⇨ Capitolo 4.

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Non sono riuscita a chiudere occhio tutta la notte. La sveglia non suonava mai e il sonno mi ha travolta molto tardi. Sono ore che cerco una tuta da ginnastica decente, non troppo infantile e non eccessivamente decorata come quelle che indossavo a scuola. Sto pensando di mettere un semplicissimo paio di leggins neri e una canotta dello stesso colore. Sono quasi sicura sia la scelta migliore. Per evitare che i capelli mi si appicchino ovunque come è successo ieri mentre mi improvvisavo stalker, adotterò la mia solita acconciatura. Sono a dir poco elettrizzata! Come se questa fosse una novità... Controllo assiduamente l'orologio della cucina e sfortunatamente segna le 7.30. Devo sembrare più lucida e sveglia possibile, altrimenti insinuerà che non abbia dormito per l'appuntamento. Appuntamento, mh. Lo è davvero? Non so darmi una risposta razionale. In realtà non riesco a pensare logicamente, quindi cammino nervosamente per casa finché non mancano pochi minuti alle otto. Esco di casa pimpante e mi dirigo verso il pian terreno, fischiettando e scendendo gli scalini a due a due. Una volta fuori una folata di vento fresco mi accompagna sino a casa di Rachel. Sono ferma davanti al piccolo cancello antracite che mi separa dalle piccole scalinate conducenti alla porta.

– Resto qui o vado a bussare? – Sono tremendamente indecisa.

Per fortuna Rachel districa le mie riflessioni, aprendo la porta e facendomi un appena visibile cenno del capo. Questa mattina indossa una tenuta più vivace. Il rosso fuoco della felpa si abbina perfettamente al pantalone color tortora.

"Buongiorno, Megan."

"B-Buongiorno Rachel."

La sua voce e il suo modo di scandire ogni parola mi fa impazzire. Mi fa lo stesso effetto dal primo incontro.

"Allora, dove andiamo?" Si volta finalmente verso di me per guardarmi negli occhi.

"Umh, scegli tu!"

Non ho idea di quale percorso sia più adeguato per correre tranquillamente. A quest'ora, in genere, sono in casa a poltrire! Non corro come si deve da tempi assai remoti. Per di più sto per imbattermi in una situazione stressante che mi porterà a maledire il momento in cui ho mentito riguardo la mia attività fisica. Cosa non si farebbe per stare un po' di tempo con Rachel Kinney.

"Okay, seguimi."

I primi duecento metri sono sempre i più semplici. I muscoli si scaldano, l'andatura è tranquilla e il respiro si regolarizza. Purtroppo però, più si percorrono vie e si costeggiano parchi, più l'acido lattico fa il suo ingresso in scena e ti facilita l'espressione da balena spiaggiata in preda ad una crisi respiratoria... E sfortunatamente, dopo poco, la mia espressione è tale.

"Tutto bene? Sei stanca?" Rachel nota subito la mia evidente difficoltà e tra l'affanno riesce ancora a parlarmi correttamente.

"Si... sto bene... tranquilla!"

"Sicura non voglia fermarti?"

"No... ce la faccio" Bugia madornale.

"E' una bellissima giornata. Hai avuto una splendida idea, Meg."

– Bhè, qualcosa di giusto lo farò anch'io nella vita...–

Tra un respiro sommesso e l'altro riesco a domandarle: "Ma non corri tutte le mattine?"

"Mh no, non tutte. Quando ho tempo."

Percorriamo Harrison Street, J.K Street, Pike Street ed infine ci dirigiamo verso il parco. Sto sperando con tutta me stessa che Rachel voglia riposarsi un paio di minuti. Chissà quale divinità ha ascoltato le mie preghiere.

"Vieni, la mia panchina è libera."

– "La mia panchina"? L'ha comprata? –

Come se mi leggesse nel pensiero, proferisce un: "Vado sempre a sedermi lì quando faccio una pausa."

𝐈'𝐯𝐞 𝐟𝐚𝐥𝐥𝐞𝐧 𝐟𝐨𝐫 𝐲𝐨𝐮 ¦ Ruby Rose x Cara DelevingneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora