A/N: Per favore date un'occhiata a "Began in the sea" di MyDrugInYourEyes
xx«Zayn! Perché non hai risposto al telefono? Oh, tesoro, che fine avevi fatto? Cazzo, mi sono spaventato!» strilla Matt entrando come un tornado nell'appartamento.
Sono questi, pensa Zayn, i momenti in cui si pente di dimenticarsi di avere uno spioncino.
«Sto bene. Solo, Matt, per favore, non urlare. Ho un mal di testa orribile» borbotta massaggiandosi la fronte.
«Hai preso qualcosa? Ti faccio una tazza di caffè» conclude risoluto – sempre strillando – affrettandosi verso la cucina.
Mentre Matt prepara il suo caffè stranamente in silenzio, Zayn comincia a parlargli, e non perché è un amico fidato o perché vuole condividere con lui le sue emozioni, ma semplicemente perché è estremamente stanco e tutto questo enorme affare della sua famiglia sta pesando solo e solamente su di lui. Quindi decide semplicemente che vuole dire a Matt – o comunque al primo che gli fosse capitato per le mani – tutto quello che sta passando.
«Cazzo, sono dei totali bastardi. Doniya dice che per lei è troppo e se ne sta lì al sicuro con la sua famiglia, lontana da noi. Almeno lei piange. Ho parlato con Walihya e praticamente sembrava che non fosse sua madre. Aveva un'aria così annoiata. Safaa sta prendendo da lei e questo non mi piace affatto. Mi dice che papà sta tutto il giorno chiuso in camera o nello studio, chiuso a chiave. Dice che lo sente piangere ogni tanto. Ma io – io cosa devo fare? Mia madre non si ricorda la voce di sua figlia, non sapeva chi sono Michael e Cath. Te ne rendi conto? E loro se ne fregano. Onestamente, Matt, non pensavo che la mia famiglia fosse così.» Finisce per guardare Matt seduto davanti a lui con occhi imploranti.
Il ragazzo si sporge sulla penisola verso di lui e gli accarezza la guancia.
«Tu sei una persona meravigliosa, Zayn. Non meriti tutto questo. Loro non sono nemmeno degni di starti vicino. Lo sai questo?» sussurra mentre si avvicina pericolosamente al suo collo. Ci soffia sopra.
«Non pensarci più, solo per quest'ora. Io posso aiutarti, se vuoi...»Zayn a quel punto è un po' schifato, ma ha le lacrime agli occhi e sa che se parlasse per allontanarlo ne uscirebbe un verso spezzato; quindi semplicemente lo lascia fare, e pensa che Matt sia qualcun altro mentre gli dà leggeri baci sul collo e infila la mani tra le sue gambe.
Un'ora dopo, steso sul letto con una sigaretta in bocca, Zayn non ha dimenticato né la sua famiglia, né i suoi casini, né Harry. Sono ancora tutti lì, a danzare come lingue di fuoco insieme nella sua testa. Matt probabilmente se ne sta andando, forse incazzato, forse confuso. Perché Zayn non è venuto, non era nemmeno troppo eccitato. Diciamocelo, Matt è bellissimo, con i capelli biondo scuro e gli occhi azzurri, quel sorriso così bianco e luminoso. Ma è sempre la solita solfa: i ragazzi belli sono stupidi e rompipalle. Non c'è storia, è così. E così è anche Matt, tremendo e bellissimo. Non è fisicamente possibile che Zayn riesca ad eccitarsi con Matt dopo averci convissuto per tutti questi anni. Realmente, Matt non è neanche bravo a letto. La faccenda è pessima.
«Zayn, non mi è piaciuto come ti sei comportato oggi» sbuffa allacciando la fibbia della cintura.
Zayn non lo guarda e prende un tiro dalla sua sigaretta.
«Zayn, mi stai ascoltando?»
Si alza a sedere e butta il mozzicone nel porta cenere sul pavimento, si passa le mani sul viso e poi tra i capelli. È a petto nudo, e anche senza guardare, sa che Matt lo sta fissando.
«Sì, ti ascolto» borbotta.
«Bene. Sai che quello che hai fatto non mi è piaciuto.»
«Mh-mh.»
«Oh, sei un disastro!» strilla, ed esce sbattendo la porta. In quell'istante, è come se tutto rilasciasse un sospiro di sollievo, ogni oggetto, ogni parete, ogni finestra, ogni granello di polvere sul pavimento. Tutto respira di nuovo, abbassa le spalle e sorride, spensierato. Nell'appartamento di Zayn tutto è spensierato, è come un nido in cui esprimersi senza tante complicazioni; glielo dicono tutti, ma molto probabilmente Matt ha – o è – un problema dato che riesce a portarsi dietro le sue ansie fino in casa sua e addirittura trasmetterle a tutto, adagiandola come un tela dai disegni intricati dappertutto, una specie di orribile e buia trappola in cui puoi cadere in ogni momento. È un po' come quei giochi a cui tutti hanno giocato da bambini con gli amici o i fratelli: quella cosa che devi camminare su qualsiasi oggetto perché per terra c'è la lava bollente. Ecco, così è la scia di Matt. Sei costretto a stare cauto ad ogni passo perché in qualsiasi momento potresti caderci dritto dentro, e una volta che sei dentro precipiti come nella tana del Bianconiglio. Da lì in poi, sei fottuto.
Dopo cinque ore abbondanti – all'ora di pranzo, per Zayn – si decide a mandare un messaggio a Matt.
"Pranzo?"
La risposta, ovviamente, arriva dopo circa trenta secondi: "Tra mezz'ora esatta all'angolo."
"Ok" si limita a rispondere.
Mentre fa la doccia, si insapona velocemente la testa, pensa al fatto che, ora che ci pensa, sente la mancanza della marijuana. Potrebbe chiamare Ezra, potrebbe chiedergli di incontrarsi, potrebbe andare fatto all'appuntamento con Matthew in modo da non doverlo sopportare da sobrio, potrebbe semplicemente bere qualcosa. Sì, decide di ubriacarsi leggermente e contattare Ezra dopo pranzo. Si sciacqua in fretta ed esce, tralasciando di avvolgersi un asciugamano addosso, se lo passa semplicemente addosso e poi ci si scompiglia i capelli. Dopo – a soli otto minuti dell'appuntamento – inizia a rasarsi la barba lentamente, con cura, fino a sentire la pelle morbida al tatto. Esce dal bagno e va verso il comò a destra e ne estrae un paio di boxer marroni. Ma quando sente una strana sensazione sulla schiena, come quando qualcuno ti fissa intensamente, quel pizzicorino alla pelle che ti fa scuotere e avere i brividi, dimentica i boxer e si gira, lasciandoli cadere a terra. Presto, la sua mascella li raggiunge.
«Da quanto sei qui?» È la prima cosa che chiede. Sussurra: la voce non esce del tutto ferma.
«Credo una decina di minuti. Ti ho sentito uscire dalla doccia e ti ho guardato farti la barba... Credo che dovresti coprirti, adesso.» Harry indica con un cenno il pube scoperto di Zayn, e lui arrossisce all'istante. Si affretta a prendere l'indumento dal pavimento e infilarselo.
«Sta tranquillo,» ghigna Harry alzandosi dal divano su cui è seduto, «non ti mangio.» Ma quando lo dice, sembra intenda il contrario.
Arriva da dietro a Zayn che è bloccato a fissare il muro, incapace di girarsi e guardare nei suoi occhi. Quando Harry si spinge su di lui il panico lo assale. Comincia a baciare lentamente il suo collo e Zayn si trova presto e inconsciamente a toccarsi; in quel momento lo pervadono sensazioni totalmente contrarie a quelle di questa mattina. Tutto ciò lo porta a dimenticare Matt.
«Ti voglio.» sussurra.
Quando Harry pronuncia quelle parole, Zayn è convinto che l'alcol non gli servirà, perché la sua sbronza sta esattamente dietro di lui.
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Astronauts |Zarry AU|
Random«Guardati - guardati, è un ordine» dice Harry fermamente, trascinandolo davanti allo specchio. Zayn scuote la testa, mantenendo gli occhi chiusi. «Ho detto guardati.» «Non posso, non ce la faccio, sono malato. Lo capisci? Malato.» •copertina creata...