Sbuffo quando, per l'ennesima volta, trovo un semaforo rosso acceso davanti ai miei occhi. Finalmente, dopo circa venti minuti, lascio la macchina dall'uomo che la sistemerà, non è che non funzioni completamente, ma fa dei rumori strani ogni volta che freno...
Mi fermo per pochi minuti, fortunatamente, davanti alla fermata del tram che mi porterà proprio davanti al mio negozio, è stato più conveniente dell'imbarazzo che avrei provato con Louis accanto.
Smetto di pensarci quando alzo lo sguardo e mi ritrovo il negozio dove lavoro davanti agli occhi, non mi ero resa conto di averci messo così poco. No okay, sono quasi le 7 PM, ossia sono in ritardo.
"Scusate il ritardo, giuro che faccio la chiusura". Julia mi guarda e poi scoppia in una risata, sicuramente ho un aspetto divertente, ma potrebbe anche evitare di ricordarlo a tutte le clienti presenti in negozio.
Guardo l'orologio: 7:02 PM. Per un'ora mi tocca lavorare. Sbuffo andando nel magazzino per lasciare il mio cellulare, poi torno e comincio a sistemare gli scatoloni e a fare scontrini.
L'ora passa in fretta, ma mi ricordo di aver un appuntamento questa sera. I miei zii italo-americani mi hanno invitata a cena da loro. Abitano al Bronx e, facendo un veloce calcolo per le 10 PM dovrei stare da loro. Cavolo, che testa che ho!
A questo punto decido di chiamare mio zio dicendogli che mangerò qualcosa a casa e poi li passerò a trovare dopo cena. Mi rassereno quando mi risponde che capisce che la vita a New York non è semplice e gli fa piacere comunque vedermi per due ore.
Salgo nuovamente sull'autobus sperando che mi porti a casa il prima possibile. Fortunatamente alle 8:39 PM entro nella mia "dimora" e schizzo su in camera non curandomi di dove sia il mio coinquilino. Lascio borsa e chiavi per terra e mi fiondo sull'armadio. Lo apro, ma perché quando ne ho bisogno non ho mai niente da mettermi?
Decido di prendere una maglietta a maniche lunghe bianca leggera, questa sera a New York fa abbastanza freddo, dei skinny neri e delle Dr.Martens nere basse. Proprio mentre le sto infilando una voce risveglia ogni mio pensiero.
"Come mai vai così di fretta stasera?". Mi giro e non posso fare a ,meno di sbuffare vedendo quel sorrisetto sempre presente. Ruoto gli occhi dicendo acida: "Ora non è il momento Louis, mangerai da solo. Io esco"
Mi alzo e per poco non cado a terra a causa di un giramento di testa improvviso. Mi do una veloce spazzolata legando poi la mia chioma in una coda di cavallo. Mi ridefinisco il trucco con la solita matita ed un lucidalabbra rosa con dei brillantini che a mio parere è piuttosto elegante. L'altro è finito, quindi ho da poco cambiato routine.
Prendo chiavi, portafoglio e cellulare e saluto Louis velocemente che, dopo averlo cacciato dalla mia stanza, si è impossessato della cucina e sta cuocendo qualcosa di squisito che non mi interessa sapere cosa sia.
Prima di andare alla fermata mi fermo in una yougurteria per cenare, la mia crema acida e bianca è addolcita da biscotti prettamente americani con gocce di cioccolato, una vera delizia.
Alle 10:07 PM sono davanti casa dei miei parenti che pochi minuti dopo mi accolgono calorosamente come sempre. Amano essere visitati da noi italiani ed io, nonostante sia qui da due anni, sono passata poche volte a trovarli.
Mi siedo al tavolo con loro prendendo un amaro alla liquerizia e qualche bicchierino di Mirto, amo l'alcol. Poi mi rifaccio con il caffè.
In poche parole, ridiamo, scherziamo, chiacchieriamo e ci abbracciamo. A volte devo dire che sono davvero belle le serate passate in famiglia.
Verso mezzanotte sento che le mie palpebre si stanno affaticando e non è un bene dato che dovrò prendere nuovamente l'autobus fino a casa. Saluto tutti con dei calorosi abbracci, solo noi italiani sappiamo come ci si vuole bene.
La fermata è vuota ma questo non mi teme, sono abituata a girare di notte, anche se l'aria del Bronx non è un posto così affidabile.
Le corse notturne sono sempre le più belle perché non trovi molta gente sul mezzo di trasporto e per la maggior parte sono quindicenni che fumano.
Mi ritrovo a casa ed entro piano non volendo fare rumore per non svegliare Louis, il quale mi accorgo poco dopo che non sta dormendo. Mi invita a sedermi accanto a lui per vedere la partita dell'Italia.
Mi sento subito in difficoltà, la mia faccia mentre dormo non è la meraviglia fatta persona ed inoltre, se dovessi addormentarmi lì, cosa di cui sarei benissimo capace, probabilmente il ragazzo mi porterebbe nella mia camera e ormai spero che si sia capito che sono una persona abbastanza possessiva, quindi sarebbe totalmente fuori programma.
Dopo avergli detto di aspettare ed essermi chiusa in camera presa dal panico, mi ricordo che prima di partire per l'America avevo creato dei buoni propositi ed uno di questi era di lasciarmi andare, seguire l'istinto e godermi a pieno gli anni che sto passando all'estero. Quindi mi tolgo le scarpe e scendo con un atteggiamento fiero, più sicuro. Lui mi sorride come sempre ed io ricambio quasi sincera sedendomi vicino al bracciolo, parecchi centimetri lontana da Louis.
Lui mette la partita e poi si alza prendendo dei Pop Corn cotti in precedenza, mi allunga la ciotola una volta che si risiede ma io la allontano scuotendo la testa. Non ho fame. Dopo quasi due ore la partita finisce, guardo l'orologio e sono le 2:23 AM.
Mi giro verso Louis che sta dormendo, wow credevo di essere l'unica ad avere una percezione di sonno inumana. Lo scuoto prima di soffermarmi ad osservare ogni suo lineamento: le labbra sottili leggermente schiude, il naso piccolo ed all'insù, la barba del tutto incolta e le ciocche di capelli che scendono leggere sulla fronte. Mamma mia quanto è sexy, okay no. Martina smettila, è totalmente anormale che tu abbia perso tempo per formulare un pensiero così fuori dalla norma.
Si muove sotto il mio tocco quindi tolgo la mano. "Che ore sono?". Mi chiede con voce roca ed impastata dal sonno, gli rispondo e lui annuisce. Dopodiché si alza e va in camera sua senza salutarmi. Anche io faccio lo stesso e mi cambio mettendo a lavare la camicia da notte che ormai uso da una settimana, indossando invece dei pantaloncini esageratamente corti ed una canottiera per dormire.
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Tutti gli eroi hanno il proprio costume, il mio ha tatuato un omino stilizzato
Fiksi PenggemarMartina Baccarani non è mai stata una ragazza sorprendente, ma la sua decisione di partire per un continente così lontano e diverso dal suo come l'America, convince tutta la famiglia, compreso il padre, che infondo è una ragazza indipendente e sicur...