Capitolo 4

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"Chi era quella?"

"Oh, nessuno"

Caro Tizio,

le delusioni, quelle si che sono tante; il confine tra sogno e illusione è così sottile, che spesso non ci rendiamo conto di essere nel territorio delle illusioni, è un territorio pericoloso quello, quando sei  lì vivi in un pericolo costante, in qualsiasi momento potresti ritrovarti col mondo addosso, oppure in caduta libera verso il nero più profondo. Il "bello" è che il pericolo si presenta quando meno te lo aspetti, sempre se te lo aspetti, e tutto per colpa di una semplice parola, o frase. Una parola, e boom, improvvisamente ti rendi conto di aver costruito solo dei castelli di carta, e che una semplice parola è stata in grado di raderlo a suolo, e che fare in quei momenti?

Jasmine: Clari hai presente quella scuola di equitazione che ti dicevo? Ho trovato dove si trova è subito fuori città vicino alla masseria abbandonata, se andiamo in bicicletta in 45 minuti siamo lì. Vieni?

Clari: Jasmi, ma da quando ti interessano i cavalli, me lo spieghi?

Jasmine: Dai mi è venuta solo voglia di andarci, facciamo qualcosa di diverso, non ti va di andare a vedere i cavalli?

Clari: Lo sai che verrei,  anche se non mi va, ma devo badare a mia sorella... 

Jasmine: Okay, vado da sola allora.

In 45 minuti ero lì non capivo neanch'io il motivo, ma qualcosa mi diceva che dovevo andarci.

Quando arrivai non c'era molta gente, solo qualcuno che andava a trotto, mi fermai a guardare

"Ehi tu!"

Mi sentì una mano sulla spalla, pensai di aver sbagliato giorno e che magari non potevo essere lì, ma ovviamente non mi passò neanche per un secondo in mente quello che sarebbe accaduto...

"Jasmine,  sei tu vero?"

Coincidenze? Destino? Eppure era lui, era lì dietro di me, con la mano sulla mia spalla, e io ero lì a fissare il vuoto impietrita.

"Michael?" Mi girai verso di lui

"Si, ma guarda tu che coincidenza, che fai mi segui?"

"Cosa?, io? no no, era solo che volevo vedere i cavalli,  e oggi era aperto al pubblico e così sono venuta..."

"Ehi tranquilla, scherzavo."

"Amore andiamo? I cavalli sono pronti!" 

Una ragazza, alta, capelli neri, chiamava Michael.

"Sì Stephanie, arrivo! 

Scusami devo andare."

"Okay, ciao"

"Eccomi Stephanie!"

"Chi era quella?"

"Oh, nessuno"

"... nessuno..."

In quel momento capì in che "territorio" ero, capì che il mio castello di carta era stato distrutto, il mondo mi stava cadendo addosso, mentre iniziavo a precipitare nel buio più profondo.

Sei come l'acqua (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora