Non ci potevo credere, era proprio lui, Luke.
"Sono fuori da questa storia." Disse Luke con non curanza.
L'uomo si mise a ridere "Avanti ragazzino, lo so che ti servono dei soldi."
Luke non lo guardava negli occhi e sembrava avere appena la forza di reggersi in piedi.
"Sono uscito dal giro, Jack."
L'uomo si fece improvvisamente serio. " Ma io ne bisogno e so che tu ne hai."
Luke stava per ribattere ma l'uomo gli fu subito addosso, iniziando a picchiarlo sul viso e il petto.
Luke non reagiva e io stavo quasi per mettermi ad urlargli di scappare via, ma mi limitai a fissare la scena immobile.
Brad fu più utile di me, infatti scattò come un lampo fuori dal cespuglio, afferrando l'uomo per le spalle e sbattendolo il più lontano possibile.
"Vedi di andartene o chiamo la polizia." Disse con tono minaccioso.
L'uomo non se lo fece ripetere due volte, correndo il più lontano possibile.
Brad aiutò Luke a rialzarsi, e mi manco il fiato vedendo come era ridotto: aveva un occhio rossastro, e un labbro rotto da quale usciva il sangue, in più era pieno di terriccio ed erba.
"Hey amico, come stai?" gli chiese Brad, senza avere risposte.
A quel punto, tremante come una foglia, feci la mia comparsa, e lo sguardo vuoto di Luke si fece subito attento.
"Lauren..." disse piano.
Io come gli risposta gli saltai addosso, iniziando a prenderlo a pugni sullo stomaco.
"Si può sapere che cazzo volevi fare?!" gli urlai contro "Quel tizio ti avrebbe potuto ammazzare se non fosse stato per Brad!"
Lui aveva abbassato il viso rimanendo immobile, e io iniziai a piangere.
"Lauren, vieni qui." Disse Brad, cingendomi con dolcezza le spalle "Lascialo stare."
"Non dici niente ora eh?" Scattai con rabbia. "Quando però mi dovevi dire che non valevo niente per te la voce c'è l'avevi!"
"Lauren.." disse con calma Brad, provando ad allontanarmi.
Luke alzò il viso, e vidi quello che pensavo non potesse mai succedere.
"Scusate." Disse, per poi correre via.
Ero paralizzata.
Avevo causato veramente quella cosa?
Mi sembrava cosi impossibile.
Luke Hemmings stava piangendo.
***
Il giorno dopo l'accaduto Luke non venne a scuola, e neanche il giorno dopo ne quello seguente ancora.
Io mi stavo iniziando a preoccupare, non pensavo di averlo ferito così tanto.
"Lolo?" mi chiamo Michael.
"Si?" chiesi.
"Hai brutta cera, sai?" fece un gesto per indicare il mio viso, pallido e con due occhiaie in stile panda.
"Senti chi parla" Dissi sorridendo, intendendo i suoi nuovi capelli giallo canarino.
Lui non rise. "Sono serio."
Io sistemai meglio i libri di scienze sul banco. "Anche io."
"Lauren, se è per Luke ne possiamo parlare."
Mi irrigidì, non volevo parlare di Luke.
"Non è colpa s-" provai a dire, ma un suo sguardo di fuoco mi fece zittire.
"Oggi vieni con noi da lui." Sentenziò lui.
Io scossi la testa "Non mi va."
"Non era una domanda, è un ordine. Non sono ammesse repliche."
"Michael.."
"Shh non hai scelta. Non ho intenzione di vedervi conciati così un minuto di più, e se dovrò portarti a forza lo farò."
Avrei voluto trovare una frase convincente da usare come replica, ma non mi venne in mente nulla.
Sarei dovuta andare da Luke.
***
Casa Hemmings dall'esterno sembrava una normalissima casa australiana, con tanto di giardino e garage, ma allora perché sentivo che da un momento all'altro le mie gambe non mi avrebbero più retto?
"Andiamo." Disse Calum, prendendomi per mano.
"Luke sa che sto andando da lui?" chiesi, avevo la voce tremante.
Michael rise "No."
Oh cazzo.
Ci fermammo a qualche centimetro dalla porta e io strinsi di più la mano di Calum, stavo quasi per svenire.
"Adesso entra, noi ti aspettiamo qui." Sentenziò lui.
Io lo guardai shoccata. "Ma voi non entrate?!"
Lui scosse leggermente la testa. "No, è una cosa tra voi due."
Non feci in tempo a replicare che i ragazzi avevano già aperto la porta, sbattendomi dentro.
Prima o poi li avrei uccisi.
L'interno della casa era piuttosto accogliente e ordinato, e le pareti erano di un delizioso color crema.
Sentii della musica assordante provenire dal piano superiore e costrinsi le gambe a seguire quella melodia, che mi portò davanti a una porta chiusa.
C'era un forte odore di fumo e alcool.
Bussai leggermente alla porta, sperando che nessuno mi sentisse.
"Entrate pure!" urlò qualcuno dall'interno.
Entrai con cautela, sentendo il vomito salire dalla grande puzza che c'era, non sopportavo l'odore del fumo.
La temperatura in quella stanza era decisamente più calda del resto della casa, come se qualcuno ne avesse racchiuso tutto il calore all'interno.
La stanza aveva le pareti bianche, tappezzate di poster di gruppi vari.
Nel lato sinistro erano riposte con cura sui loro piedistalli due chitarre mentre nel lato destro c'erano una scrivania e un armadio.
Le finestre avevano le tapparelle quasi del tutto chiuse, e la poca luce rossastra proveniva da due lampade abbandonate sul pavimento, che era stracolmo di oggetti vari, comprese qualche bottiglia di un qualche strano liquido.
