I corsi all'università sono impegnativi e coincidere il tanto studio con il lavoro non è mai semplice, soprattutto quest'anno, che si dice sia il più duro. Fortunatamente ho deciso di rimandare un esame per partire per l'Italia, sì, finalmente tornerò nella mia amata e grande Roma, peccato che sia solo per due settimana. Louis verrà con me, non è mai stato nel mio paese e ha colto l'occasione per visitarlo.
Stiamo giusto uscendo per andare a fare una passeggiata nel centro di Manhattan, i preparativi per il viaggio sono tanti e un nuovo guardaroba o qualcosa di caldo per partire riusciranno ad entrare nella mia valigia. È tardi, mi sono svegliata tardi e quindi devo prepararmi di corsa. Metto una maglietta che lascia scoperta la pancia a maniche corte nera e bianca, dei pantaloni neri, un maglione leggero e largo bianco e nero e degli stivaletti più o meno alti neri.
Alliscio i capelli ma quando Louis viene a bussarmi capisco che non ho nemmeno il tempo di truccarmi, alzo le spalle e sbuffo aprendo la porta. Lo ritrovo in una maglietta nera con il logo dell'Adidas bianco, degli skinny jeans neri e delle Vans azzurre. I suoi capelli e la sua barba sono diventati ancora più lunghi e mi diverto a dargli nomignoli simpatici a proposito del suo look selvaggio.
Sì, il rapporto tra me e il ragazzo sta cambiando e chiamarlo amico sarebbe un eufemismo. Non è più la persona che nel caldo agosto è entrata in casa mia, ora è qualcosa di più intenso, più e speciale e più mio.
Lo spingo con una mano sullo stomaco lasciandogli un bacio sulla guancia ruvida. Prendo la mia borsa ed esco con il cellulare in mano aspettando il moro fuori dalla porta. La sua Ford grigia si illumina quando sento il rumore delle dita del ragazzo sul telecomando d'accensione. Faccio qualche passo in avanti assicurandomi che stia chiudendo casa.
La voce di Demi Lovato riecheggia nell'auto e non posso che appoggiare la testa al finestrino pensando a quando sarò nella mia cameretta, del tutto uguale a come l'ho lasciata, giusto un po' impolverata. Una lacrima riga il mio viso, la lascio cadere lenta fino a che non scende e cade sul mio petto,sussulto per quando sia fredda e la tolgo rimanendo a guardare i passanti. La calda mano di Louis si appoggia sul mio ginocchio ed un sussurro è come se entrasse da un orecchio e non riuscisse più ad uscire "Andrà tutto bene, io sono qui con te". Mi è già capitato di sentirmi così, come se tutto dipendesse da quelle parole. Non voglio fidarmi di quella maledetta farse appena pronunciata. Scuoto la testa e poi accenno un sorriso carico di tristezza. Ma nonostante ciò, so dentro di me che lui è veramente qui per me, che siamo destinati a sopravvivere insieme, a completarci, a guardarci negli occhi e prometterci che ci saremo l'uno per l'altra. O almeno voglio credere che per una volta la mia felicità dipenda da qualcuno.
Scendo dalla macchina con lo sguardo basso e la mia piccola tracolla su una spalla. Entriamo nel primo negozio dove tutto è bello ma la voglia di comprare non arriva, qualcosa non va sicuramente. Fortunatamente in questo posto c'è anche il reparto maschile quindi dico a Louis che può guardare lì mentre io esco. Annuisce e io spero che non mi abbia capito, anche perché sarebbe la fine.
Il mio pacchetto di sigarette sta per finire, ma non ho fretta di comprarlo. Ne porto una alle labbra e mi appoggio al muro con la schiena. Sento la nicotina invadermi le vene non appena inspiro per la prima volta. Guardo la punta bruciare e mi sento subito meglio, so che è solo un effetto psicologico ma mi basta per non pensare.
Non appena sto per fare l'ultimo tiro prima di buttarla lontano, un ombra scura si presenta sulla mia sinistra: Louis. E forse sento che non sono mai stata tanto più felice di vederlo come ora. Sento che devo essere forte e che tutto ciò che ha detto prima è stato solo per farmi sorridere. Lascio correre e gli sorrido. "È tutto okay?". Annuisco semplicemente e pochi minuti dopo ci ritroviamo con miliardi di vestiti in mano pronti a correre verso i camerini. Entro in uno di essi e comincio a vestirmi con ciò che ho preso.
