Basta, me ne voglio andare. Non voglio più rimanere qui a Los Angeles nemmeno per un altro secondo. Io credevo che a James, importasse qualcosa di me...invece non gli cambia niente se me ne vado. Che stupida, mi illudevo che forse avevo trovato l'amore della mia vita. L'amore non esiste, è solo un'illusione che ti fa star male. Piango e non ne capisco la ragione. Decido di chiamare il Presidente della Brown:
P.B: Andy
A: Accetto, voglio partire adesso. Subito
P.B: Che bella notizia, ma mi stai chiedendo di anticipare la partenza?
A: Sì, non ci voglio più stare qui. Adesso devo pensare al mio futuro e a me stessa.
P.B: Brava. Così si fa. Cambierò i biglietti. Invece di dopodomani, partiamo fra 2 ore. Passerà Chuck.
A: Perfetto.
Adesso dovevo solo avvisare Alex che la partenza era anticipata. Eccola che arriva:
Al: Hey,allora hai parlato con James?
An: Ti prego parliamo di tutto tranne di lui
Al: è andata così male?
An: Non voglio vederlo mai più. Lo odio, lo odio on tutta me stessa.
Al: Lo odi, ma lo ami.
An: Alex, non sono qui per parlare di James...mi hanno anticipato la partenza,parto fra 2 ore.
Al: Fra 2 ore?!
An: Sì.
Al: Mi mancherai Andy.
An: Anche tu,ricordati che sei la mia migliore amica,l'unica sorella che ho.
Al: Certo che me lo ricordo, e tu ricordati che sarai sempre tu la mia migliore amica,la mia unica sorella. Ti voglio bene.
An: Anche io,tanto.
Scoppiamo in lacrime entrambe. Lei è stata l'unica persona vera che ho incontrato nella mia vita. L'unica che mi è stata vicino nonostante io la maltrattassi. L'unica che mi aiutava a fare guai. L'unica che mi ha voluto bene veramente. Lei è l'unica amica che ho. Trascorse le due ore suona il clacson, è arrivato il momento di lasciare Los Angeles. Saluto tutti,tutti tranne James. Ormai per me lui non esiste. Mi ha ferito troppo. Le ferite non si cancellano. Anzi durano. Entro in macchina e faccio un gesto di ciao a tutti quanti. Mi mancherà questo posto,mi mancherà la mia famiglia. Arrivati in aereo, prendiamo a sedere. Io decido di mettermi vicino il finestrino. Quando ero piccola e mio fratello doveva fare viaggi di lavoro, per farmi star buona mi metteva sempre vicino al finestrino e mi diceva che se stavo immobile sarei riuscita a vedere la mamma. Ma io non ci riuscivo mai e così piangevo. Ma adesso basta con i pensieri tristi. Insomma, sto per andare a Londra. Questo viaggio, mi ricorda quando io e Alex siamo andate a Los Angeles,in tutto il percorso, parlavamo solo di cosa avremmo visto, come comportarci. Metto le cuffie e ascolto qualche canzone. Quella sensazione di piangere,quella sensazione di volertene andare, quella sensazione di rabbia contro il mondo intero...ecco come mi sento. Mi viene da piangere ma non piango. Pensavo alla mia vita d'ora in poi, il successo, le interviste, i balli...il mio sogno sta per realizzarsi ed io non sono felice? Devo rimediare. Appena scesi,ecco Londra...stupenda. Una volta arrivati al teatro il presidente della Brown mi presenta al direttore nel settore danza classica:
D.: Piacere,tu devi essere Andy giusto?
A: Sono io.
D.: Ho visto qualche tua audizione e devo dire che sei molto brava,se continuerai così avrai una strada piena di successo.
A: Speriamo.
Mi consegnano le chiavi della stanza. La B1 . Butto tutte le mie cose per terra e mi distendo sul letto. Il mio futuro era iniziato.