Lettera 5

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Caro Viktor,
i Potter possono scordarsi di rimettere piede a casa mia.
Ieri sera ho vissuto l'inferno.
Mentre stavo finendo di apparecchiare ho sentito suonare il campanello. Ho chiesto a Ron se poteva andare ad aprire, dato che io avevo da fare, ma lui non si è nemmeno degnato di guardarmi ed ha continuato a poltrire nel divano.
Allora sono andata io, e non ho fatto in tempo ad aprire la porta che subito una furia si è abbattuta su di me.
Era James, che ovviamente è entrato in casa senza nemmeno fare caso a dove andasse.
Harry e Ginny sono entrati dopo, e con un breve cenno come saluto, si sono diretti verso la cucina, senza nemmeno fare caso a dove fosse andato il figlio.
L'ho dovuto cercare io, e l'ho trovato di sopra in camera, intento a stropicciare tutti i miei fogli nella scrivania.
L'ho portato di sotto, prendendo mentalmente nota di dire quattro parole a Harry riguardo quella peste di suo figlio.
Abbiamo cenato, e dopo Harry, Ron e Ginny si sono messi a discutere di Quidditch, ignorando me e James.
Gli ho corso dietro per tutta la casa, cercando di impedire che combinasse qualche disastro, invisibile agli occhi di quegli altri tre.
Ho pregato che la serata finisse in fretta.
Quando (dopo quelli che parvero secoli) Harry finalmente alzò il suo didietro dal divano lo placcai, e lo trascinai tenendolo per un braccio  in un'altra stanza, con l'intento di parlare di suo figlio.
Dopo che gli ebbi spiegato tutto, lui che fece?
Mi rassicurò? No.
Mi rise in faccia. Mi disse che era solo un bambino. Mi disse che io non dovevo immischiarmi nell'educazione di James.
Mi disse di starne fuori, e di lasciarlo stare.
Lo avrei preso a schiaffi più che volentieri.
Sai, io e Harry ci siamo molto allontanati dalla fine della battaglia di Hogwarts.
Lui e Ron non sono tornati per completare gli studi e conseguire il M.A.G.O.
Ron alla fine l'ho sposato perché era giusto così.
Ti chiederai che vuol dire.
Vuol dire che tutti si sono sempre aspettati che io lo sposassi, e io l'ho fatto. E fino a poco tempo fa ero anche convinta di aver fatto bene, perché credevo di essere felice.
Sono stata così stupida.
Dove è finita quell'Hermione che fa le cose di testa sua?
Quella che fa quello che si sente di fare davvero?
Che non fa qualcosa perché tutti si aspettano che lo faccia?
Che fine ha fatto?
Io so solo che è quella che sta scrivendo queste lettere.
Lei avrebbe già mandato a quel paese Ron.
Lei non avrebbe mai permesso che Harry le mettesse i piedi in testa ieri sera.
Lei ora avrebbe già fatto la valigia e se ne sarebbe andata.
Ma lei è solo un ricordo.
Un ricordo impresso in queste lettere, che non verranno mai spedite.
È buffo che io stia piangendo come una fontana mentre scrivo ciò?
È buffo, vero Viktor?
Eri buffo anche tu in biblioteca, sai?
Era buffo il modo in cui ti sedevi vicino a me, prendendo un libro a caso, fingendo di leggerlo.
Lo so che fingevi perché non voltavi mai le pagine. Lo fissavi, ma in realtà fissavi me.
E io me ne accorgevo. Fissavi me mentre fabbricavo le spille del CREPA.
E a me piaceva essere guardata.
Specialmente da te.
Se non ricordo male, tu trovasti il coraggio di parlarmi dopo una settimana dal mio sclero contro le tue fan.
"Ankora io non sa tuo nome"
Mi dicesti.
E di nuovo quel forte imbarazzo prese possesso di me.
"He...Hermione"
Balbettai.
"Herr-mioni? Un bel nome"
"G...grazie"
"Cosa fa tu stasera, Herr-Mioni?"
Mi invitasti così a uscire con te.
Sei stato il primo a chiedermi di uscire.
Accettai subito, e passai il resto della mattina e il pranzo a pensare a te.
Non sono stata attenta nemmeno alle lezioni del pomeriggio.
Così prima di cena venni da te in biblioteca.
Mi portasti a fare un giro nel parco. O meglio, fui io a portare a fare un giro nel parco te, perché tu non conoscevi ancora bene la scuola.
Ci divertimmo molto.
Era piacevole parlare con te, nonostante il tuo storpiare le parole.
Un'altra sera mi chiedesti di insegnarti meglio l'inglese.
Quante risate che ci siamo fatti.
Mi attraevi molto, ma non osavo farmi avanti per paura di spezzare quella magia che si era creata tra di noi. Una magia più potente di qualsiasi incantesimo scagliato da bacchetta.
E se tu mi avessi respinta, mi dicevo?
Non volevo rischiare.
Quando il tuo nome uscì dal Calice di Fuoco, una parte di me era felice perché tu eri stato scelto, ma un'altra temeva per te.
Temevo che ti succedesse qualcosa.
Temevo di perderti prima ancora di averti.
Ti ricordi i giorni prima della prima prova?
Harry non lo saprà mai, che fui io a dirti dei draghi, e non Karkaroff che si aggirava dalle parti della capanna di Hagrid.
Lui non li vide, ma Harry disse a me di loro.
E io il giorno dopo venni subito da te a dirtelo.
Mi ricordo che tu mi abbracciasti, per ringraziarmi. Mi venisti letteralmente addosso, e io non me lo aspettavo.
"Tu ha bei capelli Herr-Mioni" dicesti ad un tratto, mentre eravamo ancora abbracciati.
Io pensavo che tu lo dicessi per prendermi in giro, ma capii che eri davvero sincero subito dopo, quando affondasti le tue mani proprio lì. Ero sinceramente sorpresa, perché prima di allora tutti mi avevano sempre preso in giro a causa di quelli.
Te li ricordi, vero?
Sono ancora così, indomabili. L'ultima cosa che mi è rimasta di quella ragazza, probabilmente.
Tua, Hermione

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