Quando il crop top nero e il chiodo di pelle sono infilati mi guardo allo specchio ed alzo le spalle semplicemente. Sbuco fuori con solo la testa e faccio cenno a Louis di entrare, nonostante lo spazio sia ristretto, ma semplicemente non voglio uscire. Guardiamo entrambi la mia figura riflessa e poi mi concentro sulla sua espressione sorridente "Per me ti sta benissimo questo look" Annuisce e poi mi infila un cappello ampio nero sulla testa ridacchiando. Me lo sistemo per bene e sorrido quasi felice. Mi sposto mettendomi di profilo allo specchio volendo che il moro mi guardasse per bene. Mette una mano sul mio fianco scoperto e sento la mia pelle bruciare sotto il suo tocco caldo e confortevole.
Si avvicina al mio orecchio chinandosi di poco. "Sei bellissima". La sua voce così sensuale mi fa avvampare, per non parlare del bacio umido sulla mascella che mi lascia subito dopo. Abbasso lo sguardo sentendo la mia mano sfiorare la sua. Lo sento uscire e quindi mi cambio velocemente sperando che il mio entusiasmo riesca a calmarsi.
Sono quel tipo di persona che non vuole far capire le proprie emozioni, ma alla fine riesce sempre ad esporsi con pochi gesti. Il viaggio di ritorno è silenzioso fino a quando il moro non decide di parlare. "Allora? Ti sei divertita oggi?". E solo in questo momento mi rendo conto di quanto una sola frase può cambiare lo stato d'animo di una ragazza.
Annuisco semplicemente pensando che forse essere amica di Louis non mi basta più. Forse potrebbe essere davvero la persona che potrebbe cambiare la mia vita, forse le follie che Julia diceva qualche mese fa non sono vere e proprie follie. In fondo so che mi fa stare bene, che la sua voce assonnata quando ci diamo il "buongiorno" la mattina non è poi così odiosa, che i suoi falsi sorrisetti mi piacciono e che quando sorride veramente riesco a vedere in lui della gioia nascosta che non vuole uscire.
So che ormai è chiuso in camera e voglio andarlo a disturbare, non importa se stia parlando con una sua probabile ragazza, la sua famiglia, oppure stia semplicemente pensando a cosa fare della sua vita. Ho bisogno di fargli sapere quello che provo.
Busso alla sua porta aspettando un "Avanti" che non tarda ad arrivare, entro lasciando la porta aperta, mi siedo sul letto dove lui è sdraiato a guardare semplicemente il soffitto, fino a quando non richiamo la sua attenzione. "Louis?, sai quando mesi fa mi hai detto che il tuo sogno più grande è rendere felici le persone?". Lui annuisce semplicemente provando un po' di imbarazzo. Sorrido e mi sdraio accanto a lui, lo stringo forte a me con entrambe le braccia, avendo paura che scappi via. Nascondo le mia faccia nel suo petto caldo ed un suo braccio mi avvolge completamente le spalle.
Non ho il coraggio di dirgli tutto ciò che ho pensato da quando siamo tornati a casa qualche ora fa, mentre mangiavamo e mentre sparecchiavamo. Mi maledico e maledico il mio orgoglio. Alzo gli occhi verso di lui e mi accorgo che entrambi abbiamo un velo di lucidità negli occhi. Sorrido apparentemente senza motivo, ma poi mi rendo conto che tutto questo è stupendo.
Guardo i suoi occhi e poi le sue labbra sottili e rosee quasi incantata. Sento salire in me una voglia matta ed ora trovo quelle parole, le parole giuste, quelle che magari avrei voluto dirgli in quella giornata di agosto in cui lo avevo ritrovato in casa mia e i suoi sorrisi mi avevano tanto irritato. Chiudo poco gli occhi e poi li riapro lasciando uscire quelle parole come fossero la canzone più bella.
"Louis, voglio baciarti".
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Tutti gli eroi hanno il proprio costume, il mio ha tatuato un omino stilizzato
FanficMartina Baccarani non è mai stata una ragazza sorprendente, ma la sua decisione di partire per un continente così lontano e diverso dal suo come l'America, convince tutta la famiglia, compreso il padre, che infondo è una ragazza indipendente e sicur...