capitolo uno.

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Continuo ad osservare il mio profilo nel finestrino dell'auto e, con le cuffie alle orecchie, cerco di dare ascolto il meno possibile a quello che succede intorno a me.

Miami, New York, Parigi, Londra, Milano, Roma, Barcellona e ora Sydney.

Nella mia breve vita avevo visto più città di chiunque altro, ma non era di sicuro una cosa di cui andare fiera, anche se la principale colpa di quei trasferimenti era mia.

Sentì qualcuno chiamarmi e alzai appena lo sguardo, togliendo una cuffia solo perché era Ashton a parlarmi.

"Lolo, hai sentito quello che ti ho detto?" mi chiese dolcemente.

Ashton era un angelo, in ogni senso.

Aveva un viso regolare reso bello dai luminosi occhi verdi e dai ricci capelli biondi, era abbronzato ed aveva un fisico perfetto.

Si faceva sempre in quattro per me e cercava di essere sia un padre che una madre da quando questi erano troppo occupati anche solo per ricordarsi di avere dei figli.

Io, al contrario di lui, avevo i capelli neri, al contrario suo non erano molto ricci e gli occhi delle volte verdi e altre azzurre con qualche sfumatura marrone.

Lui era solare ed espansivo, mentre io difficilmente mi aprivo alle persone.

Mi chiedevo spesso come potessimo essere fratelli.

"No." Risposi. "Stavo pensando, scusa."

"Tranquilla..ho solo detto che secondo me finalmente abbiamo trovato la città giusta per vivere, e secondo te?" Lui mi sorrise incoraggiante, sapeva che non ero molto loquace.

Scossi le spalle "Siamo qui solo da due giorni."

"Si, ma oggi inizierai la scuola, è un momento importante!"

"Tanto durerà poco, come tutte le altre volte." Dissi, smorzando il suo entusiasmo.

Lui mi guardò fisso. "Piantala di fare così, di sicuro troveremo un posto che faccia per noi, ma tu non puoi sempre chiuderti ad ogni novità."

Non risposi, perché altrimenti gli avrei dovuto dare ragione, e odiavo dare ragione alla gente.

La macchina si fermò davanti ad un edifico piuttosto vecchio e raccolsi il mio zaino, uscendo dall'auto "Ci vediamo dopo."

Ashton mi sorrise "Ti aspetto qui."

Annuì, e poi oltrepassai l'enorme cancello di ferro.

La Norwest Christian College non era diversa dalle altre scuole che avevo visto, c'erano i soliti gruppi di ragazzi che mi riservarono i soliti sguardi che si danno ai novellini.

Alcune ragazze scoppiarono a ridere alla mia vista, e io abbassai lo sguardo, ma così facendo non vidi il ragazzo che mi stava passando di fronte, e inevitabilmente gli andai contro.

"Hey, ma guarda dove metti i piedi!" mi urlò dietro.

Era magro e alto, con dei capelli biondi e gli occhi azzurri, sarebbe stato più carino senza quell'aria sciupata e il segno delle occhiaie, probabilmente non aveva dormito molto..

"Scusa, non ti avevo visto." Dissi.

Lui mi puntò un dito contro "Se hai sonno è meglio che te ne stai a letto, nanetta."

I suoi amici si misero a ridere, e io avevo una voglia matta di tirargli uno pugno.

"L'hai stesa, Luke!" disse uno, ridacchiando.

"Sentimi mister io-sono-un-gran-figo" dissi "tra noi due quello che ha le borse sotto gli occhi non sono io. Cos'è, avevi qualche amichetta libera sta notte?"

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