Nel folto del bosco

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《Mamma, ti prego. Finisci di raccontarci la storia di te e papà, per favore.》
《Allora figlioli, dove ero arrivata? Ah sì, stavamo in ospedale per il kit anti-violenza. Bene, io e Mary uscim...》
《Vuoi dire zia Mary, mamma?》 mi corresse Anthony, mio figlio.
《Sì Anto, zia Mary. Dicevo, io e la zia uscimmo dall'ospedale dopo qualche giorno e fortunatamente dopo un po' arrestarono di nuovo Luca. Non è ancora uscito di galera per quanto io ne sappia; non ho sue informazioni da quindici anni.
《Dal primo passo che misi all'uscita dell'ospedale vostro padre non mi lasciò più sola, mi accompagnava persino quando dovevo andare dalla nonna o a scuola. Mi amava molto, come spero mi ami ancora adesso.》lasciai quell'ultima frase sospesa in aria.
《Ma certo mamma. Papà ti ama ancora. Altrimenti non ti regalerebbe un mazzo di rose blu ogni lunedì mattina e non avrebbe organizzato una festa a sorpresa per il tuo compleanno della settimana prossima.》
《Sonia! Avevamo giurato a papà di non dire nulla alla mamma. Sei la solita guasta feste.》 Anthony rimproverò Sonia, l'altra mia figlia.
《Tranquilli, non litigate. Non dirò nulla a papà, farò finta di non avere sentito nulla.》dissi e tirai sù col naso.
《Mamma, non piangere, non litighiamo più, te lo promettiamo.》 rispose mia figlia dispiaciuta.
《Ma no, tesori miei, non vi preoccupate, non sto piangendo. Mi sono solo commossa, vostro padre mi sorprende ogni giorno di più.》

《Ma cosa ci fai qui? Non puoi stare, vattene. Se ti beccano sono cavoli amari.》
Era un giorno di ottobre, io ero a scuola ed avevo l'esame di fisica che mi avrebbe permesso un accesso sicuro all'università di scienze forense. Era un esame importantissimo per il mio futuro.
Shh. Ho visto che eri molto preoccupata e volevo tranquillizzarti. Passerai anche questo esame come hai passato gli altri. Il tuo posto all'università è già segnato. Devi solo rimanere calma e concentrarti. Non pensare che quest'esame è il più importante e il più difficile. Pensa invece che sia un normalissimo compito di matematica di prima elementare, una cazzata in poche parole. Ti aspetto alla fine delle lezioni al parco. E mi raccomando, spacca il culo a tutti secchioncina mia. Ti amo.
Giulio era entrato nella mia scuola, non so ancora come, e mi aveva dato la carica giusta per partecipare all'esame. Sotto il suo impulso la mia grinta era arrivata al massimo.

❆ ❆ ❆

Uscii da scuola e mi diressi al parco da Giulio. Ero una foglia tremante. Avevo paura, paura che l'esame non fosse andato bene e non riuscivo a controllare la mia agitazione. Se non avessi superato quel test avrei detto addio al mio sogno di entrare nella scientifica.
Manu, cos'hai? Ti senti bene? Sei pallidissima e tremi. Calmati.》mi sussurrò Giulio appena mi vide
E' andato malissimo. Me lo sento. Posso dire addio alla mia carriera.》 balbettai singhiozzando.
Ma cosa dici? Hai diciotto anni, hai tutta una vita davanti. Potrai fare altri esami se questo sarà andato male, cosa che io non credo. Ti ricordi qualche mese fa quando facesti il compito di latino e pensavi di aver avuto quattro? E poi cos'hai scoperto quando la professoressa ha portato i compiti corretti?
Ero stata la più brava della classe, presi nove e mezzo.》 farfugliai tra i singhiozzi.
Visto? Come quella volta che pensavi di non aver superato l'esame di inglese e poi lo avevi passato con un buon punteggio. Devi stimarti di più e devi credere nelle tue potenzialità. Tu sei molto brava nello studio, Manu. Credi più in te stessa e stai tranquilla.
Mi abbracciò e come sempre le sue braccia erano così calorose e rilassanti che mi pareva di galleggiare su una distesa di acqua profumata su di una zattera fatta di petali. Mi sentivo una piuma che fluttuava in mezzo a campi di rose bianche.
Appoggiò le sue labbra sulla mia fronte e mormorò:《Mi piace il suono del tuo respiro calmo contro il mio petto. Cerca di farmelo ascoltare sempre soprattutto nei momenti più difficili. Tu sei forte. Sei riuscita a sopportare il dolore di una pallottola nella pancia e non dovresti superare un esame? Ma fammi il favore. Ripetevi tutte le formule di fisica nei nostri momenti più intimi, ormai sai più i concetti di fisica che i miei testi ahah.
In effetti hai ragione. Forse qualche tua canzone l'ho dimenticata. Dovremmo fare qualche ripetizione.》 bisbigliai con voce persuasiva
Mmh, hai ragione. Dai, vieni. Muoviamoci.》
Mi prese per mano e ci inoltrammo nel bosco dietro al parco.
《No Giulio, aspetta. Non voglio entrare in quel bosco. Ti sei dimenticato cosa mi è successo lì qualche mese fa con Luca?》dissi puntando i piedi a terra.
Adesso sei con me, non con Luca. Non puoi avere paura di questo bosco per colpa di quel malvivente. Affronta il tuo passato e vincilo.
Le parole di Giulio erano sempre incorraggianti. Erano parole che ognuno deve sentirsi dire nei momenti più bui. Parole che io avevo la fortuna di ricevere.
Mi feci forza e camminai fianco a fianco di Giulio tra quegli alberi fitti che rendevano impervio il passaggio. Tutti i ricordi di quel giorno con Luca si fecero così vivi che non riuscii a trattenere le lacrime.
Giulio se ne accorse, ma non disse nulla, mi strinse solo di più la mano e accellerò il passo.

Una farfalla all'inferno.❆ Sequel❆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora