Capitolo 6

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I giorni passarono e, io e Suga, vivevamo la nostra relazione tranquillamente. Continuo a non capire come facesse a sopportarmi.
Tutto andava bene, fino a quando non avvenne una "catastrofe".
"Bene, ragazzi. A quanto pare oggi avremo un nuovo studente.." comincio Il Ri Unnie. Eravamo tutti piuttosto incuriositi.. Insomma, qualcun altro si era aggiunto alla "classe del demonio".
"Entra pure!" Concluse Unnie.
Dalla porta entrò un ragazzo alto, muscoloso, coi capelli biondi che gli coprivano gli occhi.
"Bellaa! Sono Taeyang." Disse.
Era affascinante, ma in quel momento riuscivo a pensare solo al mio Suga.
C'era il riposo.
"Ragazzi, torno subito!" Dissi.
Mi diressi verso la porta e uscii per andare in bagno.
Ad un tratto, sentii una manso sulla mia spalla destra.
"Ehy, piccola. Finalmente soli.." disse una voce.
Mi girai di soppiatto e vide Taeyang.
"Eh?" Fu l'unica cosa che riuscii a dire. Mi ritrovai il suo naso attaccato al mio.
"EHY, CAZZO FAI!?" Gli urlai.
"Uhhhh.. Mi piace quando il gioco diventa complicato.." disse mordendosi il labbro.
"Senti, con le ochette che di solito ti scopi, sta cosa del labbro potrà anche funzionare ma non con m-.." Non riuscii a finire il discorso, che mi prese per il braccio e mi trascinò fuori dalla scuola.
"LASCIAMI, DEVO TORNARE DENTRO!" Continuai ad urlargli contro di tutto.
"Eddai, so che lo vuoi anche tu.." disse mentre mi sbatteva contro il muro bloccandomi le braccia.
Gli tirai un calcio nelle palle.
"Ascolta, stronzetto. Non so chi diavolo ti credi di essere ma io sono già in una relazione. Quin-.." mi interruppe mettendomi un dito sulle labbra.
"Shhh. I am a good boy.." disse.
Gli spostai la mano violentemente.
"Oh, I don't think so. Dovresti morderti la lingua, piuttosto che sparare cazzate a propulsione atomica." Gli dissi.
"Oh, la metti così? Vediamo come te la cavi con questo.." disse tirandomi un pugno.
Ok, sarò io all'antica, ma le donne non si toccano.
Risposi al suo pugno. Insomma, cominciò una piccola rissa. Purtroppo, mi spinse contro un albero, sbattei la testa e .. buio.

*Suga's POV*

"Ragazzi, dov'è Ki Zed? È uscita mezz'ora fa.. ma non è ancora tornata. E non c'è nemmeno il novellino.." dissi preoccupato.
Proprio in quel momento stava entrando Taeyang.
"Ehy, hai visto Ki Zed?" Gli chiesi.
"Chi?"
"La ragazza della nostra classe.."
"Ahnn.. No.. Forse è uscita a prendere una boccata d'aria.." disse con un sorriso che più falso non poteva essere.
Decisi di andare a controllare. Nel giardino non c'era, così provai a vedere fuori dal cancello della scuola.
"KI ZED!" Urlai.
La vidi distesa per terra, coperta di ematomi in una piccola pozza di sangue. Presi il telefono e chiamai l'ambulanza. Poi, in lacrime, chiamai gli altri.
*al telefono*
"H-hyung.. V-venite f-fuori... E-erica.. K-ki Z-zed..."
"Che succede!? Lascia perdere, veniamo subito!" Mi rispose Jin Hyung.

Sentii i loro passi che si avvicinavano.
"ERICA!" Urlarono in coro.
"H-ho g-già chiamato l'ambulanza.."
"CHE DIAVOLO È SUCCESSO!?" Disse Jin.
"Credo che qualcuno l'abbia picchiata.. Ma chi!? QUEL FIGLIO DI PUTTANA, CHIUNQUE ESSO SIA, LA PAGHERÀ CARA!" dissi prima di iniziare a piangere.
"Tranquillo, Hyung. Sai che per queste cose noi ci siamo sempre. Appena troveremo quel bastardo, non gliela faremo passare liscia. MAI." disse Junglook. Non lo avevo mai visto così incazzato.
Io non sapevo più che pensare. Presi la testa di Ki Zed e la misi sulle mie gambe.
"Stai tranquilla, piccola mia. Ci sono io.. Ci sarò sempre.." cominciai a sussurrare.
Sentii le sirene dell'ambulanza.
La portarono sulla barella e io salii con loro. Gli altri ci avrebbero raggiunti più tardi.
*All'ospedale*
"Allora, ha subito un forte trauma cranico, potrebbe non svegliarsi subito. Potrebbe volerci qualche giorno, per intenderci. Ma si sveglierà. Non abbiamo notato danni al cervello, quindi la sua memoria dovrebbe essere intatta. Purtroppo, ha tre costole rotte e l'omero è danneggiato. Le basterà un gesso, per il braccio. È qui il suo tutore?" Disse un paramedico.
"..N-no.. Ora lo chiamo.." dissi in lacrime.
La madre arrivò nel giro di venti minuti.
Dopo poco, ci raggiunsero anche i Bangtan.
Mi sedetti vicino a lei. Avevo bisogno di starle vicino. Volevo esserle d'aiuto. Le presi la mano e la baciai.
Notai che la madre, sebbene disperata per il danno subito dalla figlia, era felice. Aveva visto noi sette che le stabamo vicino. Penso fosse felice che Ki si fosse fatta degli amici. Mi sorrise e io ricambiai. In quel momento, si percepiva la solidarietà che c'era tra la famiglia e le amicizie. Il mio cuore si tranquillizzò. Appoggiai la testa vicino alla coscia di Ki e mi addormentai.
"Starai bene. Ci siamo noi. Ci sono io. Ti sveglierai e sarà tutto finito.."

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