M'incamminai per andare a scuola. Avevo perso di nuovo il pullman. Era la quinta volta in una settimana.
Da quando Giulio se ne era andato lasciandomi da sola e indifesa sul quel divano maleodorante, le mie giornate stavano prendendo una brutta piega. Non avevo più voglia di studiare e la mia media scolastica ne risentì drasticamente. Uscire dal letto la mattina era ancora più terribile di come fosse in realtà. A scuola gli sguardi di tutti mi tormentavano e le voci sulla nostra rottura stavano incominciando a circolare, insieme alle prese in giro nei miei confronti: 'Ma guardati. Credi che Giulio meriti una come te?'
'Dov'è finito il tuo cantante preferito? Ti ha lasciato?'
'Cos'è successo? Ti ha visto struccata ed è scappato di casa?'.
Dovevo sopportare tutto questo ogni santissima mattina. Perché la gente era così malvagia?
Fortunatamente a consolarmi c'era Mary, l'amica saggia che tutti dovrebbero avere.
Quel lontano sabato, trascorso ormai da una settimana, non mi lasciò mai sola per tutto il pomeriggio e la sera. Lei e Alice mi aiutarono a passare un sabato e una domenica sereni, senza pensare a ciò che era successo. Ed avevo creduto che fosse tutto finto, che stavo sognando e da un momento all'altro mi sarei svegliata, ma quando la domenica sera Valerio, Giorgio e Alice se ne andarono salutandomi con un sorriso di dispiacere,la realtà si impossessò della mia mente.
Guardai Mary e scoppiai a piangere. Piansi così a lungo che le mie guance divennero tutte rosse e secche e i miei occhi si gonfiarono fino a non permettermi di tenerli aperti. Non avevo pianto quando Giulio se ne andò, ancora non ci credevo. Vissi quei due giorni in uno stato di smarrimento, di fragilità... mi sembrava di volare, non capivo cosa stesse accadendo intorno a me. Ero un'anima vuota che tentava di rimanere in vita.
Anche Marco quando seppe che Giulio mi aveva abbandonato venne da me con la preoccupazione disegnata sul viso e mi offrì il suo aiuto, ma io lo rifiutai. Non potevo stare vicino a lui sapendo che il mio migliore amico provava dei sentimenti nei miei confronti che io non ricambiavo. Io amavo Giulio, e anche se Mary mi consigliò di provare a fidanzarmi con Marco per dimenticare Giulio e, perché no?, farlo anche ingelosire, io non seguii i suggerimenti della mia migliore amica. Per me l'amore è un sentimento importante e non volevo prendere in giro nessuno. Mi dispiaceva per Marco, non volevo che stesse male per colpa mia, ma non potevo nemmeno far finta di non sapere cosa lui provava per me.Superai la rotatoria di Via dei Fiori. Mi mancavano sei minuti per arrivare a scuola. Ad un tratto qualcosa catturò la mia attenzione: un paio di occhi e un sorriso sadico. Avevo già visto quel viso, ma non riuscivo a inquadrarlo su nessuna persona.
Continuai a camminare cercando di non pensare più a quel volto e mi concentrai sull'interrogazione di italiano che avrei dovuto sostenere dopo pochi minuti.
Ero quasi arrivata a destinazione quando una voce, quella voce, mi fece rizzare tutti i peli che possedevo.
"No Manu, ti sbagli. Non può essere lui!"
《Che fai? Non mi saluti più?》mi domandò sghignazzando quella voce.
"SCAPPA!"
《Intendi scappare di nuovo? Vuoi sempre scegliere la strada più facile... e io che pensavo che tu fossi una ragazza coraggiosa che affronta tutti i problemi senza scappare dalla realtà.》
"Non ascoltarlo. SCAPPA!"
Corsi verso la scuola. Lì non avrebbe potuto farmi niente.
Arrivai in classe tutta sudata e pallida. Mary mi venne incontro e mi squadrò domandandomi:《Ma cos'hai fatto? Sei bianchissima e appiccicaticcia. Sembra che tu abbia corso da un fantasma.》
《Oh Mary, puoi dirlo forte.》
《Che cosa intendi dire?》mi chiese preoccupata.
《È ritornato.》
《Chi?》
La professoressa entrò in classe e io e Mary non potemmo continuare la nostra conversazione. Non potevo dirle che lui era ricomparso all'inizio delle lezioni. In questo modo non si sarebbe concentrata e sarebbe andata male durante la sua interrogazione.
Dopo aver finito l'appello, la professoressa mi chiamò alla cattedra, insieme alla mia migliore amica, per l'interrogazione. Mary andò alla grande, io invece no. Il giorno prima era riuscita a studiare qualche cosa, ma adesso non riuscivo a togliermi dalla mente quella faccia malvagia.
《Manuela, ma cosa ti sta succedendo? Eri una delle più brave della classe e ora che fai? Non studi più?》mi rimproverò la prof.
《Prof, deve capire che ha rotto con il fidanzato famoso. Finalmente quel bravo ragazzo ha capito che doveva lasciarla e trovarsi una alla sua altezza.》intervenne una delle papere più odiose che potesse esistere sulla terra.
《Almeno io non mi sono lasciata scopare da uno che il giorno dopo non mi ha rivolto neanche una parola e mi ha snobbato davanti tutta la scuola.》ribattei.
Non sapevo da dove mi uscirono quelle parole, ma colpirono il bersaglio. Penelope infatti, era stata, qualche mesetto prima, a letto con un ragazzo di quinto che aveva conosciuto in discoteca. Molto probabilmente lei si era innamorata di lui, ma lui l'ha solo usata e il giorno dopo alla 《più bella notte》della sua vita, Penelope si era avvicinata a questo con fare da fidanzata, e lui guardandola con disgusto la allontanò, dicendole di lasciarlo in pace per sempre.
《Greco! Rossini! Smettetela altrimenti vi mando dalla preside!》ci minacciò la professoressa.
《Sì prof, mi scusi》dissi e mi sedetti al mio posto.Le cinque ore scolastiche passarono molto lentamente e furono una più noiosa dell'altra.
All'uscita da scuola andai con Mary al parco con la musica di Gemitaiz in sottofondo.
Ci sedemmo sulla nostra panchina e decisi di dirle tutto.
《Mary, oggi mentre venivo a scuola ho visto un viso familiare. Inizialmente non sono riuscita a collegarlo a nessuna persona, poi mi ha parlato e ho capito che era...》
Uno scricchiolio dietro di noi ci fece sussultare.
《Luca!》❆ANGOLO AUTRICE❆
Buon Natale care mie lettrici e scusatemi se non aggiorno spesso come facevo con l'altra storia.
Vi voglio bene.❤
Buone feste❤❤
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Una farfalla all'inferno.❆ Sequel❆
Fanfiction~ Lo abbracciai ancora più forte e lui in un primo tempo ricambiò, poi delicatamente sciolse l'abbraccio, mi accarezzò le guance con le sue dita e appoggiò le sue labbra sulle mie. Non pensavo che un singolo bacio mi potesse scaturire una marea di...