Lettera 7

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Caro Viktor,
Rose è nata.
Non ti ho scritto per più di un mese, un lungo tempo che ho passato facendo avanti e indietro al San Mungo.
Le nausee si facevano sempre più forti, e molto spesso mi mancava l'aria.
Sono svenuta anche, a volte.
All'ospedale i Medimaghi mi hanno rassicurata dicendomi che era tutto normale, ma questo non mi ha impedito di preoccuparmi lo stesso per la sua salute della mia bambina.
Così sono andata spessissimo a fare controlli.
Finché una mattina, una settimana fa, mi si sono rotte le acque.
Ho gridato, ma Ron non è venuto.
Probabilmente dormiva nel divano.
Non gliene frega più nulla di me ormai.
Mi sono dovuta smaterializzare in condizioni pietose al San Mungo.
Mi hanno fatto un incantesimo, e io mi sono addormentata.
Non ricordo nulla.
Ricordo che dopo aver dormito per quella che mi parve un'eternità, mi sveglia, e un'infermiera mi mise in braccio un fagottino.
Era Rose. La strinsi a me.
Mi diede una felicità che mi mancava da anni ormai.
Ron è arrivato dopo, e mi ha completamente ignorata, non mi ha chiesto come stavo, niente.
Mi ha preso dalle mani Rose, che è scoppiata a piangere.
Non lo conosceva e l'ha spaventata.
Ho sorriso, e anche lui l'ha fatto.
Un piccolo segnale di riavvicinamento che mi ha dato speranza.
Si deve essere finalmente accorto che io esisto.
"Hermione, tu sei una ragazza!"
"Però, che occhio!"
Mi disse qualche giorno prima del ballo del Ceppo.
Si era accorto di me, per la prima volta, anni fa.
Ho compreso subito le sue intenzioni.
Voleva invitarmi al ballo.
Ma tu avevi fatto prima, Viktor.
Me lo avevi chiesto il giorno stesso dell'annuncio del ballo.
Eravamo in biblioteca, e stavamo discutendo di trasfigurazione umana.
Ad un certo punto, tu cambiasti argomento.
"Herr-mioni, tu vuole venire al ballo con me?"
Mi prendesti alla sprovvista, perché io scoppiai a ridere, certa che tu scherzassi.
Ma non scherzavi. E io non ti avrei mai detto di no.
Mai.
Avresti dovuto la faccia di Ron e di Harry, quando li rifiutai entrambi, dicendogli che me lo aveva già chiesto un altro.
E avresti dovuto vedere le loro facce quando la sera del ballo, mi videro al tuo fianco.
Tu non le hai viste di certo, eri troppo occupato a guardare me.
Sai, quando ballammo io mi sentii teletrasportare in un mondo nuovo, fatto di felicità. C'eravamo solo io e te.
Non esisteva nulla all'infuori di noi.
Quando andai da Harry e Ron, un po' per farmi "perdonare", loro mi trattarono come un mostro.
Mi crollò il mondo addosso. Quel mondo che ci eravamo costruiti crollò.
Le loro parole mi ferirono profondamente.
Io scappai.
Scappai via.
Scusa.
Scusa, se ti ho lasciato con un palmo di naso.
Scusa, davvero.
Non volevo.
Ero fuori di me.
Mi perdonasti, quando il giorno dopo tornai da te.
Hai capito tutto quello che era successo.
Tu mi hai sempre capita. Hai sempre capito tutto di me.
Non come Ron. O come Harry.
Tu eri diverso, da loro, ma eri uguale, a me.
Anche Rose lo è.
Mi somiglia moltissimo.
Ha ancora pochi giorni, ma si vede benissimo che i suoi capelli saranno crespi come i miei.
Credo che gli saresti simpatico, è una bambina molto socievole e dolce.
Tua, Hermione
Mi manchi.

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