capitolo sette.

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"Tutto è iniziato quando avevo quattordici anni, a Parigi.

Avevo già cambiato tre città, dato che inizialmente io ed Ashton viaggiavamo insieme ai nostri genitori, ma visto che a Parigi abitavamo con una zia loro avevano deciso di lasciarci con lei, in ogni caso l'anno dopo Ashton sarebbe diventato maggiorenne e avremo potuto stare da soli.

A scuola non ero proprio la ragazza amica di tutti, anzi, avevo solo un'amica, Camila, che diciamo era per così dire speciale.

Dava più attenzioni alle femmine che ai maschi, tanto per capirci.

Era una buona amica e non avevo pregiudizi, perciò me ne fregavo di quello che dicevano sul nostro conto.

Però un giorno successe una cosa strana, Camila mi baciò.

Non provai nulla durante quel bacio e la respinsi subito, lei ci rimase male e incominciò subito a dire a tutti i nostri compagni che ero stata io a baciarla.

Tutti iniziarono ad aumentare le prese in giro e i cattivi scherzi.

Un giorno esagerarono, e tornai a casa da scuola con un occhio nero e la scritta "Lesbica" sulla fronte.

I miei genitori non c'erano, erano in viaggio per lavoro e comuqnue non erano mai stati una presenza fissa nella vita mia e di Ashton.

Lui cercò di consolarmi, ma fu inutile, quella sera mi feci il mio primo taglio.

Mi dicevano che ero un mostro, un errore, che nessuno mi voleva, e stavo incominciando a crederci, pur sapendo che il pettegolezzo che girava su di me era falso.

Mi sentivo veramente un errore, e da sbaglio quale ero, volevo scomparire.

Fu Ashton a fermarmi, sfondando la porta con una sedia e gettandomi via la lametta dalle mani.

Vidi la delusione e la tristezza nei suoi occhi e mi sentì ancora più peggio.

Quando i miei genitori lo seppero ci fecero trasferire in una nuova città, Londra.

Qui conobbi Luis, il mio primo ragazzo a tutti gli effetti, era perfetto e ci amavamo.

Mi capiva e mi rendeva felice, e non faceva altro che dirmi quanto mi amasse.

Era uno dei ragazzi più popolari e voluti dalla scuola quindi figurati quanto ero sorpresa che volesse proprio me.

Dopo due mesi però le cose cambiarono.

Lui voleva di più e io non me la sentivo, non era abituato ai rifiuti dato che era sempre accontentato in tutto, e così diede di matto.

Mi costrinse in tutti i modi, sia con le botte che con gli insulti, e alla fine ottenne quello che voleva.

Mi sentivo vuota, un niente, un oggetto, un errore.

Resistetti due giorni poi dissi tutto ad Ashton, pregandolo di non fare nulla ma di portarmi via da quel posto, e così fece, portandomi in Italia.

Passammo sia per Milano che Roma, posti assolutamente bellissimi, ma non facevano per noi, e la città seguente, Barcellona, men che meno.

Ormai mi chiudevo a riccio davanti a ogni novità, con le persone a volte ero timida altre scontrosa.

Ricomincia a tagliarmi di nascosto.

Ashton cercava di essermi d'aiuto e provava a farmi integrare in ogni nuova città, con scarsi risultati.

Ashton è il fratello perfetto, sai?

Suona anche la batteria divinamente e sa pure cantare.

Sta cercando di formare una band e per questo sta sempre fuori, provando a suonare con tutti i gruppi che gli interessano, ma ancora non ha trovato niente che gli piaccia.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 11, 2015 ⏰

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