Partire con Drake è stata una delle esperienze più belle che io abbia mai fatto. E non saprei bene spiegarne il motivo, però ero davvero contenta che lui tenesse a me. Imparai ad apprezzarlo sul serio.
Facemmo un tour di quasi tutte le città di periferia che circondano Denver, comprando una maglietta oppure un cappellino per ognuna di queste. Scoprii che amava il football ma gli piaceva anche il basket, che ascoltava il mio stesso tipo di musica e che era stato a più concerti di me della mia band preferita. Sul momento ci rimasi piuttosto male, ma poi realizzai che avevamo moltissime cose in comune.«Your love will make you alone-, gridai cantando, con i piedi nudi fuori dal finestrino, -alone.»
Drake ridacchiò e mi diede una pacca sulla spalla.
«Scusa, ma è proprio necessario tenere il finestrino aperto? Si muore di freddo!- chiese confuso, -Poi vorrei proprio sapere come fai a stare in maniche corte, calzoncini e senza calze con questo tempaccio. Davvero, io ho bisogno di essere a conoscenza di questa informazione, perchè non riesco a capacitarmene. Sei fuori di testa Dreena.» sorrise.
«Non è colpa mia se non soffro il freddo. Cioè io ho freddo, ma mi piace sentire l'aria gelata addosso. Già, sono fuori di testa.» ammisi scrollandomi le spalle e calcandomi in testa un cappellino di Breckenridge.
«Non è che avresti degli occhiali da sole?» chiesi rivolgendomi verso di lui, che stava guidando.
«Per la verità, non ne ho idea, guarda in giro, nel cassettino forse.- rispose perplesso -perchè?»
«Mhm, nulla.» farfugliai mentre rovistavo nei vari scompartimenti, inutilmente. Quella macchina era un gabinetto a quattro ruote.
Dopo vari minuti li trovai e me li misi.
«Drake, preparati al freestyle più paraculo che tu abbia mai sentito.» sparai schiacciando gli occhiali sul naso e girando la visiera del cappello sulla nuca.
Tossicchiai per schiarirmi la voce e poi partii «Yo yo, sei pronto?» domandai sarcasticamente gesticolando in modo spropositato.
Lui scoppiò a ridere sonoramente.
«Sembri la persona più tamarra che io conosca, levati quella roba di dosso, sei meglio come rocker depressa, fidati. Il trucco sbavato e le occhiaie ti rendono incredibilmente sexy.- lo guardai stranita -Ti giuro!» esclamò convinto strabuzzando gli occhi e sbattendo le mani allegramente sul volante.
Mi guardò.
Sorrisi maliziosa e tolsi occhiali e cappello, mi leccai i polpastrelli degli indici e li feci passare dalle palpebre alle guance, sbavando tutto il nero. Scossi la testa per scompigliare i capelli e poi lo fissai socchiudendo gli occhi. Mi avvicinai al suo orecchio e lo vidi fissare la strada, stringere il volante e deglutire.
«Davvero mi trovi sexy?» sussurrai lievemente.
Lui si girò verso di me ed allungò un braccio dietro la mia testa. Si spostò sempre più vicino alla mia bocca e a fior di labbra mi disse pacamente: «No, era solo per farti togliere il cappellino di Breckenridge, è il mio preferito.» poi si staccò sorridendo soddisfatto e sventolandomelo in faccia.
Non sapevo cosa pensare.
«Sei uno stronzo!» gridai boccheggiando ed indicandolo con l'indice. Lui rise. Mi girai verso il finestrino e guardai fuori, puntando gli occhi sulla linea gialla al margine della strada. Mi aveva presa in giro.
«Ehy, piccola, scherzavo. Dreena, per favore, dai. Guardami.- disse. -Guardami.» disse una seconda volta, e suonò più come un ordine. Spazientita mi girai e borbottai; «Che vuoi?»
Mi prese il mento tra pollice ed indice e mi fissò negli occhi, facendomi rabbrividire.
«Sei sexy da morire, con qualsiasi cosa addosso. E se non mi credi, a questo non puoi che credere.» mi prese la mano e la mise sul cavallo dei suoi pantaloni.
Sì, mi trovava decisamente sexy.
«Capito?» inarcò il sopracciglio guardandomi. Sorrisi imbarazzata. Non sapevo se prenderlo come un complimento oppure come un segno di allarme.
Più passavano i giorni e più la regola Niente sesso durante il viaggio stava svanendo, come le foglie in una giornata autunnale ventosa. Spazzata via quasi del tutto. Ci lanciavamo continue frecciatine, mi mettevo a cercare cose inutili sui sedili posteriori, tanto per stuzzicarlo ad avere il mio sedere in bella vista. Una volta si era perfino slacciato la cintura dei pantaloni e mi aveva detto che l'avrebbe usata come frusta sul mio fondoschiena se non mi fossi seduta immediatamente.
Tutto quello che non volevo era rimanerci intrappolata, ed il passo per quello era il sesso. Non che noi non l'avessimo mai fatto, e soprattutto non che io lo trovassi brutto, affatto, ma era più che altro perchè stavo imparando a trattarlo come un amico ed a fidarmi di lui, non volevo mandare tutto a puttane perchè avevo voglia di farlo.Anche perchè sapevo che quella volta sarebbe stato completamente diverso.I giorni successivi furono più calmi e ci fermammo quasi un giorno intero a Georgetown. Non che io non avessi mai visto quei posti, non erano molto lontani da Denver, ma diciamo che non li avevo mai apprezzati come avrei dovuto, esattamente allo stesso modo in cui avevo fatto con Drake, e gli sono molto grata per avermi dato questa seconda opportunità.
«Dolce Dreena, sei pronta per tornare al caos di Denver?» mi chiese allegro.
Eravamo seduti sul cofano della sua auto, mentre guardavamo l'alba. Lui mi mise un braccio sulle spalle ed io mi appoggiai al suo petto.
«Se vuoi saperla tutta, non lo so. Queste due settimane sono state le migliori che io abbia mai passato, non so se sono pronta ad abbandonare tutto e tornare alla mia vita orrenda. Anche se devo dire che dormire in un letto mi manca parecchio!» aggiunsi ridacchiando.
«Già, viva i letti! Ora che so come si dorme in auto non sottovaluterò più la loro comodità.»
Parlò con voce calma, lievemente assonnata. Sentivo il profumo del bagnoschiuma del motel in cui eravamo stati il giorno prima, letti separati, ovviamente. Anche se ci eravamo andati molto vicini, fin troppo.
Mentre il sole sorgeva roseo ci rimettemmo in auto e percorremmo l'ora che separava Black Hawk da Denver. Avevo voglia di vedere Charlie, volevo raccontargli quello che mi era successo, del mio viaggio assurdo e di quanto mi fossi divertita. Dovevamo smetterla con quei litigi stupidi, ci tenevo veramente a parlargli e a sistemare il rapporto con lui. Tutto sembrava veramente andare per il meglio, una volta tanto.
Solo una questione mi lasciava ancora perplessa, una questione a forma di ragazzo.
Caro Mr.Mystery, sarei tornata presto, molto prima di quanto avresti potuto immaginare.Eeeee mi parte la ship
Ops
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Bianco come un angelo
Teen Fiction'Sbiancai all'istante. Non era possibile. Di nuovo lui. Mi perseguitava. Era ovunque ormai.' Dopo essere casualmente inciampata, Dreena continua a scusarsi fino a quando non si accorge della persona verso la quale sta balbettando. Lo fissa e poi sco...