First Meeting

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È il grande giorno.
Oggi Troye e quel figlio di P...Palvin di Connor arrivano a Los Angeles.

Sono le sette di mattina, ma il volo atterrerà solamente dopo mezzogiorno e mezzo. Peccato che il sonno non voglia proprio abbracciarmi, oggi.

Mi siedo sul letto e apro il PC, iniziando subito a scorrere la mia DashBoard su Tumblr. Qualche frase depressa, qualche gif al limite del legale, qualche fotografia di Darren Criss; il solito, insomma. Ricorda: qualsiasi fandom tu segua, prima o poi le gif porno ti troveranno.

Posto qualcosa sui miei profili social , aggiungendo una foto pietosa su Instagram. Ho i capelli azzurri, ora, tutti spettinati e appiattiti sulla fronte, gli occhiali leggermente storti e lo sguardo ancora assonnato, nonostante io sia più che sveglio.

Mi alzo dal letto e mi piazzo davanti all'armadio aperto, con le braccia conserte. Scruto i miei vestiti alla ricerca dell'illuminazione per l'outfit perfetto, ma nulla mi attira più di tanto. Tutto é inferiore alla bellezza di colui che devo andare a prendere all'aeroporto. Connor non sarà contento di sicuro, ma Troye in teoria dovrebbe essere felice di incontrare dal vivo il ragazzo con cui si sente da mesi. In teoria.
Il mio problema si risolve nel modo più semplice: pescando dei vestiti completamente a random dall'armadio. Una T-shirt arcobaleno , stile Tye-Dye , e un paio di normalissimi skinny jeans azzurri. Per le scarpe opto per un paio di Vans azzurre, con i lacci gialli.

Indosso il tutto e mi posiziono davanti allo specchio, per controllare di essere perlomeno presentabile.

Sono favoloso, mi sembra ovvio.

Dopo essermi sistemato per benino i capelli, sorrido e mi preparo ad una nuova giornata. Alla giornata migliore della mia vita.

Ore 12.05

Sono all'aeroporto e mi sto divorando le unghie per colpa dell'ansia che mi avvolge. Il volo ha accumulato mezz'ora di ritardo durante uno scalo, quindi dovrò aspettare più o meno fino alla una.

Girovago per i negozi che popolano l'aeroporto di Los Angeles, comprandomi uno snack e un libro da leggere. Finiti gli acquisti, mi apposto nella zona dedicata agli arrivi, sgranocchiando un Mars mentre leggo il romanzo che ho comprato. Nulla di che, devo ammetterlo.

Penso a come mi dovrò comportare quando arriverà. E se non mi vorrà nemmeno abbracciare? E se mi ignorerà? E se Connor gli impedirà di salutarmi a dovere?

Sono tutti "se" , dopotutto, quindi sono tutte opzioni perfettamente - e dolorosamente - plausibili.

Ore 13.03

Il volo Perth-Los Angeles sta atterrando. Ripeto, il volo Perth-Los Angeles sta atterrando.

La voce gracchiante dell'altoparlante mi risveglia dalla lettura di quel libro che, a dirla tutta , non era poi così malvagio. Lo consiglierò a Troye.

Troye. Oh Dio mio santissimo.

Scatto in piedi e mi dirigo a passo svelto per raggiungere il gate dal quale usciranno i passeggeri. Mi fermo lì davanti, in frenetica attesa nel ragazzo che aspetto da mesi, ormai. Aspetto questo momento da una vita; sembra che non abbia mai fatto altro.

Entrano l'uno affianco all'altro , ma non si tengono per mano. Che botta di c...cosiddetto.

Appena lo vedo il mio cuore fa un tuffo degno di una tuffatrice olimpica. Inizia a fare mille capriole e mille salti, degni di Carlotta Ferlito.

Dal vivo é tremendamente, irrimediabilmente, meravigliosamente bellissimo. È alto circa una spanna più di me, ma non importa più di tanto. A parte che mi sento un puffo decisamente troppo gay, va benissimo.
I suoi occhi sono più azzurri del mare, del cielo e dei puffi messi insieme. Sono la cosa più bella che io abbia mai visto in tutti i miei ventidue anni di vita.

Incrocio il suo sguardo per la prima volta e riesco a sentire le mie ossa che si sciolgono per l'emozione. Sorride e, all'improvviso, lo vedo correre verso di me ed in quattro e quattr'otto me lo ritrovo addosso come un koala. Lo stringo fortissimo a me, mentre le lacrime di gioia iniziano ad inondarmi gli occhi.

Piccolo australiano...

Tilly...

Mormoriamo quasi all'unisono , stringendoci ancora più forte l'uno all'altro. Il mio cuore sta per esplodere, e sento anche il suo battere fortissimo contro il mio petto. Il suo viso é incastrato nell'incavo del mio collo, che sento bagnarsi di lacrime. Spero che siano lacrime di gioia, almeno.

Sposto lo sguardo su Connor, rimasto allibito davanti al gate, gli occhi sgranati e un espressione scontenta sul volto. Sono davvero tentato di fargli una linguaccia e urlargli dietro : alla faccia tua, stronzo!

Tilly, io sono venuto qui solo per te, lo sai? Il fine giustifica i mezzi, dicevano, no? Connor era il mio mezzo, ma tu sei il mio fine.

Mentre sussurra quelle parole tanto dolci, sposta lo sguardo nel mio, mentre la sua mano percorre lievemente la mia guancia pallida. Mi sto per sporgere in avanti per baciarlo, ma mi trattengo. Non voglio che Connor ci veda. La mia dannata privacy.

Troye, piccolo australiano per niente nano, non hai la minima idea di quanto io sia felice ora... È tutto perfetto.

Ora vado con Connor e ci parlo, poi ci possiamo vedere, vero? Io voglio vederti il più possibile in queste due settimane.

Ti invio l'indirizzo. Vieni appena puoi.

Gli lascio un delicato bacio sulla fronte, prima che lui torni con i piedi per terra e se ne vada con Connor. Ora però sono speranzoso più che mai. Il dolore può essere sopportato per momenti come questi. Ci sono momenti in cui tutto va male, l'ho imparato a mie spese, ma ci sono anche momenti nei quali ti sembra di toccare il cielo con un dito, e lo so che ora ti sembrerà impossibile, ma ci sono, basta aspettare.

E io aspetterò Troye, sì.

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