La debolezza più grande di Zayn sono le tentazioni. Ai suoi occhi, le tentazioni sono enormi, irresistibili, e lui è senza freni. Ci sono voluti anni per intraprendere quella dieta, perdere i primi due o tre chili, smettere di mangiare grassi e carboidrati, digiunare. Ci sono voluti anni a lui per non entrare in ogni pasticceria e comprare qualcosa "al volo". E adesso l'affare del cibo è superato, sta bene, ma per il resto è tutto in bilico. L'intera vita di Zayn è in bilico sui piatti di una bilancia talmente precisa da ribaltarsi al minimo soffio di vento. Spifferi continui sono presenti nella sua vita, e ogni tanto, sfortunatamente cede.
La tentazione più grande dopo il cibo – quindi attualmente la più grande – è l'inchiostro. Per questo quando passa davanti a Dark Side fatica a non entrare, e si promette comunque che al ritorno dall'incontro con questo certo Styles si fermerà a comprare quel dilatatore nero lucido che cercava. Naturalmente non lo farà, perché sarà occupatissimo a non cedere alla tentazione del negozio di dischi dall'altro lato della strada.
Quando arriva nel locale i suoi occhi viaggiano prima intorno al luogo per cercare l'uomo che fa al caso suo, e poi tentennano sulla sua immagine riflessa sulla vetrina: jeans neri, maglietta nera, Vans, i capelli leggermente spettinati che fanno risaltare di più il fatto che vive in un appartamento di trenta metri quadri praticamente privo di mobilio, con un materasso buttato a terra e i vestiti raccolti in una cassettiera in cui non si distinguono quelli puliti da quelli sporchi e una cucina arrugginita che non usa mai e il soffitto ricoperto di graffiti in modo da guardarlo come fosse il cielo, una stanza aperta.
Al risveglio dai suoi pensieri c'è una mano sulla sua spalla, ma non un alito all'aroma di Jack Daniel's sulla guancia come si aspettava.
«Zayn Malik? Sei tu?» una voce roca gli risuona nelle orecchie, ma la troppa esposizione al sole nelle ore di punta causa a Zayn sempre una certa emicrania e qualche offuscamento alla vista. In quel momento, infatti, i suoi occhi faticano ad ambientarsi e anche quando l'uomo continua a parlargli, è ancora convinto si tratti di un vecchio dai capelli unti che si atteggia come un ragazzo della sua età.
«Uhm – sì, sono io» borbotta comunque, sfregandosi il retro del collo e girandosi dalla parte da cui proviene la voce.
«Bene. Io sono Harold Styles, ma puoi chiamarmi Harry» e Zayn fa appena in tempo a sbattere le palpebre per snebbiarsi un po' le pupille, per vedere l'uomo accanto a lui fargli l'occhiolino.
La sua mascella quasi cade a terra quando riesce a vedere completamente: la voce rauca e profonda proviene da un uomo, o meglio ragazzo, sui ventotto anni, più alto di lui, con lunghi capelli ricci e un sorriso sghembo che gli fa assumere quello sguardo furbo da bambino di cui Zayn non sa se fidarsi o meno. Deve fidarsi? È uno che conosce Matt e Zayn si fida di Matt, quindi, che male c'è?
«Piacere... Harry» mormora stringendogli la mano.
Oltre ai capelli scuri e gli occhi verdi, l'uomo ha un indecifrabile fascino. Zayn è quasi attratto da lui in modo fisico, come se avesse un campo magnetico che lo fa desiderare di avvicinarsi sempre di più fino a far toccare i loro petti e scontrare i loro nasi.
«Allora, Zayn Malik, sei qui per mostrarmi le idee del tuo amichetto Matt» afferma Harry, procedendo verso il tavolo da cui si era alzato per andare incontro a Zayn.
Il moro annuisce, anche se effettivamente è dietro di Harry, ma in qualche strano modo sa che lui lo percepirà.
«Sai una cosa?» chiede Harry quando sono seduti al tavolino di ferro battuto, e si stanno guardando negli occhi e Zayn è più che sicuro che non riuscirà a resistere dal saltargli addosso e baciarlo perché è così – così sexy e bello e affascinante che è dura stare fermi sulla sedia, è dura non far notare che c'è un rigonfiamento sul suo cavallo che sta crescendo ad ogni sua parola, ed è dura – durissima –sopportare la sua bellezza spiattellata in faccia come una presa in giro, come una beffa di Zayn, che si prende tanto cura del suo corpo che è diventata una reale fissazione – una malattia, lui lo sa – probabilmente Harry questa mattina ha solo dato una scossa ai capelli e si è infilato i primi vestiti lussuosi e stivaletti cerati che aveva nell'armadio prima di uscire di casa per venire all'incontro, con la metro o forse con un autista o forse con la sua Mercedes classe f decappottabile appena riverniciata.
Zayn agita la testa e si maledice per non aver preso il suo snapback come avrebbe voluto, in modo da proteggersi dal sole, ma probabilmente aveva ragione questa mattina quando pensava che sarebbe stato ridicolo andare ad un incontro di lavoro (lavoro di Matt) con un cappello dei Senators.
«A me non interessano affatto le idee di quel Matthew. Sono sempre orribili e senza originalità. Tu hai qualcosa da farmi vedere?» si gira improvvisamente verso di lui e Zayn è preso alla sprovvista e ha ancora le labbra leggermente schiuse, gli occhi aperti, i palmi che sfregano sulle cosce per distrarsi e per trovare qualcosa da fare oltre a fissare la mascella di Harry muoversi, la sua lingua sbattere tra i denti e immaginare di baciare l'una e leccare l'altra.
«C-come?» balbetta lui tentando di non far notare troppo quanto stava sbavando.
«Ti ho chiesto se hai qualcosa di tuo da farmi vedere. Mi stai ascoltando?» chiede sporgendosi verso di lui con un tono leggermente infastidito.
Le sue sopracciglia corrucciate e quegli occhi verdi che lo scrutano, bastano a far risvegliare Zayn dalle sue fantasie che, onestamente, sono troppo anche per lui.
•••
Aggiorno a 10 voti
Love ya xx
STAI LEGGENDO
Astronauts |Zarry AU|
Random«Guardati - guardati, è un ordine» dice Harry fermamente, trascinandolo davanti allo specchio. Zayn scuote la testa, mantenendo gli occhi chiusi. «Ho detto guardati.» «Non posso, non ce la faccio, sono malato. Lo capisci? Malato.» •copertina creata...