La notizia che cambiò la mia vita (parte 1)

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''Se è uno scherzo non è per niente divertente'' urlai, mi precipitai in giardino, ma niente, non erano nemmeno lì. Com'è possibile? Era l'ora di pranzo, non potevano essere usciti proprio a quell'ora! Preoccupata presi il telefono e digitai il numero di mamma. Al terzo squillo rispose, "ehi Chloe, scusa se non ti abbiamo avvisato, è che tuo padre ci ha fatto prendere un colpo. Era appena tornato da lavoro, era molto stanco e si è fatto una doccia; aveva mal di testa e gli stavo prendendo una medicina, quando sono tornata l'ho trovato svenuto, ho avuto paura e ho chiamato il 911. Adesso sta bene, i medici lo tengono sotto osservazione, dovrà restare qui un paio di giorni''. Non riuscì a dire niente, ero scioccata, era successo tutto così in fretta. ''Non ti preoccupare mamma, l'importante è che adesso papà stia bene!'' riuscì a dire, ''okay tesoro, fra poco arrivo a casa'', ''a dopo'' dissi e chiusi la chiamata.
Ero molto provata, non avevo mai visto papà stare male, era un tipo forte, non si ammalava spesso ed ero molto preoccupata. Chiusi gli occhi e strinsi i denti per scacciare via i brutti pensieri, ''andrà tutto bene'' dissi a me stessa.
Erano le 14:30 quando mamma rincasò insieme a George, aveva il viso stanco, si vedeva che era molto provata anche lei, d'altronde è lei che ha dovuto soccorrere da sola papà. ''Allora mamma, cosa hanno detto i medici, quando torna papà?'' dissi con un mezzo sorriso e una voce mista tra speranza e preoccupazione. ''Non si sa niente al momento Chloe, i medici hanno solo detto che al momento è stabile, devono capire il perché del malore, mi dispiace essere così diretta con te ma voglio essere sincera, è da un po' che tuo padre non è più lo stesso'', a quelle parole gelai. Perché doveva essere così negativa, quante persone hanno avuto un malore?  Non c'è bisogno di allarmarsi così, non nel caso di papà, lui sta bene. Cercavo di rassicurarmi, di metabolizzare le parole di mia madre. ''Che vuoi dire con ciò mamma? Capita a tutti di stare male! Sono sicura che non è niente'' dissi quasi in tono di rimprovero. Lei mi guardò e fece un sorriso sforzato, non ricambiai; corsi in camera mia e mi distesi sul letto, avevo bisogno di riposare, non avevo fame.
Erano le sei del pomeriggio quando mi svegliai, così decisi di prepararmi per andare in ospedale. Mamma mi chiamò ed io mi precipitai subito da lei.
Lungo il tragitto verso l'ospedale nessuno di noi proferì parola, si leggeva nei nostri volti la preoccupazione e la rabbia. Era una situazione strana, non vedevo l'ora che tutto questo sarebbe finito.

**
Appena arrivammo in ospedale mia madre parcheggiò e scendemmo dall'auto, precipitandoci dentro l'ospedale. Mia madre chiese informazioni riguardo a dove si trovasse la stanza. ''Mi scusi, Richard Callahan?'', chiese mia madre all'infermiera addetta alla reception, ''secondo piano, stanza numero 213'' rispose lei. Prendemmo l'ascensore e salimmo al secondo piano. Appena trovammo la camera di mio padre entrammo e vidimo il suo corpo disteso sul letto, pieno di fili. Fu una visione scioccante, rimasi ferma davanti l'entrata con la bocca aperta e con le lacrime che chiedevano di uscire.
Papà dormiva e quindi non assistette alla mia reazione. Mia madre si avvicino al suo letto e si chinò per baciargli la fronte. Passarono cinque interminabili minuti, quando un medico, penso il primario del reparto, entrò nella stanza attirando l'attenzione di tutti.
"Come sta dottore, ci sono novità?" disse mia madre con tono preoccupato. "Signora Callahan, vorrei parlarle in privato se è possibile." Gelai a quelle parole, cosa aveva di così importante da dire a mia madre che io non potevo sapere? Aprii e chiusi ripetutamente la bocca senza emettere nessun suono, vedendo la sagoma di mia madre e del dottore scomparire in quell'immenso corridoio.

Restai nella camera con mio padre, era troppo quella situazione per me, mi sentivo soffocare, presi un lungo respiro, uscì fuori dalla stanza e mi appoggiai al muro, lasciandomi scivolare per terra.

POV HELEN (MAMMA DI CHLOE)

Il dottore mi portò nel suo studio e mi chiese di accomodarmi, leggevo lo sconforto attraverso i suoi occhi e il mio cuore cominciò a battere in maniera esagerata. Amo mio marito, è una delle persone più importanti della mia vita e se dovesse succedergli qualcosa non saprei cosa fare.

Il dottore cominciò a leggere delle carte sparse per la scrivania, il silenzio aleggiava per tutto lo studio. Aspettavo con ansia una sua reazione e il quel momento il dottore parlò. ''Signora Callahan, voglio essere sincero nei suoi confronti e cercherò di andare dritto al punto. Dopo varie analisi abbiamo diagnosticato un tumore incurabile in suo marito, mi dispiace molto, ma non gli resta molto da vivere."

Mi sentii più vuota che mai. Le lacrime iniziarono a rigarmi il viso, la voce non usciva, il dottore esprimeva tutto il suo cordoglio, ma io non capivo alcuna parola di ciò che stesse dicendo, in quel momento mi vennero in mente tutti i momenti passati insieme a Richard, poi piano piano i pensieri divennero più sfocati e quello che vidi fu il buio.


Note autori:

Ecco il capitolo, questa volta è un po' più lungo rispetto agli altri due. Da qui comincia la vera storia e ci saranno tanti colpi di scena. Speriamo vi piaccia. <3

-Salvo&Fede

Salvata da uno sbaglioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora