Capitolo 5

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Jamila's Pov
Riaprii gli occhi.
Ero distesa su un materassino basso e grigio.
La stanza era illuminata appena, riuscivo a distinguere i contorni degli oggetti sforzando leggermente la vista.
C'erano di fronte a me un tavolino basso con un cucchiaio adagiato sopra.
Nell'angolo una minuscola apertura dalla quale sarebbe riuscito a passare a malapena un gatto.
Cercai subito di ricordare cos'era successo la sera precedente.
- Asher! Ash..? -
Cercai di urlare, comprimendo le labbra nel tentativo di non piangere. Il panico mi avvolgeva, presi a tremare e singhiozzare sommessamente.
Mi abbracciai le ginocchia con le braccia e mi raggomitolai.
- Jami... Jamila? Ci sei? -
- Ash!! O mio dio dove sei? -
Urlai portando una mano sul petto.
- Ti sento... Ma non ti vedo. -
Mi rispose ancora sconnesso e disorientato.
- Jamila... Credo di averti trovata. -
Guardai verso destra e verso sinistra, senza notare movimenti. La stanza era piccola, quanto una cabina telefonica.
- Ash aiuto... Ho paura. -
Sussurrai, le lacrime mi solcavano il viso, che nascosi tra le gambe ancora rannicchiate al corpo.
- Girati. -
Mi voltai e lo vidi vicino al vetro. Vi poggiai una mano, lui fece lo stesso.
- Aiuto. -
Implorai piano, ancora scossa dal terrore.
- Jamila, Jamila guardami. -
Mi alzai in piedi, lui fece lo stesso. Si avvicinò maggiormente.
- Non permetterò a nessuno, di spaventarti. Cercherò... In qualche modo, di rompere questo vetro. E poi chi ci ha portati qui si farà vedere... -
Sussultai, i suoi occhi fissi sui miei compresero i miei pensieri.
- Noo! Noo!  -
Urlai tremando.
Appoggiai la schiena ad un altro vetro e mi lasciai scivolare a terra.
- Ci faranno del male. -
Appena pronunciai la parola, una rabbia repentina e fulminante prevalse sulle mie emozioni.
- Bastardo!!! -
Gridai verso il soffitto.
Presi a pugni i tre vetri più scuri, fracassai il mobile sul quale poggiava un cucchiaio. Lo presi e cominciai a colpire i vetri con esso, piangendo, con foga.
Asher's Pov
Avrei voluto abbracciarla, stringerla a me e baciarla dolcemente. Almeno una volta...
Avevo paura per lei. Vederla separata da me da quel vetro mi dava frustrazione.
La potevo vedere, potevo desiderarla ma sapevo che non sarei riuscito a sfiorarla.
Decisi di lasciarla fare dopo qualche tentativo di calmarla: era una belva e capivo i suoi sentimenti.
Si accasciò a terra, sfinita sia fisicamente che moralmente.
- Ash? -
- Sì? -
Mi sedetti a terra contro il vetro più scuro, con la testa rivolta verso destra. Lei fece la stessa identica cosa nella sua "cambina telefonica", solo a sinistra.
Se non ci fosse stato il vetro, le nostre spalle si sarebbero toccate.
- Perchè non ti agiti? Non vuoi uscire? -
- Certo che voglio uscire, ma sono un po' più razionale di te ed aspetto l'arrivo di qualcuno. Che sia il nostro aggressore o meno. -
- Che ore sono? -
- Le dieci del mattino. -
- Ho fame. -
Risi. Nonostante tutto, riusciva ancora a pensare a qualcosa di "normale".
- Comunque volevo dirti una cosa... -
Cominciai a dire.
- Vai avanti. -
Mi esortò.
- Spero di riuscire a rompere questo vetro per starti vicino. Per consolarti, per calmarti... -
Non potevo averlo detto.
Oh cazzo.
Jamila's Pov
Sgranai gli occhi.
Non poteva pensarlo veramente.
Non poteva avere voglia di me...
Della sorella di Mike, la studiosa e seria Jamila. Timida ma allo stesso tempo sempre alle feste, con uno stile tutto suo ed un'energia infinita.
- Ash... -
Sussurrai dolcemente, avvicinando il viso al vetro.
- Avrei voglia di... -
In quel momento la fioca luce proveniente dal soffitto si spense.
Quando quel poco di luminescenza riaffiorò, vidi il corpo di un ragazzo steso a torso nudo sul materassino, accanto a me.
D'istinto, scattai in piedi ed urlai, anche se quasi a corto di aria.

Dentro quella stanza - Horror storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora