Immagino

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Fortunatamente tutto si risolse per il meglio. Giorgio perdonò Alice che gli promise che non avrebbe toccato più alcool per il resto della sua vita.
Io non ci avrei giurato.

Era un venerdì sera di agosto e decidemmo di andare in discoteca. Mentre Giulio, Valerio e Giorgio andavano a prendere qualcosa da bere, io e le ragazze li aspettavamo su un divanetto ad osservare la massa di gente scatenata che si dibatteva al centro della pista da ballo.
Quando mi ubriaco anche io ballo - fece il segno delle virgolette con le dita - in quel modo?》 domandò Alice indicando una ragazza sbronza che si muoveva come uno scimpanzé impazzito.
Oh, tu sei molto peggio.》 le rispose Mary ridendo.

Era vero. Alice prendeva delle sbronze incredibili e ingeriva due litri di alcool a sera. Non era un'esagerazione. Una notte avevamo riempito due bottiglie da un litro ciascuna di vodka pura che ci servivano per una festa e lei se le era scolate senza l'aiuto di nessuno. Ormai lei e l'alcool erano una cosa sola.
《Se tu smetti di bere tutti i pub e le discoteche falliscono.》 la stuzzicò Giulio.
《Oh raga, scusate non vi ho salutato.》 disse Giorgio mentre salutava me e Mary con uno dei suoi calorosi abbracci.
《Giorgio.》si presentò porgendo la mano a Marco.
Il mio migliore amico ricambiò pronunciando il suo nome.
《Sto morendo di fame. Cuciniamo qualcosa?》 disse Giulio.
《Che ne dite di mangiare cinese?》 suggerì Alice.
《Buona idea, così non sporchiamo la cucina. Adesso telefono.》disse Mary.
Chiamammo il ristorante cinese e ordinammo spaghetti per tutti, più i miei adorati involtini primavera.
Quando arrivò il cibo lo divorammo in un battibaleno anche se ci misi un secolo a capire come tenere in mano le bacchette. Alla fine optai per mangiare con la forchetta.
《Be', cosa facciamo? Non possiamo passare il pomeriggio a non fare niente.》 disse Giulio.
《Tesoro, io domani ho scuola, dovrei fare i compiti.》dissi un po' scocciata.
《Ma che palle... Che te frega? Domani li copi in classe.》
Non era una brutta idea. Il giorno successivo alla prima ora avevo religione. Avrei avuto tutta un'ora per copiare gli esercizi di fisica.
《Hai ragione. Quindi che facciamo?》 domandai.
《Iniziamo a guardiamo la tv... Sicuramente nel frattempo ci verrà in mente qualcosa.》disse Giorgio.
Seguimmo il consiglio di Giorgio e ci scaraventammo sul divano.
《Questi film di Natale mi hanno scassato la minchia.》si lamentò con "finezza" Giorgio.
《Amore, tra due settimane è Natale. Lo trascorriamo insieme quest'anno? Ormai il tour è finito e inizierà a febbraio.》 mormorò Giulio al mio orecchio spostandomi un ciuffo di capelli.
Da quando ci siamo conosciuti non abbiamo mai passato le vacanze natalizie insieme. Lui era impegnato a causa del suo lavoro e io non avevo la possibilità di seguirlo.
Per la mia famiglia, la tradizione era sacra. Il Natale e le varie festività si dovevano trascorrere con i parenti. Fortunatamente Giulio era entrato nelle grazie dei miei genitori, anche se in un primo tempo non andava molto a genio a mio padre, perciò a Pasqua il mio fidanzato poteva festeggiare con me e la mia numerosa schiera di parenti antipatici e pettegoli.

Manu, fra tutti i ragazzi belli che ci sono al mondo dovevi fidanzarti con quell'essere?》mi domandò la zia più ficcanaso che potessi avere indicando il mio fidanzato.
Per tua informazione, quell'essere si chiama Giulio e poi a me piace. Tu non lo conosci bene, altrimenti te ne innamoreresti anche tu.》risposi in difesa di Giulio.
Ah, cara mia, io mi sono già innamorata e non è finita bene. E poi non mi innamorerei mai di uno come quello. Sta venendo verso di te. Vi lascio soli e soletti.》 disse allontanandosi.
Ancora non le piaccio?》 mi chiese Giulio ridendo e baciandomi la fronte.
Adesso capisco perché è una zitellona. Chi mai sposerebbe una del genere?

《È un'idea stupenda!》gli risposi all'orecchio. 《Però lo dobbiamo passare da soli, solo io e te.》
《Certo amore. Lo passeremo a Roma. La Città Eterna è meravigliosa con le illuminazioni natalizie.》mi disse.
《Sì, ma abbiamo un problema.》lo avvisai.
《Quale sarebbe?》
《I miei genitori. Sai che sono legati alle tradizioni.》
《Tranquilla. Ci parlerò io. Userò il mio fascino per incantare tua madre.》
《Il tuo fascino?》domandai aggrottando le sopracciglia.
《Sì, il mio fascino. Che vuoi intendere, eh? Non ho fascino?》disse altezzosamente.
《No.》risposi con il suo stesso tono.
《Come osi?》domandò buttandosi sopra di me e iniziando a farmi il solletico.
《No, smettila!》gridai mentre cercavo di divincolarmi dalle sue grinfie.
《La smetto quando affermi che ho fascino.》disse puntando le sue iridi nelle mie.
《Tu non hai fascino.》lo stuzzicai.
《L'hai voluto tu.》
Continuò a farmi il solletico mentre io mi dibattevo cercando di trattenere le risate. Ad un tratto mi girai ed egli cadde sul pavimento portandomi giù con lui.
Occhi contro occhi, naso contro naso, labbra contro...
《ALL'ATTACCO!》urlò Giorgio.
E fu così che io e Giulio ci trovammo schiacciati dal peso dei nostri amici che si lanciarono sopra di noi.
《Ragazzi sto soffocando!》farfugliai cercando di togliermi quegli energumeni da addosso, ma essi non mi diedero ascolto.
Dopo qualche minuto il mio cellulare squillò e i miei amici furono costretti ad alzarsi per darmi la possibilità di rispondere.
《Pronto?》 chiesi accettando la chiamata.
《Dove cavolo sei?》mia madre era arrabbiata; mi ero dimenticata di avvisarla che non sarei tornata a casa.
《Perdonami ma', sono da Mary. Mi sono scordata di dirtelo.》mi scusai con voce melliflua.
《Sai che io mi preoccupo! Ringrazia il Cielo che oggi sono di buon umore. Comunque, stasera dormi qui o con il tuo fidanzato?》
《Io vorrei passare la notte con Giulio...》 risposi lasciando la frase in sospeso.
《Sì, va bene. L'importante è che fai la brava. Sono ancora troppo giovane per diventare nonna.》
《Mamma, stai tranquilla. Non abbiamo intenzione di procreare un bambino.》
A quell'affermazione Giulio mi guardò allarmato e sbiancò, mentre gli altri scoppiarono a ridere.
《Ma', devo andare da Giulio perché si sta sentendo male. Stasera passo da casa per cambiarmi.》
《Tra un po' devo andare dalla nonna, non ci sarà nessuno a casa.》
《Tranquilla, ho le chiavi. Ciao.》
《Ciao.》 mi salutò.
Appena chiusi la chiamata mi avvicinai a Giulio.
《Amore, tutto ok?》 chiesi ridendo.
《Sì sì. Ho sentito la parola bambino e...》
《Ahah, tranquillo. Per il momento non ho intenzione di creare una famiglia.》lo rassicurai.
In realtà a volte ci penso. Immagino me e Giulio con un bambino in braccio che ci guarda con i suoi occhietti sorridenti. Immagino me e Giulio mentre accompagniamo il nostro bel bimbo a scuola il primo giorno delle elementari. Immagino me e Giulio davanti alla scuola media ad aspettare che il nostro ometto esca. Immagino me e Giulio litigare con il nostro ragazzo. Immagino me e Giulio uno vicino all'altro tra i banchi di una chiesa mentre assistiamo al matrimonio del nostro uomo. Immagino me e Giulio in una casetta davanti ad un bel fuocherello che scoppietta nel camino mentre giochiamo con i nostri nipotini. Immagino me e Giulio, ormai morti, mano nella mano mentre vegliamo sulla nostra creatura e la sua famiglia.
Immagino, ma spesso i sogni non diventano realtà.

Una farfalla all'inferno.❆ Sequel❆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora