Rachel accosta a lato di una strada provinciale e parcheggia l'auto vicino ad un vecchio negozio di souvenir ormai chiuso da anni. Mi sto un po' allarmando e cominciano a sudarmi le mani.
"Rac, che ci facciamo qui?"
"Qui potremo stare un po' da sole." Il suo tono di voce è caldo, sensuale e trasuda uno strano desiderio. Il suo sguardo mi penetra nel profondo, mi spoglia. Deglutisco un sacco di volte in preda all'agitazione e mi mordo nervosamente il labbro. Noto che l'attenzione di Rachel si sposta proprio su quest'ultimo e in meno di un secondo non sono più io a farlo. I suoi denti afferrano la carne umida e morbida del mio labbro inferiore con estrema padronanza. Si sporge ancora di più, slacciandosi la cintura. Con un movimento veloce posiziona una mano dietro il mio collo e mi spinge maggiormente verso di lei per baciarmi ardentemente. La sua veemenza mi trasmette tutta l'eccitazione che le circola in corpo. Le nostre lingue si accarezzano intrecciate, danzano dettate dalla voglia di appartenerci. Non mi sono mai sentita così desiderosa di lei come in questo momento. Sento un flebile click e il sedile dell'auto che cade all'indietro istantaneamente mi fa sobbalzare. Lei ghigna, adagiandosi sopra il mio esile corpo tremante. Mi sovrasta, disinvolta e scende di poco per potersi occupare del mio collo. Sento la scia umida della sua lingua e i morsi avidi che attanagliano la pelle; quando poi la risucchia fra le sue labbra ancor più brividi mi percorrono la schiena e inizio a boccheggiare ripetutamente. Realizzo a poco a poco che questa notte mi concederò per la prima volta ad una persona, ma non ad una qualsiasi. Mi concederò a lei. La sua mano mi accarezza un fianco, dopo essersi intrufolata sotto la camicetta. Non soddisfatta si concentra sui bottoni e freneticamente li libera, facendo poi ricadere l'indumento da qualche parte poco distante. Sta continuando a baciarmi con foga, mentre le sue mani mi spogliano di ogni cosa superflua: jeans, intimo, scarpe. Non mi sono mai sentita in imbarazzo come in questo momento. Rachel sta contemplando il mio corpo minuto e spero di compiacerla tuttora. Sento il suo respiro scaldarmi la pelle, percorrere una strada vertiginosa verso il basso. In preda all'agitazione, cerco di rilassarmi socchiudendo gli occhi e facendo aderire la nuca al sedile della macchina. Non ho il coraggio di incontrare il suo sguardo e fare in modo che veda le espressioni estasiate che mi sfociano in viso. La sua lingua calda si appropria della mia femminilità. Il contatto mi fa inarcare la schiena e gemere allo stesso tempo. Si muove sinuosa sulla pelle madida e mi provoca un respiro irregolare persistente. Si concentra sulla piccola escrescenza di pelle situata in alto, poi, con estrema delicatezza, percepisco le sue dita dentro di me. È un susseguirsi di ansimi, ritmi regolari e sempre più veloci, mani che si sfiorano. La lingua di Rachel mi provoca piacere, roteando circolarmente, mentre le dita mi invadono in profondità. Non ci vuole molto prima di arrivare a raggiungere l'orgasmo e lasciandomi andare sul tessuto del sedile, esalo l'ultimo gemito sommesso. Ho la fronte imperlata di sudore, gli occhi ancora chiusi e il corpo tremante. Mi sento piena, completa, felice. Mi sento una donna. Quando, finalmente, decido di guardare Rachel, i miei occhi non possono fare a meno di notare la sua espressione soddisfatta. Voglio che lei veda lo stesso sul mio volto, così la tiro nuovamente verso di me prendendo con fervore la sua canotta bianca. Ricominciamo a baciarci, come se fossero passati giorni dall'ultimo. Ho bisogno di sentirla ancora e questa volta voglio farla mia, così inizio ad accarezzarle simultaneamente i fianchi magri, alzando la canotta sino all'altezza delle spalle. Una volta fatta sparire mi avvicino alla pelle candida dei suoi seni e inizio a passare lievemente la lingua su di essi. Rachel getta il capo all'indietro, leccandosi il labbro inferiore. È chiaro che le sto procurando piacere e mi meraviglio di ciò, perché sto improvvisando ogni minima mossa. Un po' impacciata mi libero del suo reggiseno, così da potermi concentrare sui piccoli capezzoli che vengono alla luce istantaneamente. Li succhio fervidamente, stringendola più forte fra le mie braccia gracili. Gli ansimi di Rachel sono musica per le mie orecchie e mi provocano euforia. In pochi secondi ribalto la situazione: a prendere in mano le redini, ora, ci sono io. Ripeto le sue stesse mosse, la spoglio di ogni capo, l'ammiro e poi mi concentro sulla parte più intima del suo corpo. Non so esattamente come muovermi e mi sta assalendo, per l'ennesima volta, un forte senso di incompetenza. Infilo timidamente la punta di un dito e alzando lo sguardo per vedere la sua espressione capisco di dover azzardare senza paura. La sua risposta alla mia occhiata è un sopracciglio alzato incoraggiante. Se così si può definire. Introduco le mie dita in profondità e mi lascio guidare dalle appena imparate nozioni. Non sto andando poi così male perché la sento ansimare vistosamente. Mi muovo dapprima lentamente, poi adotto un ritmo più sostenuto e deciso. Ad un certo punto sento la sua mano afferrare la mia spalla e obbligarmi a risalire con il viso. Obbedisco e mi stendo su di lei continuando a farla mia possessivamente. Essere l'artefice del suo piacere mi inebria i sensi. Mi bacia con foga, la sua lingua mi esplora vorace. Con una mano afferra e tira con forza i miei capelli ormai scompigliati. Sento che sta arrivando al culmine. Pochi istanti più tardi il suo piacere giunge impetuoso.
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𝐈'𝐯𝐞 𝐟𝐚𝐥𝐥𝐞𝐧 𝐟𝐨𝐫 𝐲𝐨𝐮 ¦ Ruby Rose x Cara Delevingne
Genç KurguCadere [ca-dé-re] • [sogg-v] • 1 Finire a terra. || figg. c. in piedi, cavarsela; • 2 Precipitare, crollare; • 3 fig. Detto del buio, calare, scendere; • [sogg-v-prep.arg] • 1 figg. c. in tentazione; c. dalle nuvole, rimanere molto sorpr...