligata a partire, a lasciare la mia vita sociale per stare rinchiusa in una camera del villaggio a leggere ed ascoltare musica.
Non sono una persona abbastanza socievole, direi proprio per niente, non ho molti amici, ma quelli che ho sono i migliori. Su di loro posso sempre contare e queste due settimane senza di loro non passeranno molto in fretta.

Ah, non mi sono ancora presentata; mi chiamo Paola, ho 15 anni, frequento il liceo linguistico. Sono abbastanza alta, magra, troppo magra, ho degli occhi che sono tra il verde e il marrone.
Ho un carattere schifoso, mi ritengo troppo timida ed insicura di me.

Ed ecco che sveglia suona, sono le 6:30, devo prepararmi. Il villaggio dista due ore da qui. Decido di indossare degli indumenti comodi, dei pantaloncini a vita alta neri, una canotta con una scritta che amo e le mie amate converse nere basse.
Vado in bagno, attivo la musica, e con le note di Thinking out loud di Ed Sheeran entro nella doccia e comincio ad insaponarmi corpo e capelli.
Esco dalla doccia e indosso l'intimo e i vestiti preparati precedentemente. Mi pettino i capelli, e li asciugo. Stendo un velo di correttore per coprire quelle maledette occhiaie e qualche brufolo e un po' di mascara.
Sono pronta e scendo al piano di sotto per fare colazione.

"Ciao mamma, ciao papà" dico arrivata all'ultimo gradino delle scale.
"Ciao Paola, sei pronta per il viaggio che ci aspetta?" dice mamma.
"Non vedo l'ora!" rispondo con tono ironico.

Dopo aver finito di fare colazione, è arrivata l'ora di partire. Sono le 7:30, carichiamo le valige in macchina e partiamo.
Infilo le cuffie nelle orecchie, e per queste due ore di viaggio per me non esiste nessuno, nessuno che non sia la mia amata musica.

Dopo due ore stressanti di viaggio siamo arrivati a destinazione.
Scendo dalla macchina a malavoglia, vengo accolta dagli animatori. Faccio un finto sorriso, non li sopporto. Non sopporto gli animatori in generale, odio quando si avvicinano per farmi partecipare alle attività. Io voglio stare da sola, voglio ascoltare la musica e leggere senza rotture.

Ci vengono assegnate alle camere. Ho voluto una stanza singola, solo ed esclusivamente mia, dove posso fare quello che mi pare. Non ho intenzione di vivere per due settimane nella stanza dei miei genitori.
Hanno voluto prendere una di quelle stanze comunicanti, ma almeno sarò da sola.
Entriamo nella camera e vediamo che i numeri non corrispondono. Sì le stanze sono vicine, ma non sono comunicanti. La mia è comunicante con un'altra stanza.

Tra me e me penso chi ci possa essere nella camera accanto, ma alla fine mi metto il costume e scendo in piscina.

Quella sera i miei mi trascinarono in teatro dove inscenarono uno spettacolo del quale non ho ancora capito la trama. Mentre i miei vanno al bar io vado ad iscrivermi al gruppo di animazione sotto costrizione dei miei genitori.
Al tavolo c'è un ragazzo sulla ventina. Mi saluta con un sorriso che io ricambio ma meno calorosamente. Mi chiede nome cognome e data di nascita e poi mi dice di presentarmi il mattino dopo al bar entro le dieci. Io lo saluto e me ne torno in camera.

Arrivata in camera mi metto ad osservare la porta dell'altra stanza curiosa. Così dopo un tempo infinito mi faccio coraggio, mi alzo dal letto e busso.
Mi apre la porta un ragazzo, sui sedici o quindici anni, magro e molto bello.
"Ehm.. E tu chi sei?!" Mi chiede
"Sono Paola mi hanno dato questa camera. Invece tu chi sei?" Gli domando porgendogli la mano
"Alberico piacere" mi disse lui stringendomi la mano e sorridendomi
Ricambiai il sorriso e questa volta cercai di farlo essere il più solare possibile.

Spazio autrice:
Ciao a tutti, mi chiamo Paola. Ho scritto questa storia perché adoro Alberico. Spero vi piaccia, se è così lasciate un like e commentate.
Questo capitolo è stato scritto con la collaborazione di Ehysuperman

1316.1318||Alberico De GiglioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora