Capitolo 1

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Mi chiamo Erica.
In quel periodo avevo circa 17 anni. Era tipo la quarta volta che cambiavo scuola.. Diciamo che non ero una ragazza modello. Ero.. Una bulla. Capelli rossi, tatuata, fumatrice.. La gente mi chiamava "bulla" e, alla fine, feci per diventarlo. Non ne vado fiera, devo ammetterlo.
La quarta volta che venni trasferita, giunsi ad una scuola di Seoul, in Sud Corea, di cui non ricordo il nome.
10 ANNI FA.
"Nuova scuola, nuovo inizio". È quello che dicono. Per me, però, non è così. Nessun tipo di scuola sarà in grado di cambiare la mia aggressività. La gente spara cazzate ogni giorno, pur di sembrare intelligente.
Era il mio primo giorno nella nuova scuola e, come al solito, mi svegliai in ritardo. Non che me ne fregasse, ovviamente. Mia madre aveva pure rinunciato ai vani tentativi di svegliarmi in orario. Più che svogliata, mi alzai e mi diressi verso il bagno. Dopo due minuti (esattamemte, non sono quel tipo di ragazza da passare tre anni in un bagno), avevo finito il mio trucco nero. Mi diressi verso l'armadio, completo di vestiti neri. Mi misi i leggins in pelle, una felpa over size nera con un teschio, degli anfibi neri e, giusto per divertimento, aggiunsi qualche catena argentata.
<Mamma, vado. Non aspettarmi per il pranzo. Non torno a casa. >
Nonostante in questa città non avessi amici ("Meglio soli che mal accompagnati" si dice), mi piaceva passare le giornate da sola a camminare per strada. Mia madre, ormai, mi vedeva solo al mattino.
<Dove cazzo è sta scuola!? > urlai a me stessa per strada. Per quanto non volessi andarci, mi sembrava giusto fare almeno questo per mia madre. Aveva pagato per questa scuola e andarci non sarebbe stato tragico. Mi bastava fregarmene di tutti là dentro.
Mentre imprecavo alla ricerca di quella maledetta scuola, andai a sbattere contro un gruppo di ragazzi. Erano in sette, tutti vestiti di nero, con tanto di trucco. Per quanto li avessi appena incontrati, già mi piacevano. Avevano quell'aria da.. Non lo so nemmeno io. Mi piaceva il loro stile e, per dirla tutta, non erano per niente male.
Tutti e sette si girarono verso di me. Potei notare dei lineamenti asiatici.. Sicuramente erano di qui.
Con fare menefreghista li guardai e chiesi loro:
<Sapete dov'è 'sta scuola? È una scuola italiano-coreana. >
<Si, ci andiamo anche noi, purtroppo. > disse il più alto.
<Siete fighi con questi look. Dato che andremo nella stessa scuola, potremmo diventare una gang ahah> senza pensarci, sorrisi dolcemente.
"WOWOWOWO. Cos'era questo?! Un sorriso!? Aspetta, perché conosco pure questa parola!? "
Non conoscevo quei ragazzi, eppure mi sentivo strana.
<Mi chiamo Erica. Un nome troppo dolce per una come me. > dissi cercando di distrarmi dai pensieri inutili che avevo in mente.
<Io sono Rap Monster. Loro sono i miei amici: V, Jungkook, Jimin, Jin, Suga e J-Hope. Ovviamente sono i nostri soprannomi.. Se ti dicessimo i nostri veri nomi.. Poi dovremmo ucciderti. >
<Nessun problema, mi fareste un favore, anzi. E comunque, se siamo nella stessa classe, li scopro grazie ai prof. > scoppiai a ridere.
"Suga, huh? Lui, di sicuro, me lo ricorderò"
Suga era stato il primo a lasciarmi senza fiato. Capelli rosa, giacca di pelle nera, maglietta semplice nera, jeans neri e anfibi neri. Aveva uno sguardo carismatico e, nell'insieme, era piuttosto "swag". Ed era anche piuttosto sexy. Insomma, era una sottospecie di.. Come lo chiamano le ochette? Ah, sì. "Amore a prima vista". O meglio, attrazione a prima vista. Non credevo nell'amore.
Così dopo qualche chiacchiera di routine, ci dirigemmo insieme verso questa scuola. Mi sentivo già pronta per aspirare al quinto trasferimento.

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