capitolo sei.

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 Casa Clifford si poteva definire con una parola: eccentrica.
Era piena di mobili di diverso tipo, dal vintage ai più innovativi, ed ogni parete aveva una sfumatura di colore diverso.
La camera di DJ non era da meno, con le pareti colorate ricoperte di poster e scritte e con oggetti sparsi in ogni angolo.
Durante il tragitto avevo conosciuto meglio la ragazza, scoprendo che aveva un anno in meno di noi e che aveva lasciato la scuola perché non faceva per lei.
Ha un fratello, anche se non l'ho ancora visto in giro per casa, e passa le sue giornate tra musica, tinte e libri.
"Non so se ho qualcosa che faccia per te." Disse lei, pensierosa, gettando via l'ennesimo completo e riprendendo a frugare nell'armadio.
"Tranquilla, posso tenere anche questi vestiti."
Lei mi guardò male "Escluso."
Io le sorrisi, mi stava veramente simpatica.
Intanto che lei frugava in ogni angolo della stanza io avevo preso a guardare il mio riflesso nello specchio della ragazza.
Avevo ancora gli occhi rossi, e il trucco, per quanto fosse leggero, mi aveva lasciato delle enormi sbavature nere intorno agli occhi.
Le ciocche azzurre ormai erano stinte, erano quasi un verde acido, e avevo il viso pallido.
Ero veramente uno schifo.
"Se vuoi ti posso rifare il colore mentre cerco di trovarti qualcosa."
"Non vorrei disturbarti.."
Lei fece un sorriso a trenta due denti, scattando come una furia a prendere una sedia e facendomi sedere davanti allo specchio.
"Ma figurati se mi disturbi, adoro acconciare i capelli! Allora, come vorresti farti?" mentre parlava mi aveva avvolto un asciugamano intorno alle spalle e aveva estratto da un cassetto un grande numero di flaconi di colori diversi.
"Mm non saprei, che mi consigli? Sei tu l'esperta.."
Lei mi squadrò un istante. "Beh allora, il nero ti sta bene, però preferirei cambiare totalmente colore. Beh, vediamo, hai la pelle chiara, quindi magari un biondo/castano chiaro ti piacerebbe?"
Scossi le spalle "Mi fido di te."
Lei sorrise. "Bene, iniziamo."
Prese uno dei flaconi e iniziò piano a cospargermi il contenuto suoi capelli, massaggiandomi piano la cute.
"Beh, allora, che mi racconti di te?" disse la ragazza.
"Non sono molto interessante."
"Se hai attirato l'attenzione di Luke non credo che tu non sia interessante."
Come ogni volta che si parlava di Luke divenni subito rossa.
"Sono qui da poco, abito con mio fratello Ashton, i miei lavorano sempre per questo non sono mai con noi, però stiamo bene insieme. Appena entrata a scuola ho fatto amicizia con i ragazzi e un nostro nuovo compagno americano, Bradley.."
Era solo una minima parte della tante cose che avrei potuto dire, ma la ragazza sembrava essere interessata ad altro.
"Americano? Carino? Invitalo pure!"
Scossi la testa, ridendo. "Non so se è libero."
"Tu fallo!" esclamo lei. "Comunque come sarebbe questo Bra-.."
Non fece in tempo a finire la domanda che qualcuno fece un irruzione violenta in camera della ragazza.
Era un ragazzo che avrà avuto sui diciasette anni, con dei lunghi capelli neri stra bordanti di gel in un taglio che era già fuori moda negli anni settanta.
Aveva degli spessi occhialoni marroni che gli ingigantivano gli occhi verdi fino a farli sembrare due palline da tennis, in più indossava dei pantaloni a vita alta grigi scuri con un maglioncino marrone a strisce nere.
Aveva addirittura il cravattino e i mocassini.
Non era proprio il genere di ragazzo che si poteva definire minimamente carino.
"Marcel, che cazzo vuoi?!" sbottò Dinah.
Lui continuava a passare lo sguardo da me a DJ, disorientato.
"Lei è Lauren" disse la ragazza "Lolo, questo è Marcel, il mio fratellino strano."
"Non sei divertente." Disse lui, con voce nasale.
Poverino, le aveva proprio tutte.
"Tu si invece, soprattutto vestito così."
Lui la fulminò con lo sguardo. "Mamma ha detto che posso partecipare alla festa."
La ragazza divenne di una tonalità di rosa più scura di quella dei capelli. "Escluso!"
Lui fece un sorriso vittorioso "Se non mi vuoi alla festa mamma ha detto che questa sarà l'ultima volta che incontri un essere vivente."
Dinah aveva iniziato ad avere un tick nervoso al labbro dal nervosismo. "Come vuoi."
Il sorriso di Marcel quasi illuminava la stanza.
"Però esigo che ti vesti in modo decente, ed io sono già troppo occupata, ci riesci da solo?"
"Se vuoi lo posso aiutare io mentre ti prepari." Suggerii.
I due fratelli si scambiarono uno sguardo, per poi tornare a me.
"Ne sei sicura?" mi chiese la maggiore.
Annuii "Tanto devo aspettare che si asciughi la tinta."
"Bene, la mia camera è di qua."
Marcel quasi saltava dalla gioia di partecipare alla sua prima festa, mi faceva quasi tenerezza.
La sua camera era stranamente ordinata e di una tinta unita, con molti libri scolastici in ogni angolo.
Il classico secchione.
"Allora, vediamo che abbiamo qui." Dissi, iniziando a frugare nell'armadio del ragazzo, mentre questo si andava a lavare i capelli come gli avevo chiesto.
L'armadio era pieno di completi simili a quelli che indossava in quel momento.
"Non è che avresti dei jeans e una camicia?" urlai.
Non era niente di straordinario, ma magari ci stava bene.
"Sono nell'ultimo cassetto, penso." Mi rispose dal bagno, cercando di farsi sentire sopra il rumore del phon.
Presi a frugare nei vari completi fino a trovare quello che cercavo, neanche speravo che li avesse.
In quel momento il ragazzo fece la sua comparsa, ancora mezzo gocciolante, e notai che aveva i capelli molto più lunghi di quello che pensassi, ed erano pure ricci.
"Prova."
Il ragazzo annuì, richiudendosi in bagno ed uscendo poco dopo tutto vestito.
E wow, era decisamente meglio!
"Non è che puoi toglierti quelli?" chiesi, indicando gli occhiali.
"Potrei mettermi le lenti." Disse, sorridendomi e facendo quello che aveva proposto.
Alla fine lo squadrai bene dalla testa ai piedi, che erano ancora nudi, e c'era da ammettere che era così..wow!
Da nerd a super figo, mi sarei battuta il cinque da sola.
"Perché mi guardi così? Non sto bene?" chiese lui, incerto.
"Sei un figo da paura, altroche."
Lui mi sorrise, riconoscente.
"Io è meglio che vada, la tinta è asciutta. Ci pensi tu alle scarpe?"
"Certo, e grazie Lauren!"
Gli sorrisi di risposta, tornando nella stanza di Dinah Jane, che era vestita di tutto punto.
Le sorrisi "Sono pronta."

Luke POV

Non avevo voglia di andare a quella dannata festa.
Avrei voluto solo sotterrarmi tra le coperte e non uscire più di casa.
Ma Michael e Calum non hanno voluto repliche, e mi hanno addirittura cambiato a forza e pur di farmi venire.
Almeno mi avevano vestito decentemente quegli idioti.
Casa Clifford mi piaceva, era quel genere di posto dove sai sempre di trovarti a tuo agio chiunque tu sia.
Oramai era già piena di gente, molti della nostra scuola e molti altri di fuori, molti mi guardavano timorosi, come se potessi morderli da un momento all'altro.
"Noi andiamo a prendere da bere, tu non fare casini." Mi disse Michael, prima di scomparire con Calum.
Mi guardai intorno, cercando di passare in qualche modo l'attesa.
Poco lontano scorsi la figura di quel perfettino di Bradley, stava parlando con altri tre ragazzi, due erano i cugini di Michael (quasi non riconobbi Marcel messo com'era) e una ragazza castana che stava di spalle.
I due fratelli si congedarono e Bradley rimase a parlare con la ragazza, avvolgendo le braccia introno ai suoi fianchi.
Quasi mi venne un colpo quando la vidi in volto.
Lauren.
Era bellissima, dal resto lo era sempre, ma ora quasi risplendeva di luce propria.
Indossava dei pantaloncini scuri con dei collant neri sotto, una maglia a mezza manica bianca con ai polsi numerosi braccialetti colorati.
I capelli biondi le rendevano i tratti del viso ancora più dolci.
Bradley si faceva sempre più vicino al volto di Lauren, accarezzandole la guancia con la mano, lei se ne stava immobile a guardarlo.
Quasi senza accorgermene le mie gambe incominciarono a muoversi verso i due e appena Bradley, vedendomi, aprì la bocca come per parlare gli tirai un pugno dritto sul viso.

Melanie POV

Fu un attimo.
Prima Brad mi stava parlando di come fossi bella e di quanto fosse felice che lo avessi invitato e ora era steso a terra con il naso sanguinante.
Avevo visto che il ragazzo stava cercando di baciarmi, ma di sicuro lo avrei respinto appena avesse superato il limite, mai mi sarei aspettata di vedere Luke arrivare.
"Luke che cazzo fai?!" scattai contro il biondo, afferrandolo per un braccio.
Intanto Brad gemeva dal dolore e qualcuno degli invitati era andato in suo soccorso, tenendosi a debita distanza da Luke.
Questo mi guardava dritto negli occhi, e dal suo sguardo riuscivo a vedere solo rabbia.
"Vieni."
Mi prese per un polso e mi strattono fuori dalla casa, passando per l'uscita posteriore, che dava al giardino, che oltrepassammo fino ad arrivare a un grosso albero.
C'era una scala fissata alla corteccia.
"Sali." Mi ordinò, e obbedii.
La salita non fu particolarmente difficile, ma il fatto che ci fosse Luke rendeva tutto più pesante, e allo stesso tempo bello.
In cima trovai una botola, che con un colpo riuscii ad aprire, rivelandone in superficie una stanza fatta in legno, dove la poca luce presente proveniva dalla piccola finestra.
Una casetta sull'albero, il mio sogno infantile.
Nella stanza vi erano solo alcuni giocattoli vecchi dimenticati e qualche mobile adatto a un bambino di massimo dieci anni, ma di sicuro in passato era davvero bella.
Una volta salito, Luke si chiuse la botola alle spalle, prendendo a fissarmi.
Capii che era nervoso dal fatto che continuava ad aprire e chiudere le mani, e che aveva la mascella sigillata, come se si stesse trattenendo dall'urlare.
Indossava dei pantaloni attillati neri strappati sulle ginocchia, con una maglia a maniche corte sempre nera e le vans blu scuro.
I capelli sembravano più in ordine del pomeriggio, ma il viso era in egual modo ridotto male.
Era bellissimo, con il riflesso della luna che gli faceva risplendere gli occhi color del cielo.
"Perché mi hai portato qui?" chiesi.
"Ti sembro il tipo da prendere in giro?" sbottò lui con rabbia.
"Io prendere in giro te?" chiesi, sbalordita, indicando prima il mio petto e poi la sua figura. "Stai scherzando, spero."
"Non mi sembravi tanto triste di baciare il tuo amichetto."
Sbuffai, iniziavo a innervosirmi.
"A me Brad non mi piace, mettitelo in testa, lo avrei respinto se non fossi venuto tu."
Lui continuava a muovere nervoso le mani, stando zitto.
Sapevo che avrebbe voluto fare qualcosa ma che in qualche modo si stava trattenendo.
"Luke, me lo devi dire ora, perché fai tutto questo? Perché prima mi tratti come se mi odiassi e poi mi baci e diventi geloso?" era una domanda pericolosa, ma volevo risposte.
Lui sospirò, portandosi una mano tra i capelli.
"Mi fai impazzire, Laur."
Sorrisi, sarcastica "Questo me lo hai già detto."
"No! Non in senso dispregiativo.." cercò di spiegarsi lui. "E' difficile da spiegare, non mi è mai capitato con nessun'altra ragazza, non ho mai provato queste cose per nessun'altra, solo te."
Io gli sorrisi, avvicinandomi a lui.
Lui mi circondò i fianchi con le mani, avvicinando ulteriormente i nostri corpi.
"Se è questo che intendi." Dissi io "Anche tu mi fai impazzire in quel modo."
Lui sorrise, sembrava veramente felice, e cercò di avvinare le sue labbra alle mie, ma lo fermai.
"Però prima voglio che tu sappia tutto di me." Dissi seria. "Ogni singola cosa."
"Che intendi?"
"Vedrai."
E mentre lui mi guardava stranito io presi a slacciarmi i braccialetti.  



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