3 capitolo.

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Tornata in hotel, salgo in camera e inzio a prepararmi. Chiariamo, non volevo uscire con lui, ma ammetto che ogni volta che si avvicinava a me, avevo una strana sensazione e mi sentivo anch'io strana. Opto per un vestitino bianco che ha un top di pizzo e le mie solite all star bianche. Trucco acqua e sapone, giusto un filo di mascara e capelli mossi. Bussa la porta. Era James. Aveva una giacca di pelle nera con una maglietta bianca da sotto e pantaloni neri. Apro la porta:

J: S-stai benissimo, davvero

A: Grazie, lo so già.

In quel momento forse invece di risponderlo con un tono acido, avrei magari voluto saltargli addosso e baciarlo, ma dovevo mantenere la calma. Arriviamo al ristorante. Prendiamo due pizze e iniziamo a mangiare. Durante la cena parliamo di tante cose:

J: Sai, non ho ancora capito il perchè tu sia qui a Los Angeles...vuoi diventare una cantante?

A: Niente affatto. Voglio diventare una ballerina di danza classica. Voglio realizzare questo sogno.

J: Danza classica? Come mai?

A: Mia madre lo era... è morta quando avevo sette anni, è stato tremendo. Lei mi diceva sempre di realizzare i miei sogni. Ma io non capivo, avevo sempre paura di non essere mai all'altezza di niente,sempre con gli occhi puntati sulle mie imperfezioni...così ho capito che nella vita bisognava crearsi e realizzarsi da soli. Dopo la sua morte,ho iniziato a trasformarmi. Non mangiavo, vomitavo sempre,diventavo scontrosa con chiunque...Alex mi è stata vicino nonostante la trattassi male. Non volevo fare niente,se non piangere, così smisi di ballare. Poi, capii che quello che desideravo di più nella mia vita era proprio ballare. Allora iniziai a fare concorsi, audizioni, e finalmente...ho ottenuto un contratto con la Brown...io ho promesso a mia madre che avrei realizzato i miei sogni e lo farò.

J: Sei una ragazza speciale Andy, sono sicuro che riuscirai a realizzare il tuo sogno e non deluderai nessuno,nemmeno tua mamma che è orgogliosa di te anche ora.

Avevo quasi le lacrime agli occhi. Non riesco ad aprimi facilmente, non l'ho mai fatto con nessuno, e tantomeno non mi ero mai fatta vedere piangere. E quella sera io ero riuscita a parlare a qualcuno di cosa stavo provando, le mie emozioni, le mie paure, i miei sogni. E James c'era, era lì con me che cercava di aiutarmi, che mi ascoltava...avevo capito che magari non ero più sola come credevo.

A: Ma parliamo di te... perchè vuoi diventare così famoso?

J: Ah la risposta è semplice, ho talento, sono bello ed è la cosa che amo di più cantare. Ti basta come risposta?

A: Sì dai, mi basta.

E scoppiamo a ridere entrambi. Anche se magari ci conoscevamo da poco, eravamo in qualche modo riusciti a entrare in " sintonia" . Senza che ce ne accorgessimo si era fatta mezzanotte, l' orario massimo per rientrare in hotel. Mi accompagna fino in camera e mi fa:

J: Grazie principessa, mi hai fatto passare una serata fantastica. Ho scoperto che alla fine non sei così dura come sembra.

A: Bè ti sbagli mio caro...comunque ammetto di essermi divertita anche io.

Mentre prendevo le chiavi nella borsa, per sbaglio cadono a terra e sia io che James ci chiniamo per prenderle. Eravamo troppo vicini. Non capivo più niente. Lui si avvicina io mi avvicino ed ecco...arriva il signor Bitters, il proprietario dell'hotel che ci rimanda in stanza ad entrambi.

Andy's lifeWhere stories live. Discover now