Correvo da ore o forse minuti, ormai non avevo neanche più la cognizione del tempo.
Pensavo solo a muovere il più velocemente le gambe, una dopo l'altra, senza badare alle persone che mi guardavano come se fossi una pazza, dirigendomi verso un punto lontano che nemmeno io conoscevo.
Continuavo a piangere e le lacrime mi appannavano gli occhi, ormai quasi non ci vedevo più.
A un certo punto raggiunsi un gigantesco parco che non avevo mai visto prima.
Ero in una zona abbastanza desolata, e il parco era deserto tranne per qualche ragazzino che studiava sotto a un albero.
Non mi ero accorta di essere così stanca fino a quando non vidi tutto quello spiazzo di erba verde sul quale avrei voluto gettarmi e dormire per ore.
Cercai il luogo più tranquillo del parco, sotto ad un vecchio albero, e mi sedetti.
Luke mi aveva baciato, chi lo avrebbe mai detto? Io no di sicuro.
Ma soprattutto mi era piaciuto, questo si che era strano.
Fino a qualche settimana fa non riuscivo nemmeno a stare nella stessa stanza con quel ragazzo senza andare giù di testa, e ora addirittura piangevo per lui.
Ricordai i brividi che avevo provato mentre le sue mani erano a contatto con le mie, e i suoi occhi azzurro cielo che mi fissavo.
E il suo sorriso, dio mio.
Risi di me, ormai sembravo una di quelle classiche adolescenti che sbavava dietro al ragazzo del quale è innamorata.
Ma io non ero la classica adolescente, no, io ne avevo passate di peggiori rispetto a molte di loro.
Alzai piano una manica del maglione, e sentì gli occhi bruciare al ricordo di tutto quello che avevo passato.
Luis, così si chiamava, il mio ex ragazzo.
Lo avevo conosciuto a Londra, meno di un anno fa, nella mia scuola, era il classico ragazzo del quale tutte si innamoravano, chi lo avrebbe mai detto che si sarebbe interessato a me?
Capelli ricci, neri come i suoi occhi, fisico da paura e studente e sportivo modello.
E aveva notato me, la normalissima Lauren.
Lui li aveva visti, i segni del mio passato, e comunque aveva detto che non gli facevano paura, anzi mi avrebbe aiutato.
E cosi fece, furono due mesi bellissimi, ma alla fine avrei dovuto aspettarmelo che quella felicità non sarebbe stata duratura.
Eravamo a casa sua, da soli, e ci stavamo baciando, proprio come con Luke poco prima, e lui aveva iniziato ad esplorare piano il mio corpo.
Io non capì subito, ma quando lo feci ebbi paura, e gli chiesi di rimandare, ero certa che lui capisse, ma non fu così.
Divenne paonazzo, non era abituato ad essere respinto.
Respinsi i ricordi affondandoli nelle lacrime.
Passai un dito sul braccio, sentendo un poco di dolore quando passavano sui lividi e i piccoli taglietti che passavano orizzontali lungo tutto il braccio.
I tagli non mi spaventavano, ero io a controllarli, erano una punizione che mi infliggevo io, e sapevo di meritarmela.
Ma i lividi, quelli si che mi spaventavano.
Alcuni erano neri, altri giallognoli e molti viola, andavano dalla grandezza di un pizzicotto alla grandezza di una noce.
Luke non era pronto a vedere tutto quello.
"Ti sei fatta male?"
Una voce mi fece sobbalzare, e abbassai di colpo la manica, asciugando le lacrime.
Una ragazzina dalla pelle chiara mi venne di fronte, aveva i capelli marroni con lo shatush biondo e gli occhi marroni.
Poteva essere una parente di Michael, data la somiglianza. (so che non si assomigliano molto ma dovevo, scusate)
"Come scusa?" chiesi.
Lei fece un cenno verso il mio braccio. "Ho visto che ti sei fatta male, sei per caso caduta dall'albero?"
"Nono, è una cosa che ho da tempo."
Lei non sembrava convinta di quello che dicevo, e si sedette al mio fianco.
"Io mi chiamo DinahJane, ma puoi chiamarmi DJ."
"Io sono Lauren Irwin."
"L'amica di Michael?" mi chiese "E' mio cugino, mi ha parlato di te, sei la ragazza per il quale Luke si è preso una cotta?"
Arrossii violentemente. "Penso di si."
Lei sorrise "Secondo me sei la tipa giusta per tenere a bada quel biondino depresso."
"Tu sai...?"
Annuì "Me lo ha detto Mikey."
"Ha smesso, comunque, ma non mi ha detto il motivo."
Lei rise, assomigliava in modo sorprendente al cugino.
"Che hai da ridere?"
Lei si asciugò una lacrima "Ma davvero non ci arrivi?"
Alzai un sopracciglio, non capivo.
"Ha smesso di fare quel che faceva per te."
"Questa è bella." Finsi una risata, che interruppi subito vedendo un'occhiata di fuoco da parte della ragazza.
"Ah ma eri seria?"
Lei alzò gli occhi al cielo. "Sa che ti fa star male sapere che lui è uno spacciatore e visto che non vuole vederti soffrire ha smesso."
"Mi sembra così strano.."
Lei sorrise "Si vede che sei cotta di lui."
"Sapessi che prima lo odiavo."
Scoppiamo a ridere entrambe.
"Comunque vuoi che ti porto a casa?" mi chiese "Sembri parecchio stanca."
Scossi la testa. "Mio fratello sarà in giro, non ho molta voglia di stare da sola."
"Beh, potresti venire a casa mia, sta sera faccio una festicciola con un alcuni amici. I vestiti te li presto io e poi i miei amici sono divertenti e sono sicura che ti divertirai!"
Si vedeva dalla sua espressione che sperava con tutta se stessa che accettassi, e così feci.
"Va bene" dissi "Ma non ho intenzione di mettermi nessun vestitino."
"Come vuoi, ma ti renderò bellissima"
Si rialzò e poi mi offrì una mano, che accettai.
"Ah, e non dirò nulla di quello che ho visto, sta tranquilla Lo."
Luke POV
Non riuscivo a capire.
Perché se ne era andata?
Che avessi esagerato? Non era mia intenzione spaventarla..
Non avevo mai provato nulla di simile per una ragazza, di solito avevo solo storie di una sera dimenticate una volta risvegliato al mattino.
Lei invece era diversa.
Ricordai il primo giorno nel quale la vidi, era così bella, con quei suoi capelli neri e quegli occhi verdi, splendenti.
Mi era subito sembrata una spina nel fianco, con quel suo carattere sfacciato e irritante, pronta a ribattere ogni mia singola frecciatina.
Però la cosa che mi irritava era il fatto che non riuscivo ad odiarla nel modo in cui volevo.
Sentivo il cuore accelerare di un battito ogni volta che la vedevo, e mi mancava il respiro quando mi dedicava uno dei suoi sorrisi splendenti.
La prendevo in giro quando indossava i suoi occhiali spessi, dicendo che era ridicola, in realtà volevo solo riuscire a guardarle meglio quei splenditi occhi.
Detestavo vedere quando passava tutto il suo tempo con Michael e Calum, che le stavano sempre intorno.
E poi quella volta che le avevo insegnato a suonare la chitarra?
Era stata una tortura ed insieme un sogno dover starle così vicino, sentendo l'odore della suoi capelli e il calore che mi dava il suo corpo.
E quando la vidi sorridermi quasi l'avrei baciata.
Lei appena aveva visto la nostra vicinanza era corsa via, mi faceva tenerezza vederla imbarazzata.
Mentre era in bagno chiesi agli altri di provare una canzone che avevo scritto, naturalmente loro avevano subito capito che era per lei.
Ero diventato così felice sapendo che le era piaciuta.
Sfortuna che arrivò la chiamata, ero arrabbiato perché aveva interrotto quel momento, per questo urlai.
Non l'avessi mai fatto.
Quando rientrai nella stanza vidi tutti guardarmi strano, con un misto di sorpresa e delusione.
Calum e Michael si dileguarono in un istante, mentre lei si stava quasi per mettere a piangere.
Avrei voluto abbracciarla in quel momento, cercando di non farla soffrire, anche se ormai il danno era fatto.
Ma ero troppo vigliacco per rivelarle quello che provavo veramente.
E me ne uscì con quella frase crudele.
Vidi il dolore impossessarsi dei suoi occhi, non più splendenti, e io mi sentì morire dentro.
Nei giorni seguenti le ero stato lontano, immaginando che fosse arrabbiata, limitandomi a spiarla qualche volta di nascosto.
A volte i nostri sguardi si intrecciavano per qualche secondo e riuscivo a scorgere la tristezza della ragazza, ormai non la vedevo più sorridere.
Nemmeno io sorridevo più, ormai non avevo più voglia di fare nulla, ne di mangiare ne di bere ne di dormire e tantomeno di spacciare droga.
Poi però era arrivato il damerino, Bradley, e in mezzo minuto di conversazione era già riuscito a farla sorridere e diventarono quasi subito amici inseparabili.
Non volevo che le parlasse o la toccasse, e detestavo che la felicità di Lauren fosse ritornata grazie a lui.
Odiavo quel ragazzo e odiavo il fatto che mi avesse pure salvato con quel tizio che voleva drogarsi.
Dovevo aspettarmi che fossero insieme quel giorno, ma non mi aspettavo una reazione così violenta da parte di Lauren alla mia vista.
Ero convinto che mi odiasse e io non ressi più.
E alla fine, Luke Hemmings, quello che tutti chiamavano il cattivo ragazzo senza sentimenti, piangeva per colpa di un cuore spezzato.
Strano il mondo, no?
Negli ultimi giorni mi ero convinto che a Lauren non importasse più di me, che presto si sarebbe fidanzata con Bradley e che si sarebbe dimenticata di me.
E invece era venuta.
Le dovevo essere sembrato uno schifo conciato com'ero e per di più mezzo fumato.
Le avevo detto che era irritante e che mi faceva impazzire, ed erano vere entrambe le cose.
Ormai eravamo vicini e lei cercò di andarsene, orgogliosa come era se l'era presa subito, ma poi l'avevo baciata e non mi aveva nemmeno respinto.
Non era il mio primo bacio ma di sicuro era quello più bello e più sincero, dato con sentimenti veri.
Non mi ero mai sentito così felice, e forse preso da quell'euforia feci quel gesto sbagliato.
Mi pare di aver sentito qualcosa di ruvido sulla schiena di Lauren, come se avesse delle croste.
Lei mi spinse subito via, spaventata e io non riuscivo a capire.
Biascicò uno "scusa" e corse via da me, lasciandomi nella confusione più totale.
Magari avevo affrettato troppo le cose, ma andarsene così?
Avrei capito se mi avesse rifiutato, ma sembrava addirittura spaventata da me.
Non riuscivo a capire.
Mi buttai a peso sul letto, con la testa immersa nei cuscini.
Avrei voluto addormentarmi così da poter avere un paio di ore lontano dai pensieri, ma il rumore del mio telefono mi fece alzare di scatto.
Sta sera festa a casa Clifford!
Non puoi rifiutare, quindi vedi di non inventarti scuse.
Michael.
ANGOLO AUTRICE.
WOOOOOO I RAGAZZI HANNO VINTO UN MOONMAN
ERO FELICE ANCHE SE VINCEVANO LE FIFTH HARMONYY
ANCHE SE ORA TRA LE HARMONIZERS E LA 5SOSFAM CI STA CONFUSIONE PER QUELLE CHE HANNO INSULTATO I RAGAZZI E VICEVERSA SPERO PRESTO SI RISOLVA PERCHE' ALLA FINE è SOLO UN "CONFLITTO" AMICHEVOLE
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You complete me(ss)
Fanfiction"Non era stato risparmiato niente, compresi mobili, poster, finestre e pavimento. Ogni singola cosa in quella stanza era bianca. Ma non era quella la cosa più preoccupante, oh no, c’era molto di più. Su ogni parete erano state scritte migliaia di fr...