"Allora Megan, cosa mi consigli questa volta?"
"Io opterei per un mogano, Tay!"
"Umh, va bene! Mi fido di te."
Taylor Scott è una delle mie migliori amiche dall'età dell'asilo. Fa parte della compagnia di 'lesbiche disperate' con cui adoro uscire. Da quando Ivy mi ha baciata sotto casa, palesemente brilla dopo una serata in discoteca, ne faccio parte come una 'potenziale lesbica'. Non nego che l'esperienza mi sia piaciuta, ma al momento mi definisco semplicemente un'etero confusa, anche se molte sostengono che diventerò ben presto una ' leccaciuffe'. Così si divertono a chiamarsi per prendersi in giro. Lavorando come parrucchiera ho a che fare con molteplici tipologie di donne. Nel salone passano ragazze mascoline con capelli stra corti e vestiti esageratamente larghi, future gatte morte con i propri Chihuahua appesi al braccio ed infine ragazze semplicissime come la sottoscritta. Se mi guardo allo specchio non vedo nulla di interessante in me: i miei capelli biondi sono spesso raccolti in una coda arruffata, il mio viso non sente il pennello del fard da settimane e i miei vestiti sono assolutamente normali. Non amo truccarmi e mi vesto con vecchie felpe che portavo al liceo. Jeans sempre presenti e tacchi lontani dalla mia vista, scarpe da ginnastica tutta la vita. L'unica parte del mio corpo che adoro sono i miei occhi chiarissimi.
Il lavoro che faccio mi permette di interagire con diverse tipologie di persone e grazie a quest'opportunità spero di trovare, un giorno, una persona disposta ad uscire con una sempliciotta come me.
"Sono assolutamente magnifici Meg! Ti adoro!" Esordisce Taylor entusiasta.
"Sono contenta! Ti stanno davvero benissimo."
"Ci sarai questa sera al Trash?"
"Umh, non lo so Tay, sono molto stanca ultimamente."
"Ti passo a prendere alle undici, niente scuse."
E anche questa volta ha avuto lei la meglio. Adoro uscire con quel branco di squilibrate, ma sono davvero stanca in quest'ultimo periodo. Credo proprio che farò un salto in farmacia una volta uscita dal salone... magari un ricostituente mi farà bene. A volte credo di avere 40 anni invece di 23.
Solito dilemma: 'cosa mi metto?'. A Seattle l'estate se la sta prendendo comoda e nonostante siano gli ultimi giorni di maggio il caldo torrido sta notevolmente tardando ad arrivare. Opto per un vestitino corto nero, molto semplice, e un paio di sandaletti ornati con perline di vario colore. Libero i capelli dalla coda alta e li spazzolo accuratamente. Diventano automaticamente ondulati, a causa della pettinatura abituale. Fisso un po' svilente la trousse di trucchi poggiata su una delle mensole del bagno. Anche stasera niente trucco. Recuperata la borsa e le chiavi, mi dirigo al piano terra. Ormai abito in questo condominio da più di sei mesi e mi trovo davvero bene in questa zona. Raggiungo a piedi il salone dove lavoro e una decina di metri più a nord inizia il centro della città.
Taylor è parcheggiata davanti al portone del palazzo; mi sta aspettando da qualche minuto, quindi accelero il passo e mi affretto a salire in auto. Non faccio in tempo a sedermi che il suo tono di voce ironico mi raggiunge: "Sempre scoperta eh! Osa un po' con questi vestiti, suvvia."
"Non va bene? È un vestito... non me ne vedi molti indosso, Tay."
"Sei carina con qualsiasi cosa addosso, Meg." Mi fa l'occhiolino ruotando appena il capo verso di me.
"Vorrei pensarla così anch'io. Tu sei così sicura di te, mentre io sono... beh..."
"Timida, introversa, pasticciona, ingenua, VERGINE." sottolinea l'ultima parola con estremo sarcasmo e scoppia a ridere continuando a guardare la strada.
"Ah ah, non fa ridere! Ho avuto delle esperienze al liceo..."
"Ma con chi? Con Jake? Sei scappata a gambe levate quando ha ammesso di volerti portare a letto."
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𝐈'𝐯𝐞 𝐟𝐚𝐥𝐥𝐞𝐧 𝐟𝐨𝐫 𝐲𝐨𝐮 ¦ Ruby Rose x Cara Delevingne
Teen FictionCadere [ca-dé-re] • [sogg-v] • 1 Finire a terra. || figg. c. in piedi, cavarsela; • 2 Precipitare, crollare; • 3 fig. Detto del buio, calare, scendere; • [sogg-v-prep.arg] • 1 figg. c. in tentazione; c. dalle nuvole, rimanere molto sorpr...