Capitolo 17.

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Capitolo 17.

Quel arrivederci echeggiava nella mia testa. Non pensavo a nulla solo a quello sguardo magnetico che mi guardava intensamente e che mi diceva quella dannata parola. Sì, io ancora non riuscivo a capacitarmene che Harry Styles non avrebbe più fatto parte della mia vita, che non mi avrebbe più torturato con la storia della ‘grazia’ e suoi doppi sensi che metteva ovunque.

Beh, bisognava prendere anche il lato buono delle cose, insomma niente più mal di testa, niente urlare, niente preoccupazioni, niente più cuscini allagati.

Niente di niente.

Il vuoto sarebbe tornato padrone della mia vita e di nuovo le tonalità di grigio avrebbe sostituito il colore.

Non riuscivo ad essere di buon umore.

Fissavo davanti a me il guardaroba e domandandomi che cosa diavolo avrei indossato stasera.

Ieri pomeriggio lo passai insieme a Sophie, che mi consigliava sul comportarmi con lui, sul come atteggiarmi e tante altre cose. Diciamo che mi diceva come fare la gatta morta e arrivare psicologicamente pronta al momento ‘fatidico’. Ascoltavo ciò che mi stava dicendo però mi era difficile immaginarmi così sensuale e maliziosa, soprattutto se dovevo pensare che avrei dovuto comportarmi così.

Sophie oltre a spiegare certe cose, voleva sapere anche sul trascorso su me ed Harry, ma ogni volta la liquidavo, dicendo che Harry era sempre il solito troione.

Non era che non mi fidassi a raccontare la mia vita privata alla mia amica, però mi sentivo a disagio. In fondo lei ed Harry avevano avuto una relazione in passato e a volte questa cosa mi faceva sentire strana.

Hai intenzione di rimanere ferma davanti all’armadio o ti decidi di provarti qualcosa?

Buon proposito. Peccato che dinanzi a me, non vedessi qualcosa di decente da mettermi. E poi con il pensiero che Harry mi voleva bellissima, non mi aiutava per niente.

Potresti presentarti nuda. Sai faresti comunque un figurone, l’unica cosa, mettiti un sacchetto in testa.

A volte mi chiedevo se la sottoscritta non soffriva di qualche grave patologia mentale, perché non era normale avere una coscienza così malvagia.

Trascinai i vestiari da una parte all’altra dell’armadio, notando con mia grande tristezza di non possedere un qualcosa di adatto al ballo della scuola.

E poi tutti quei miseri pezzi di stoffa che erano appesi, di certo non mi starebbero.

Forse era meglio chiamare Harry e dirgli che oggi non sarei potuta venire, mi sarei inventata qualcosa come una malattia o altro.

Ammettilo che non vuoi andarci proprio perché dovrai salutare Harry e questo non ti da affatto pace.

Sì.

Non accettavo per niente tutto ciò. Harry era venuto nella mia vita, d’improvviso e mi aveva scombussolato tutto in pochissimo tempo e in una brevità, mi ero anche innamorata e adesso che potevo magari riuscire a conquistarlo e vivere un qualcosa di intenso, mi ritrovavo qui sola con il sapore dell’amaro in bocca.

Questo pensiero mi rattristò ancora di più e mi dovetti sedere a letto. Chinai la testa verso il basso e osservai il pavimento e i miei calzini gialli con sopra delle mucche.

-Carini i calzini antistupro.-

Sgranai gli occhi e sussultai come una molla sentendo quella voce. Alzai gli occhi incredula e lo vidi appoggiato a braccia incrociate sullo stipite della porta:-Mia mamma voleva salutare te e tua madre.- Disse dopo avvicinandosi e prendendosi posto accanto a me.

I Hate you or maybe not...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora