Capitolo 4

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«Hai intenzione di farmi vedere i tuoi lavori oppure no?» ripete Harry con un sorrisetto divertito. Forse pensa che Zayn lo stia aggirando, o forse semplicemente lo trova simpatico.

«Uhm... Ho tutto a casa. Possiamo rivederci uno di questi giorni, se vuoi.»

«Oppure possiamo andare a casa tua.»

Inizialmente, pensa che sia solo una sensazione, per il fatto che è emozionato dalle ultime parole di Harry. Poi tutto si fa chiaro: il cuore di Zayn inizia a battere molto più forte del normale e le sue ghiandole salivari sembrano non essere mai esistite. Le sue mani cominciano a tremare e sente quella sensazione di pressione tra lo stomaco e il diaframma che lo avverte dell'avvicinarsi di un attacco di panico.

Lo sguardo di Harry si fa preoccupato, ma Zayn gli fa un cenno e tira fuori dallo zaino una bottiglietta arancione piena di pillole grosse come arachidi.

E ne tira fuori due ma, cazzo, non può prenderle con l'alcol. Tuttavia, sa che se non lo farà potrebbe finire a terra con il petto che si alza e abbassa ad una velocità impensabile e le gambe che si muovono per conto loro, tutto nel giro di qualche minuto. Non sarebbe dovuto stare sotto il sole per tutto quel tempo.

«Vuoi un bicchiere d'acqua?» chiede Harry, già facendo un segno al cameriere.

Zayn annuisce con sempre più foga, perché sente il sangue a momenti fluire troppo velocemente e a momenti non fluire proprio.

Quando gli viene portata di corsa una bottiglietta di acqua e caccia due pasticche di Duloxetina per poi infilarle in bocca, si stupisce vedendo l'espressione di Harry: non è più preoccupato, o spaventato – perché non capita tutti i giorni di prendere un drink con una sorta di psico-disturbato – è più... interessato? Forse affascinato. Lo fissa mentre deglutisce e beve altri sorsi di acqua, con le pupille dilatate e ciò fa pensare a Zayn che ha una possibilità, magari, che Harry voglia davvero andare a casa sua per quello.

Allora, Harry si alza, afferra la bottiglia di Evian e poi la mano di Zayn come se avesse fretta, e l'ipotesi viene confermata quando fruga nelle tasche con rabbia quando non riesce ad uscirne gli spiccioli che gli servono; poi li getta sul tavolino assieme ad una banconota da venti sterline e lo trascina via, in strada, verso la stazione.

Quando prendono per un soffio la metro per Embankment, Harry sta ancora tenendo la mano di Zayn, anche se le loro dita non sono intrecciate, e non la molla per tutto il tragitto, fregandosene delle occhiate della gente e gli sguardi curiosi di alcuni piccoli studenti in uniforme.

Zayn infila la chiave nella toppa e Harry non gli è addosso, ma sente il suo respiro sul collo e finalmente, dopo tutto il tragitto in un religioso silenzio:

«Fammi vedere tutto ciò che fai» sussurra prima di lasciare un bacio umido sul suo lobo che gli manda scariche elettriche direttamente allo stomaco.

I due ragazzi entrano nell'appartamento e Zayn vorrebbe che Harry lo spingesse sul suo letto e che lo spogliasse con i denti e poi lo mordesse, e toccasse ogni centimetro della sua pelle fino a farlo muovere a scatti. E poi penetrerebbe in lui lentamente, per farlo soffrire e spingersi più vicino per averne di più, e di più ancora.

Quando entrano, si ricorda delle condizioni del suo appartamento, ma se ne frega, perché quello è ciò che lui è, il modo in cui è. Quello è lui: disordinato, artistico, acculturato, fascinosamente e teneramente vuoto.

Cosa pensa Harry di lui? Certo, gli importa, ma non così tanto. A lui importa ciò che Harry fa.

«Così qui è dove abiti, eh?» sussurra Harry ancora sul sul orecchio. Zayn si limita ad annuire e aspettare qualche altra parola.
«Mi piace. Come mi piaci tu. Adesso fammi vedere cosa sai fare...» parla, portando una mano sul suo fianco e una più in basso sulla pancia.

Zayn non sa cosa Harry intenda con quelle parole, quindi, non volendolo spaventare, lo guida lentamente verso la parete a destra dove sono appoggiate tutte le sue tele.

«Puoi semplicemente guardare» dice, perché effettivamente non è bravo a parlare delle sue opere e del suo lavoro. In realtà non è bravo a parlare di niente ma al momento si sta solo preoccupando di aver alzato troppo la voce.

Dopo qualche minuto – in cui Harry è semplicemente stato a fissare i suoi quadri, spostare tele per guardarne una dietro ma senza mai togliere una mano dal polso di Zayn – finalmente, si gira. E stavolta Zayn sente qualcosa dentro, una specie di ansimo interno, un risucchio di aria improvviso, come quando ci si spaventa. E poi si accorge che, realmente, ha paura. Paura di cosa Harry potrebbe fargli se lui gli concedesse se stesso. Spesso si abbandona a persone o cose che poi lo trascinano in basso, fino a toccare il fondo con le mani e tastare sulle palme e sulle guance e sulla fronte la dura e fredda superficie della solitudine.

«Sei così bello, Zayn» sussurra Harry guardandolo dritto negli occhi.

I suoi occhi sono talmente bollenti che quasi si sente lo sfrigolio che fanno a contatto con quelli di Zayn. È mai possibile? È realmente possibile che solo uno sguardo possa farti sentire così molle e pronto a cadere?

«Sai quanto ti voglio» mormora Harry avvicinandosi pericolosamente a Zayn, facendolo sentire contemporaneamente fragile e potente, pieno dell'aria che Harry sta respirando sul suo viso, in un modo talmente malsano e dipendente che non sa se potrà resistere ancora a quel contatto.

E poi, Harry è su di lui. È su di lui in tutti i sensi, fisicamente ed emotivamente. E Zayn si immerge in lui e nel suo profumo al punto di non sentire più il suo corpo ed essere convinto di far parte di quello di Harry.

Sente le sue braccia avvolte attorno alla vita, le sue labbra sulle sue. E per un po' rimangono immobili, in piedi in mezzo al loft, solo due lingue che si muovono all'unisono e le mani che frugano nella pelle dei fianchi e nei capelli. Harry spinge il bacino contro il suo e Zayn emette un gemito nella sua bocca; poi porta le dita a infiltrarsi sotto alla sua camicia.

Dopo poco, Harry si stacca, fissa Zayn negli occhi e lui ha improvvisamente l'impressione che abbia sbagliato, che Harry sia etero. Panico.

«Non oggi» sussurra con un ghigno. Poi si sposta, va verso la porta dopo aver lasciato un ultimo bacio sulle sue labbra dischiuse.

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