I Hate you or maybe not...

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I hate you, or maybe not..

Capitolo 1.

Avevo sempre pensato di essere una ragazza buona e gentile, che mai e poi mai avrebbe desiderato il male per un'altra persona.

Invece per una serie di sfortunati eventi, o forse fortunati, capii di avere un animo malvagio specialmente nei confronti di Harry Edward Styles.

Io e lui ci conoscevamo fin dai tempi delle scuole materne; e avevamo frequentato elementari, medie e pure il liceo insieme. Ma e poi mai, avrei pensato di odiare qualcuno a tal punto di non volerlo più vedere.

Non immaginatevi chissà cosa, come fidanzati e poi lui che mi avesse tradito facendomi un milione di corna; se Harry fosse stato il mio fidanzato, lo avrei ammazzato se avesse solamente osato guardare un'altra! Naturalmente questa affermazione non si verificherà assolutamente nella realtà.

Proseguendo, il mio odio verso di lui non era generato da una delusione amorosa, ma per una sensazione a pelle.

Sapete quando vedete una persona e subito ci fate un pallino rosso, per dire che questa persona non diventerà vostra amica? Bene, questo è ciò che avevo fatto con Styles.

Lo so che era qualcosa di stupido, però qualcosa mi diceva che era meglio evitare qualsiasi tipo di contatto con quell'individuo. O almeno il mio subconscio diceva così.

Come avevo già detto, la serie di sfortunati eventi che mi aveva portato al desiderio di vedere Styles morto, cominciò quando la professoressa di letteratura inglese Cole decise di assegnare un progetto da svolgere in coppia, la piccola sottigliezza che poteva rendere questo compito interessante fu il fatto che la cara donna scelse le coppie e io finii insieme a Harry.

Quando la professoressa aveva pronunciato il mio nome accanto a quel donnaiolo, mi sentii mancare l'aria e sentii un enorme peso cadermi sulle spalle.

Ero già a conoscenza che tutto ciò che sarebbe accaduto dopo quel fatidico giorno, per me sarebbe stato come vivere l'inferno.

-

Mi trovavo a casa di quello sciagurato per fare appunto quel lavoro; inutile dire che Styles continuava a ripetere di sbrigare e concludere, così poteva andare dalla sua focosa Jolie o Tiffany. Non stavo affatto ascoltando, anzi annuivo semplicemente con la testa.

Non c'era affatto dialogo, c'erano solo i miei occhi che mandavano maledizioni al ricciolo.

“Non guardarmi con quella faccia. Mi fai paura.” Disse con aria di sufficienza il signorino lanciando un'occhiataccia e poi spostando il proprio sguardo da qualche altra parte; proprio per sottolineare quanto facessi schifo.

Odioso.

“Non ti preoccupare, guardare anche il tuo muso mi inquieta.” Gli risposi di rimando. Se lui credeva di avere a che fare con una scema che se ne sarebbe stata zitta e buona, si sbagliava.

“Ma sono un animale?” Riportò i suoi occhi color smeraldo sui miei. Il suo tono di voce sembrava risentito della mia affermazione.

Non mi inganni, Styles.

“Forse non fisicamente, ma la tua intelligenza è pari a quella di un animale.” Mi fermai e presi respiro: “No, sto offendendo anche gli animali, paragonandoti a loro.” Puntai fissa le mie iridi nelle sue.

Harry sbatté violentemente il palmo della mano sul tavolo e scattò in piedi, i riccioli gli coprirono il viso, che non mi permisero di scorgere la sua espressione.

“D'accordo che non mi sopporti, però se ti comporti come una bambina ci perdi anche tu! Ti devo ricordare che stiamo lavorando insieme per un lavoro assegnatoci dalla Cole?”

Sgranai gli occhi incredula.

Le mie orecchie facevano fatica a credere alla prima frase sana di questo donnaiolo - sì, oramai a scuola era noto proprio perché faceva il cascamorto con qualsiasi ragazza -.

Sospirai e alzai le spalle.

“Sei tu quello che parla senza pensare. E hai cominciato tu!”

“Vedi che continui a comportarti come una bambina!” Rispose Harry.

“Scusami tanto se non sono una ragazza sexy pronta a concederti tutte le mie grazie!” Mi sentivo offesa in quel momento.

In pochissimo tempo quel dannato donnaiolo dei miei stivali, mi aveva detto che ero una bambina!

“Non mi alletti neanche un po'.”

“Ma per fortuna!” Esclamai: “Non voglio farmi corteggiare da uno come te!”

“Ti darebbe fastidio se ti corteggiassi, eh?”Domandò con aria strafottente, mentre si avvicinava alla sottoscritta. E improvvisamente il suo umore era cambiato, un secondo fa sembrava un toro infuriato e adesso mi ritrovavo con una specie di criceto voglioso.

“Certo!” Affermai con voce tremante. Perché non ero così sicura come qualche secondo fa? Sarà, perché vedevo come i suoi occhi diventavano sempre più vicini ai miei?

Abbassai il capo e cercai di riprendermi.

Dovevo calmarmi assolutamente non potevo permettere di essere l'ennesima vittima di quel donnaiolo da strapazzo!

“Sicura?”

Mi misi in piedi davanti a lui e lo affrontai a viso aperto: “Harry non mi piaci.”

Ci fu una strana atmosfera tra di noi. Non immaginavo affatto che sarei arrivata a questo punto con lui. Però, era meglio che non ci fossero stati fraintendimenti tra di noi.

Quel silenzio che c'era fu interrotto da una fragorosa risata da parte sua.

“Che hai da ridere?!” Domandai imbarazzata! Mi stava prendendo in giro così sfacciatamente!

“Sei troppo buffa!” Continuò a ridere sfacciatamente dinnanzi alla sottoscritta. Beh, che facesse.

Da quel momento in poi, cominciai ad odiare seriamente Styles. Però io essendo una persona matura, accettavo il fatto che Harry fosse stupido e che Dio non poteva donare un cervello sano a tutti.

Quindi decisi di fare finta di niente e andare avanti per la mia strada.

Rimasi a braccia incrociate davanti a lui, aspettando che finisse di fare il deficiente e con uno sgranchirsi di voce da parte mia, finalmente io e lui potemmo lavorare decentemente.

“Non ti arrabbi?” Domandò mentre io stavo sistemando le mie cose dentro alla borsa. Si era fatto buio ed era il caso di rientrare a casa.

“Sarebbe stupido da parte mia, scendere al tuo livello.” Risposi spiccia, iniziando a dirigermi verso l'uscio.

“Aspetta!” Gridò prendendomi il polso del braccio e facendomi voltare verso di lui, costringendomi ad un ennesimo faccia a faccia.

“Che c'è?” Gridai a mia volta arrabbiata e lo ero perché lui non mi lasciava andare a casa.

“Sei arrabbiata.” Disse trionfante con un maledetto sorriso.

Mi staccai con forza dalla presa e mi massaggiai per qualche secondo il braccio, poi lanciai un'occhiata omicida a Styles: “Allora lo fai apposta?”

“Forse.”

Ci fissammo intensamente e la voglia di prenderlo seriamente a schiaffi, ronzava in testa. Però la maturità e la saggezza mi consigliarono di lasciare stare e di non perdere tempo con uno come lui.

Lo salutai e me ne andai.

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