Di fianco alle chitarre c'era un letto sfatto, e su di esso c'era un ragazzo che se ne stava seduto a fumarsi una sigaretta, con la schiena contro al muro.
La luce lo illuminava per metà, e i suoi capelli biondi, che non dovevano essere stati pettinati da tempo, sembravano risplendere.
Si vedeva ancora il segno nero intorno all'occhio e un piccolo taglio lungo il labbro pieno di croste.
Nel complesso sembrava quasi di essere stati catapultati in un qualche film famoso, dove Luke era il protagonista del quale tutte si innamoravano.
"Siete in anticipo, stranamente." Disse Luke, continuando a fumare la sigaretta ad occhi chiusi "A cosa devo questo cambiamento?"
"Credo che sia colpa mia." sussurai, la musica nel frattempo era terminata.
Lui aprì lentamente gli occhi, accennando a un sorriso.
"Lauren, che piacere."
"I ragazzi erano preoccupati."
Lui rise. "Non si fanno mai i cazzi loro, vero?"
"Già."
Rimanemmo un attimo in silenzio, continuando a fissarci.
"Grazie comunque" disse lui, interrompendo il silenzio. "Per non aver detto di avermi visto mentre.."
"Figurati." Dissi subito.
Lui continuava a passare lo sguardo lungo tutto il mio profilo, soffermandosi ogni tanto a fissarmi dritta negli occhi.
"Ho sentito che hai chiuso con quella roba" dissi io, mi metteva a disagio quello sguardo. "Come mai?"
Lui scosse le spalle "Ho i miei motivi."
Sapevo che non mi avrebbe detto altro.
Lui spense la sigaretta in un posa cenere che aveva sul letto e con cautela si alzò, venendo poi verso di me.
Io arretrai di qualche passo, ma andai a sbattere contro la porta, lui ormai mi era di fronte.
"Se vuoi me ne posso andare." Dissi in fretta, non volevo stargli troppo vicino.
Lui mi sorrise, per poi prendere a passare le mani lungo le mie braccia, dalle spalle fino alle mani, cingendomi infine i fianchi lentamente.
Sentivo il mio corpo andare letteralmente a fuoco e i brividi lungo la schiena.
Lui si avvicinò al mio orecchio per sussurrarmi qualcosa "Sai, ti ho mentito."
"C-che cosa intendi?"
Stavo addirittura balbettando? Ma si può sapere che mi succedeva? Io odiavo quel ragazzo!
Lui sorrise "Quel giorno a casa tua, ti ho mentito."
Ripensai a quel giorno, quando avevo scoperto che spacciava droga e che mi aveva esplicitamente detto che per lui non ero nulla.
"E la verità quale sarebbe?"
Lui non disse nulla, continuava a fissarmi con quei suoi occhi azzurro cielo, che mi erano piaciuti dal primo istante.
"Luke" dissi "Dimmi la verità."
Lui non parlò, ma si avvicinò lentamente al mio viso, il suo alito sapeva di un forte odore di fumo.
"La verità è che ti trovo terribilmente irritante." Disse, sorridendo. "Mi fai impazzire."
E io che mi aspettavo chissà che cosa.
Sbottai, irrita. "Potevo starmene a casa se dovevo soltanto farmi sentire dire che non ti piacevo."
Feci per andarmene, ma lui spostò velocemente la presa dai miei fianchi alle mie mani, alzandole ai lati del mio viso.
Non feci in tempo a riprendermi dalla sorpresa che il ragazzo azzerò la distanza tra i nostri visi, facendo combaciare le nostre labbra.
Le sue erano ancora screpolate, ma quasi non me ne accorsi, troppo presa dalle emozioni che quel bacio mi dava.
Luke portò le mie mani intorno al suo collo, che circondai automaticamente, e lui mi cinse la vita con le sue.
Fino a tre settimane fa non avrei mai detto che un giorno avrei baciato Luke Hemmings, e nemmeno che la cosa mi facesse provare tutte quelle emozioni, dai brividi ad avere letteralmente le farfalle nello stomaco.
All'improvviso un forte brivido mi portò dolorosamente fuori da quelle belle sensazioni che stavo provando, infatti Luke aveva iniziato a risalire piano con le mani lungo la mia schiena, sotto al maglione, facendomi paralizzare per un istante.
Sapevo quali erano le intenzioni del ragazzo, e dovevo assolutamente fare in modo che non si realizzassero.
Luke non poteva vedere, non era ancora pronto, io non lo ero.
Tolsi velocemente le braccia dal suo collo e lo spinsi via mettendoci quanta più forza potessi, facendolo quasi cadere all'indietro.
"Ma che ti prende?!" urlò lui, sorpreso.
Io sentivo gli occhi bruciare.
"Scusa" riuscì a biascicare, prima di girare su me stessa ed uscire di fretta.
Ora potevo fare l'unica cosa che mi riusciva meglio, scappare.
Angolo autrice.
Heyy buon pomeriggio! Volevo dire che mancano ancora 13 capitoli alla fine della storia e nulla è uscita la nuova canzone di justin WHAT DO YOU MEAN?!
Molto probabilmente ne comincierò un Camren i miei feels piango
Buona giornata peoplezz!
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You complete me(ss)
Fanfiction"Non era stato risparmiato niente, compresi mobili, poster, finestre e pavimento. Ogni singola cosa in quella stanza era bianca. Ma non era quella la cosa più preoccupante, oh no, c’era molto di più. Su ogni parete erano state scritte migliaia di fr...