Capitolo 3.

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Passavano i giorni ,i mesi e tutt'ad un tratto i sentieri che Elizabeth aveva cominciato ad amare come fossero suoi ,cominciavano a cambiare : le foglie degli alberi fungevano da manto sul terreno ,in quel paesaggio sembrava essere passato un abile pittore che aveva trasformato il verde brillante e l'azzurro del cielo in colori simili al miele ,colori caldi che scaldavano il cuore ma che venivano duramente interrotti dal cielo plumbeo, grigio ,freddo ,che sembrava vuoto e gelido ma che in realtà era pieno ,pieno di vita .

Le giornate d'autunno però non fermavano la curiosità di Elizabeth anzi la alimentavano sempre più , la spingevano ad avventurarsi in luoghi sconosciuti che sarebbero potuti rivelarsi pericolosi per una giovane dama .

    20 Maggio 1519
L'autunno mi ha sempre messa di buon umore , sin da piccola, ricordo quando passavo le giornate con la mia cara nonna Rose ,in campagna .
La nonna Rose Liessel WoodStack, era una donna fantastica ,la più brillante che abbia mai conosciuto , era diversa da tutte le altre e insieme passavano giornate fantastiche : ci dilettavamo a raccogliere le more e a mangiarle sporcandoci le vesti e poi lei correva a lavarle prima che se ne accorgesse la mamma !
Io credo di somigliarle tanto , mi ha insegnato tante cose ma soprattutto l'amore per il prossimo e il rispetto anche per chi non si conosce ..
Mi manca moltissimo ma ormai sono passati nove anni dalla sua scomparsa e in questi giorni dove la terra profuma di pioggia il suo ricordo è ancora più vivido !
Cercheró di essere felice soprattutto per lei , che mi ha amata con tutto il suo cuore ,glielo devo !
Ma passando ad altri affari ; girano voci che l'oro si stia facendo trovare , mio padre è piuttosto taciturno in questi giorni e sta molto poco in casa e ciò potrebbe essere un segnale che conferma le voci delle domestiche, la mamma poi gira per casa parlando da sola come se le mancassero le rotelle ed io ,io mi accingo a leggere i miei libri , a passeggiare per i sentieri e ad odorare la terra bagnata ..
Questo posto mi piace ,sì, ma sento il vivo bisogno di trovare qualcuno con cui parlare , con cui confrontarmi o aprirmi e lasciarmi andare, le uniche creature con cui scambio due parole sono le domestiche , mia madre ,mio padre e le piante del giardino , ah e non dimentichiamo il mio fedele cavallo Donald ,direi che è il mio unico amico e confidente adesso .
Per oggi la penna tace ,la carta ascolta ,io vado via ma la distanza non è molta!

E così Elizabeth posò il suo taccuino di cuoio ,prima però prese il nastro e come di consuetudine fece tre giri attorno al foro , ne spolverò la copertina e lo ripose sotto le camicie da notte, dentro il quarto cassetto del comò , poi sospirò e si gettò come fosse paglia al vento sul morbido letto ,scrutò il soffitto e si girò a guardare la finestra ,era ormai molto tardi ,forse già mezzanotte , il freddo trapanava dalle finestre che erano coperte da una sorta di pellicola opaca , nella stanza si rabbrividiva ...
Gli occhi di Elizabeth si socchiusero dolcemente mentre la candela lumeggiava ancora nella stanza , passò qualche minuto poi un tonfo ,uno scintillio assordante di vetro e quegli stessi occhi si spalancarono ,spaventati e sconvolti , Elizabeth si alzò e notò semplicemente che soffiava un forte vento che aveva spalancato la finestra facendola sbattere contro il muro ,rompendone il vetro in milioni di pezzi .
Una finestra completamente spalancata davanti allo sguardo di una ragazza che si sentiva sola e piena di cose da raccontare , la giovane ribelle si fece così venire in mente di scappare via ,solo per quella notte , di vedere cosa ci fosse fuori dalla sua casa dopo il calar del sole e di ritornare a casa all'alba , e così fece !
Si sfilò la camicia da notte ,mise lo scialle più pesante che aveva , era rosso ,lasciatole da sua nonna Rose ,poi con cura e delicatezza scivolò via dal grande terrazzo della sua camera ,il vento le sbatteva forte in faccia , e i capelli volavano scompigliati offuscandole la vista .
Col gelo che la dilaniava ,Elizabeth cominciò a camminare ,era tutto più che buio e tenebroso e la ragazza aveva soltanto una lanterna che emanava una flebile luce ... Camminò per molto tempo ,le sembravano quasi ore , l'unica cosa certa era che non sapeva dove andava ,camminava senza una meta alla scoperta di chissà quale grande cosa ,poi un sussulto : da lontano si intravedevano delle luci molto calde ,così senza pensarci due volte Elizabeth si avvicinò e nascosta tra i rami di alcuni alberi vide uno strano spettacolo : luci ,fuoco , strani canti e strana gente , un brivido ghiacciato salì per la schiena della ragazza ,che strinse le spalle e sentì il cuore fermarsi e poi ripartire ,forte, come un cavallo a galoppo.
Dagli alberi si scorgeva un falò molto animato , attorno vi ruotavano danzando in uno strano modo delle persone 'colorate' ,erano scure come alcuni schiavi delle importanti famiglie , ma erano anche colorati ,colorati per davvero : avevano strisce di giallo ,rosso ,verde su ogni parte del corpo, strani gioielli al collo e pronunciavano parole incomprensibili cantandole .
Elizabeth era incredula ,aveva forse trovato gli indigeni di cui tutti parlano !?
In quel momento non sapeva cosa fare ,poi accadde qualcosa che la fece urlare : non appena Elizabeth vide un bambino ,molto piccolo,neonato forse , sospeso sul falò ,cacciò un urlo ,involontario , il rituale cessò nello stesso attimo ,un vecchio con una lunga barba cominciò ad urlare e tutti si guardarono attorno , Elizabeth impaurita corse via ma i rami intorno a lei la graffiarono e il suo scialle rimase impigliato in essi più volte , corse via ,il cuore le usciva dal petto e le palpebre rimasero spalancate per tutta la durata della fuga,poi le prime luci del mattino .

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