V. Simple bet

1.2K 94 4
                                    

Ce l'avrebbe fatta. L'avrebbe fatto eccome.

Nessuno gli diceva mai di no. Al massimo, negava lui stesso, ma in quel caso voleva che succedesse. Sapere che era quasi impossibile da realizzare, lo intestardiva ancora di più sul volerci provare.

«Scommetto che ce la farò» sussurrò all'improvviso Zayn, sotterrando la testa nella sua giacca nera.

Ultimi banchi in fondo all'aula: quale posto migliore al mondo. Sfregò la fronte sul tessuto ruvido, nascosto dietro al suo zaino verde cosparso di scarabocchi a pennarello.

Louis continuò a muovere la matita sul foglio; «A fare cosa?» chiese, con meno interesse di quello che voleva dimostrare.

Non era colpa sua, ma di Zayn: Zayn non poteva essere definito una persona normale. Più che altro, non era la prima volta che iniziava una conversazione con quell'insolita promessa e, Louis lo sapeva, le cose non sarebbero finite bene. Punto uno, 'scommetto' significava una qualche idea stramba, o un obbiettivo totalmente improponibile da raggiungere; punto due, Zayn si intestardiva e niente riusciva a essere più importante della sua nuova ossessione; punto tre, Louis non ci teneva a coprirgli le spalle, perché era sempre lui a finire con i capelli dipinti di qualche strano colore, rinchiuso in una stanza buia con persone a caso o, perché no, in boxer nello spogliatoio delle ragazze.

Non l'avrebbe assecondato, no; quella volta no.

Per nessuna ragione al mondo si sarebbe fatto convincere ad aiutare il suo migliore amico.



«Io. Ti. Odio.»

«Andiamo!» urlò Zayn, colpendolo col fianco. «Sarà divertente.»

Louis agitò l'enorme testa pelosa a forma di leone e incrociò le braccia, rivestite da quel tessuto non del tutto comodo. «Ti odio, Zayn» ripetè a voce più alta. «Ti odio, ti detesto e ti odio!» gridò, battendo una zampa a terra. Era rinchiuso in uno stupido costume a forma di felino, quindi non è che risultasse chissà quanto intimidatorio. Infatti, Zayn gli si mise davanti ridacchiando e infilò una mano nel varco della bocca per pizzicargli una guancia. Louis tentò di morderlo, ottenendo solo di cadere in avanti sulla sua stessa pancia ricoperta di pelo. Colpì il pavimento della palestra con un pugno e si arrese, abbandonando la testa. «Ti odio, sei un bastardo» bofonchiò.

Zayn si morse il labbro inferiore per non scoppiare di nuovo a ridere e andò a sedersi sulla panchina a bordo campo. Ok: forse un po' di senso di colpa lo sentiva per aver obbligato Louis a travestirsi da mascotte della squadra di basket, ma cosa avrebbe dovuto fare? Cercare di attirare l'attenzione di Liam travestito da leone gigante? Se non altro li avevano fatti entrare all'allenamento e la scusa del "Devo aiutare il mio amico ad allenarsi per il ruolo del fenomeno da baraccone" aveva funzionato – forse perché nessun altro ci teneva a occuparlo.

 Zayn si stava divertendo come mai in vita sua. Si coprì la bocca con una mano, mentre Louis strisciava i piedi fino a lui. «Dovresti incoraggiare la squadra, Lou» disse, con le lacrime agli occhi. «Vuoi un abbraccio di incoraggiamento?» Allargò le braccia, ottenendo in risposta un semplice dito medio e un grugnito poco gentile.

«Vai a farti fottere, ok? Questa me la paghi. Non posso credere che tu—»

Zayn lo colpì dritto sul muso per farlo zittire.

Erano lì solo ed esclusivamente perché gli era venuta una voglia improvvisa di provarci con quel secchione palestrato di Payne e quel bel liceale dai capelli corti, gli occhi nocciola e lo sguardo schifosamente dolce era a pochi metri da lui. Con una certa circospezione, ma a chi importava.

Forse Zayn si aspettava qualcosa di sconcio, o di romantico, o di malizioso; qualsiasi cosa che non fosse quel «Cosa cazzo ci fate voi due qui?» che uscì dalla bocca di Liam.



«Bel modo di salutare due nuovi arrivati.» Louis si sfilò la testa da leone e cominciò a giocherellare con la propria coda. «Ah no, aspetta. Zayn è il nuovo arrivato, io sono solo un coglione che ha accettato di vestirsi da gatto troppo cresciuto!» gridò, con le guance rosse per la rabbia.

«Louis, puoi andartene adesso.»

«Non se ne parla, amico.» L'altro scosse la testa. «Lo farò quando gli avrai detto che vuoi scopartelo, così potremo andare avanti con le nostre vite come se niente fosse.»

Louis sperava solo che il nuovo desiderio di Zayn terminasse in fretta, così da mettere fine a un'altra situazione da aggiungere alla sua lista di avvenimenti imbarazzanti.

Liam inclinò la testa. «Sei venuto qui per offrirti a me?»

«Beh, potremmo anche definirlo così, o se preferisci—»

Alzò una mano per bloccare Zayn, l'espressione di chi sta decidendo se fare qualcosa di normale, o qualcosa di stupido. Malik era l'ultima persona che avrebbe mai pensato di considerare, però aveva obbligato il suo migliore amico a vestirsi da mascotte per parlare con lui.

Tutt'altro che di buon esempio, ma dettagli.

Liam si strinse nella spalle e accennò un sorriso, un attimo prima di voltarsi. «Dopo l'allenamento. Aspettami fuori» disse, tornando poi dalla sua squadra.

Louis aveva una di quelle smorfie esasperate stampata in faccia, mentre Zayn una molto più confusa.

Il primo si rimise la testa, afferrò l'amico per il cappuccio della felpa e camminò a passo svelto verso l'uscita. «Andiamocene fuori dalle palle, Zayn.»



«Ok, Zayn Malik, giusto?»

«Liam Payne, giusto?»

«Indovinato.»

«Non ti facevo così... intraprendente?»

Liam sogghignò, sfilandosi la maglietta. «Sono un secchione, non un prete.»

SuddenlyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora