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Se Michael avesse la capacità di pensare prima di agire, allora capirebbe che ogni sua azione ha delle conseguenze.

Perché pare che questo non l'abbia ancora capito, e continuare a trattenere le redini di una rete stracolma di bugie è dura, ma quel particolare viene sempre scordato, la rete può spezzarsi, e le bugie venire a galla.

E per quanto Michael cerchi di nascondere il suo passato dietro un viso freddo e un sorriso forzato, quello lo condiziona, e non ha mai voluto essere così.

Da bambino immaginava di diventare il presidente degli Stati Uniti, di diventare il paladino della giustizia, voleva vedere le persone felici perché anche se lui era solo, era felice.

Aveva trovato qualcuno che gli volesse bene, e quel sentimento innocente e quella spensieratezza immatura di un bambino che, seduto sulle gradinate dell'orfanotrofio, aspettava il ragazzino più grande, l'amichetto che non lo avrebbe mai deluso, quello a cui voleva bene, tanto bene.

E preparava i colori con la sua solita minuziosità, perché il più grande, Logan si chiamava, gli diceva che da grande avrebbe disegnato, che il disegno lo avrebbe portato lontano, come la fantasia racchiusa in quella testolina dai capelli cenere.

E Michael, a soli otto anni, si rifugiava nei suoi mondi su carta, e si lasciava trasportare dalla nitidezza dei colori vivaci che andavano a colorare l'universo sognato da tutti, e a lui andava bene così, perché dietro quelle quattro mura non poteva uscire, ma c'era l'immaginazione a non frenarlo, ed è meglio immaginare che sapere, perche sapere porta solo delusioni, dolore.

Perché niente è come sembra finché non lo scoprì.

E Michael ha imparato presto a conoscere la franchezza del mondo.

E quel suo amico Logan si vedeva sempre più di rado, e sempre circondato da suore.

E quel viso pallido si impallidiva ancora di più, e agli occhi del dodicenne, che intanto cresceva, i suoi occhi si spegnevano e la sua figura si assottigliava, quasi si stesse davvero dissolvendo in aria.

"Impara solo a non lasciarti trascinare dalle emozioni".

"La vita è fatta per toglierti tutto".

"Ciò che credi sia bene, non lo è affatto".

"Guarda il mondo con gli occhi della razionalità, non importa se diventerai una statua di marmo, almeno l'unica sensazione che non sentirai alla fine è la delusione".

E non capiva come quel ragazzino dagli occhi chiari, che correva per i corridoi e aiutava i bambini di sei anni quando si sbucciavano un ginocchio si fosse spento.

Eppure la sua mano era sempre fredda, ma sempre le sue dita erano tra quelle di Michael.

E il loro legame era implicito e forte, e i due migliori amici sognavano di sconfiggere insieme il mondo.

Ma la fantasia di Michael andava a spegnersi lentamente, ma poi sempre più velocemente.

Quando quei pomeriggi di settembre dei suoi quindici anni rimaneva seduto su quelle gradinate, fredde, come il suo cuore era diventato.

Freddo.

Perché il calore delle lacrime si dissolveva nell'aria e correva via da lui.

E Michael pensava davvero che tutte quelle parole ora avevano un senso, perché se era destinato a rimanere da solo, a soffrire da solo, avrebbe preferito diventare una statua di sale, piuttosto che provare quella cosa lancinante nel petto che lo tenne incollato a quel marmo freddo, per un tempo indeterminato, di cui neanche se ne curò.

||I was just like..Out of control.|| -Muke [SOSPESA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora