Part 1.

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NEW YORK. Cosa si pensa quando si sente il nome della città americana più famosa al mondo? Successo?, spettacolo?, sogni?. Giudicatemi come fredda e senza immaginazione ma io non vedo nulla di tutto ciò. Sarà perché è da ormai due anni che abito qui eppure non ho mai incontrato qualcosa , o qualcuno, che davvero mi piaccia. La mia vita è piuttosto monotona: la sveglia sempre alla stessa ora, sempre la stessa divisa e lo stesso cartellino, sempre gli stessi itinerari ma, soprattutto, sempre gli stessi volti. Non che mi dispiaccia eh, sono un disastro con i rapporti sociali. Vivo in un appartamento nel centro di Manhattan che condivido con una ragazza, Jemima, che però sta cercando di trasferirsi dal suo ragazzo, quindi non c'è neanche stasera.

Dopo aver visto qualche stupido programma televisivo, decido di andare a dormire, sperando di riuscirci senza svegliarmi in un bagno di sudore a causa del caldo estivo.

Sono le 9.30 AM quando apro lentamente gli occhi sperando di non essere invasa dalla luce naturale. Oggi ho il turno pomeridiano, quindi ho la mattinata completamente libera. Mentre fantastico su cosa potrei fare il tempo vola, meglio alzarsi.

Scendendo dal letto sento una forte fitta all'altezza dei reni. Mi precipito in bagno e mi accorgo della mensile macchia rossa sugli slip bianchi. Li cambio immediatamente per poi sbuffare e scuotere la testa quasi in preda al panico.

Mi dirigo al piano di sotto in cucina e, prendendo una tazza di latte e caffè e il pacco di fette biscottate che non mi abbandonano mai, mi siedo su uno sgabello abbastanza alto per la mia statura minuta. Accendo la Tv e continuo a vedere dei programmi americani così uguali tra di loro. Mi viene in mente subito mio padre e quando commentava borbottando ogni volta che cambiavo canale, non li sopporta e non li ha mai sopportati. Ridacchio a quel ricordo finendo di scolare la tazza che ho comprato giusto qualche giorno fa e sorrido per la scelta perché la trovo ancora molto carina.

Accendo il computer e vado su Youtube, nonostante sia in America non ho mai smesso di vedere video di Youtuber italiani, mi fanno sentire a casa. Dopo poco spengo il computer e sono completamente vuota e a corto di idee. Prendo il telefono e chiamo Darla, una ragazza con la quale ho legato che viene nella mia stessa università, ma in facoltà differente dalla mia. In poco tempo ci mettiamo d'accordo e tra circa un'ora dovrei stare a casa sua. Sospiro soddisfatta, almeno riempio il mio tempo.

Nel frattempo però, prendo il libro che sto leggendo attualmente e sfoglio qualche pagina in attesa che passi il tempo e che debba prepararmi. Sono agli inizi di "Io sono di legno" di Giulia Carcasi, giornalista italiana ovviamente, ma già mi sento molto appassionata al tema.

Mi immergo nella lettura fino a quando sento il cellulare vibrare. Lo prendo e leggo il messaggio di Jemima.

From:Jemima h:10.57 AM

Oggi passo a prendere le ultime cose, fammi sapere quando possiamo vederci così ti do le chiavi. Buona giornata, Jem.

Rispondo subito.

To: Jemima h:10.58 AM

Chiamami così mi faccio trovare a casa. Baci, Marti.

Poso il cellulare ma mi rendo anche conto che è un po' tardi. Salgo su in camera ed apro l'armadio. Mi mordo il labbro non sapendo cosa mettere, opterei per dei jeans lunghi a vita alta con una maglietta colorata a maniche corte ma i 32° di fuori non me lo permettono, quindi scelgo un vestito fresco nero con fantasia rossa e bianca con un paio di sandali alti.

Vado in bagno e sciolgo la treccia a spiga di pesce che faccio ogni sera per rendere più voluminosi i capelli ma mi accorgo che la mia bocca è piegata in una smorfia di fastidio e rassegnazione dato che il risultato non mi piace per niente, accendo la piastra e poi faccio un giro per la grande casa aspettano che si scaldi.

Una volta che i miei capelli castani sono ben allisciati e raccolti in un cerchietto spesso e nero, Darla mi chiama avvisandomi che tra circa mezz'ora potrò stare tranquillamente da lei. Guardo l'orologio: 11.26 AM.

Vado in bagno e mi lavo i denti, mi spruzzo un po' di profumo e metto una crema per il viso prima di truccarmi.

Ho sempre amato, fin dagli inizi della mia adolescenza, conciarmi bene per uscire, ogni cosa deve essere perfetta. Nonostante abbia un maremoto dentro di emozioni, pensieri, ricordi, ansie, paure e quant'altro... fuori non devo far trasparire nulla, devo essere sempre presentabile, in qualsiasi occasione, non si sa mai cosa potrebbe accadere, no?

Sebbene abbia più di vent'anni non mi trucco molto per la mia età, soprattutto d'estate. Mi piace il colorito che ha preso la mia pelle dopo molti giorni passati al mare da quando i corsi all'università sono finiti ad oggi, e non credo che servano fondotinta, fard o altro per la mia pelle. Uso, quindi, una matita verde petrolio nella linea superiore ed inferiore interna dell'occhio, un mascara waterproof sulle ciglia sopra e sotto e un filo di lucidalabbra lucido al limone.

Sorrido soddisfatta allo specchio della camera per poi riporre negli appositi spazi i trucchi.

Tiro un sospiro di sollievo buttandomi sul divano quasi sfinita, il caldo mi sta uccidendo. Aspetto qualche minuto per rilassarmi per poi alzarmi di scatto prendendo cellulare e chiavi della macchina uscendo dalla porta d'ingresso e poi dal cancello esterno. Entro nella mia Mini Cooper nera opaca e la accendo subito prima di mettere su l'ultimo CD di Katy Perry, Prism.

Il viaggio è abbastanza breve e riesco ad arrivare davanti al cancello di Darla prima che il trucco si sciolga del tutto.

Dopo un pranzo ricco di risate e chiacchiere è arrivato per me il momento di tornare a casa per cambiarmi ed andare a lavoro. Prendo una maglietta a maniche corte, corta e nera con delle rose rosa, dei pantaloncini di jeans a vita alta strappati e le mie amate converse bianche basse.

Corro in bagno sapendo di essere in ritardo, mi sguardo allo specchio e mi accorgo di non aver tempo per sistemarmi il trucco, ma non è nemmeno tanto sbavato da essere così impresentabile. Poi passo ai capelli e mi dirigo in camera per prendere un cappello di lana fregandomene del caldo, lo sistemo sulla mia testa piena di ciocche.

Guardo l'orario: 4.57 PM. Scendo al piano inferiore e prendo, nuovamente, chiavi e cellulare. Uscendo mando un messaggio a Jemima.

To: Jemima h:4.59 PM.

Passa al negozio, sono lì.

Non aspetto che risponda ma entro nella macchina e comincio a guidare verso Chinatown dove si trova "Make Body", il negozio di intimo dove lavoro.


Tutti gli eroi hanno il proprio costume, il mio ha tatuato un omino stilizzatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora