Fiori d'arancio - parte 1

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Guardo fuori dalla finestra, il cielo non promette niente di buono. Se dovesse piovere? Se dovese perfino nevicare? È il giorno mio e di Marco oggi, il cinque di dicembre è arrivato velocemente, non ce ne siamo quasi resi conto. Alla fine siamo riusciti a sistemare ogni dettaglio e se manca qualcosa, faremo senza. Le cose essenziali sono pronte, non abbiamo bisogno di molto altro. Massaggio il mio ventre sporgente: questi due giovanotti stanno screscendo e mi fanno lievitare a vista d’occhio. Sono felice di potermi sposare prima della loro nascita, penso sia stata la decisione giusta.
Matrimonio. La moglie di Marco. La signora Rossini.
Devo prendere dei respiri profondi, altrimenti vomito. Ero quasi tranquilla fino a un secondo fa e ora comincio ad agitarmi. Mancano solo due ore alla cerimonia alla villa dei Rossini e io sto iper ventilando.
«Tesoro, sei pronta a indossare il vestito? Anna sarà qui fra poco per farti i capelli». Mia madre entra nella mia vecchia camera senza nemmeno bussare e per poco non mi viene un colpo.
Mugugno qualcosa di incomprensibile. Mi sta venendo la nausea e non so se sia colpa dei gemelli o dell’ansia. Ero nervosissima quando si è sposato mio fratello, ma ora lo sono decisamente di più. Stella, Marica e Luca hanno voluto dormire con me stanotte, non mi hanno lasciata sola nemmeno un istante. Mi è sembrato di tornare adolescente, quando facevamo i nostri pigiama party. Siamo rimasti svegli quasi tutta notte a parlare, io sono crollata verso le due, non riuscivo più a tenere gli occhi aperti e mi sono addormentata avvinghiata a Luca. Marica non ha più parlato con Michele dopo averlo lasciato, lui prova a cercarla ogni giorno, ma lei si nega. Non ha ancora fatto chiarezza nel suo cuore e non è certa di amarlo. Le manca tanto, ma piuttosto di commettere nuovamente un errore, preferisce estrometterlo dalla sua vita. Ha tagliato ogni genere di rapporto con Gioele, non ne vuole più sapere di lui, lo incolpa di tutto quello che è successo. Io non so che cosa pensare, non so cosa consigliarle, solo lei può sapere che cosa fare. Ho invitato Michele al matrimonio a sua insaputa, non mi avrebbe mai permesso di farlo altrimenti. Ho parlato di nascosto con lui ed era disperato. Sinceramente credo che quei due siano fatti per stare insieme, nonostante tutto quello che hanno passato. Marica è incompleta senza di lui. Mi auguro che non mi odierà, quando scoprirà che cosa ho architettato.
«Cucciolina mia». Luca viene nella mia direzione come una furia e mi avvolge in un abbraccio.
«Che succede?», gli chiedo ricambiando la stretta.
«Ora ti devi preparare e io non posso stare qui con te. Se te ne fossi dimenticata, io sono un uomo e non posso guardarti mentre ti prepari. Porta male e io non vorrei mai rovinarti il matrimonio. Aspetterò di sotto con tuo padre e tuo fratello, mi rosicchierò le unghie fino alla carne, finché tu non scenderai da quelle scale, bella come non mai. Ti assicuro che piangerò come una ragazzina e non mi vergognerò di farlo, non oggi!». Mi prende il viso tra le mani e mi bacia la punta del naso, ha già gli occhi lucidi e io sono prossima alle lacrime. «Rimarrai sempre la mia cucciolina bella, anche se stai per sposare un altro uomo. Rimarrai sempre la mia anima gemella».
Queste ultime parole le sussurra appena. Lascia andare il mio viso e mi stringe nuovamente a sé, baciandomi la fronte con affetto.
«Ti adoro», mormoro con il viso premuto contro il suo petto.
«Io di più», aggiunge lui in un sospiro.
Rimaniamo abbracciati a lungo. Solo l’arrivo di Anna ci fa staccare, anche se non avevo alcuna voglia di farlo, mi sentivo al sicuro tra le sue braccia.
«Come sta la nostra sposina?», domanda la parrucchiera con un sorriso rassicurante sulle labbra.
«Agitata», rispondo stringendomi nelle spalle.
Luca mi strizza l’occhio e sparisce, lasciandomi sola con la donna e mia madre, Stella e Marica entrano nella stanza un istante dopo.
«È normale, tesoro». Mi rassicura mia madre massaggiandomi dolcemente un braccio.
Stella si avvicina all’armadio e toglie il vestito dalla gruccia. «È ora di indossarlo».
Marica chiude la porta in modo tale che nessuno possa entrare. Io comincio a sudare freddo. Non credevo sarei stata tanto agitata il giorno delle mie nozze. Avrei dovuto immaginarlo, ma ero tranquillissima fino a ieri, l’ansia è arrivata tutta all’improvviso e mi toglie lucidità. Mi siedo sul letto e chiudo gli occhi, cercando di far tornare regolare il respiro.
«Non stai andando alla gogna, stai per sposare l’uomo della tua vita». Mi ricorda Stella inginocchiandosi davanti a me e prendendo entrambe le mie mani. «Respira a fondo e butta fuori tutta l’aria, andrà tutto bene, te lo garantisco».
Sono davvero felice di avere le mie migliori amiche qui con me oggi, non so se sarei stata in grado di farcela senza di loro.
«Dopo la cerimonia, arriverà la parte divertente, perciò resisti». Marica si siede al mio fianco e mi bacia la guancia, accarezzando il mio ventre con una mano.
Mia madre, nel frattempo, ha preso tra le mani il mio vestito e lo sta allungando nella mia direzione. Ho mandato lei a recuperarlo in boutique, non avevo alcuna intenzione di ritrovarmi di nuovo di fronte a quella Grazia da strapazzo. Avevo anche il terrore che potesse rovinare il mio abito, ma fortunatamente ha avuto la decenza di fare la professionista.
«Sarai la sposa più bella al mondo», dice la mia genitrice con le lacrime che le rigano il viso.
Mi ritrovo a singhiozzare senza rendermene conto. Stella mi asciuga gli occhi con un fazzoletto di carta e mi sorride, è abituata a prendersi cura di Eleonora, ora lo sta facendo con me. La abbraccio di slancio e mi lascio cullare dal suo affetto.
Mille lacrime dopo, decido di darmi una mossa. Non posso passare tutto il tempo a frignare, Marco non mi aspetterà per sempre. Va bene, questa è una cretinata perché sono certa che mi aspetterebbe in eterno, ma non per questo voglio fare tardi al mio matrimonio per colpa degli ormoni. Mi faccio aiutare dalle ragazze ad indossare il mio abito. Mi guardo allo specchio e le lacrime fanno di nuovo capolino agli angoli dei miei occhi. Nonostante il mio pancione pronunciato, il vestito mi sta alla perfezione. Continuo a sentire quel legame particolare con questo pezzo di stoffa che ho provato quando l’ho visto in negozio la prima volta. È stato lui a scegliere me. Sto battendo il mio record di lacrime oggi e non voglio guardare troppo il mio riflesso: i miei occhi saranno gonfissimi e rossi come un pomodoro!
Anna mi fa accomodare sulla sedia e comincia ad acconciarmi i capelli. Non volevo niente di troppo ricercato, volevo qualcosa che valorizzasse il mio viso ma con semplicità e l’avevo resa partecipe di questo mio desiderio l’ultima volta che sono stata da lei con mia madre. Mi fido di lei e so che esaudirà la mia richiesta. Quando finisce con i capelli, si dedica con pazienza al trucco. Normalmente spettegola in continuazione con mia madre, ma oggi sono entrambe piuttosto silenziose. La signora Boissone è particolarmente agitata, molto più di quando si è sposato il suo unico figlio maschio.
«Mi raccomando, piangi il meno possibile ora». Anna mi guarda attentamente, ritoccando qualche piccolo particolare che non la convinceva. «Ecco, ora sei perfetta».
Non ho voluto guardarmi mentre faceva magie su di me e, quando mi giro verso lo specchio, mi porto una mano alla bocca, evitando di togliermi il rossetto. Ha fatto davvero dei miracoli e mi trattengo per non ricominciare a piangere come una fontana. Mi ha appena raccomandato di non farlo, non posso disobbedire un secondo dopo.
«Bambina mia, sei bellissima», esclama mia madre scoppiando in lacrime un istante dopo.
«Mozzerai il fiato a Marco, questo è certo», commenta Marica con gli occhi lucidi. Anche lei si sta trattenendo per non piangere a dirotto.
Stella, invece, non si trattiene e si soffia rumorosamente il naso su un fazzoletto. «Sei semplicemente divina».
Prendo dei respiri profondi, ormai non faccio altro oggi, e cerco di darmi un contegno. Mia madre mi porge il bouquet di piccoli tulipani bianchi, lo tengo stretto tra le mani che tremano vistosamente.
Inspira, espira, inspira, espira. Posso farcela, devo farcela! 
Scendiamo di sotto, io me ne sto per ultima nella fila, sono lenta a fare i gradini con questo pancione e le caviglie gonfie. Non so nemmeno come sono riuscita a indossare queste scarpe bellissime con il tacco. Per fortuna non è altissimo, altrimenti avrei rischiato di farmi davvero molto male se fossi accidentalmente scivolata. Quando incontro gli occhi di mio padre, noto tutta la sua emozione.
«La mia bambina sta per sposarsi», farfuglia sommessamente.
Luca mi raggiunge al volo e mi prende le mani, facendomi ruotare su me stessa per potermi guardare a trecentosessanta gradi.
«Cucciolina mia, farai venire un infarto al tuo pezzo di manzo, puoi starne certa!», esclama posandomi poi un delicato bacio sulla guancia.
«Sere, sei bellissima». Mio fratello mi reclama allargando le braccia e io mi fiondo all’istante al loro interno. «Sono così orgoglioso di te. Ti voglio un bene dell’anima».
Alessandro non è mai stato così esplicito prima d’ora, poche volte ha detto di volermi bene, me lo ha sempre dimostrato con i gesti, come mio padre. Questo giorno rimarrà nella storia per moltissimi aspetti e questo è sicuramente uno che non dimenticherò mai per il resto della mia vita.
«Te ne voglio anch’io, tantissimo», gli dico sorridendogli nel staccarmi da lui.
Tutti i miei parenti si sono riuniti intorno a noi e stanno ammirando la mia figura tonda avvolta in questo abito bellissimo. Stella si accosta a me e mi copre le spalle con la mantellina che abbiamo preso per coprirmi almeno un po’, non posso andare in giro mezza nuda con la temperatura che c’è all’esterno. Una delle cose positive di questa gravidanza è che soffro meno il freddo, perciò non mi spaventa uscire vestita in questo modo.
Jonathan, il cugino fotografo di Paolo, ci ha raggiunti qua per fare qualche foto a me e alla mia famiglia prima di andare alla cerimonia. Facciamo partire tutti i parenti, mentre sistemiamo questi ultimi dettagli. I miei tre testimoni non potevano assolutamente mancare nelle foto di rito, noi quattro saremo sempre inseparabili.
Sono già stremata ancora prima di raggiungere la tenuta dei Rossini, non ho più la resistenza di una volta. Mi stanco con una velocità impressionante e credo che più passeranno le settimane, peggio sarà. Luca mi porterà con la berlina di Alex, era l’unico ad avere una macchina abbastanza decente e capiente per me e il mio pancione. Mio padre sale con me, sarà lui ad accompagnarmi da Marco, come da usanza. Sono emozionata all’idea di camminare sotto braccio a lui, mentre fisso imbambolata il mio uomo che mi aspetta all’altare. Okay, non sarà un vero e proprio altare, ma va bene lo stesso. Non ho alcuna esigenza di sposarmi in chiesa, non importa chi celebrerà il nostro matrimonio, l’importante è sposare l’amore della mia vita e padre dei figli che porto in grembo.
Il silenzio in questa macchina è opprimente, ma nessuno ha il coraggio di dire una sola parola, nemmeno Luca. Siamo tutti super agitati e io sto cercando in ogni modo di rimanere calma, anche se è praticamente impossibile. Chiudo gli occhi, cercando di controllare il respiro. Mio padre mi prende la mano e la tiene stretta fra le sue. Muove ritmicamente una gamba, non riesce a stare fermo. La sua bambina si sta per sposare e lui ha una paura esagerata, non riesce a nascondermelo. Gli bacio la guancia barbuta: ho voluto io che non si rasasse, mia madre stava dando nuovamente di matto, ma a me piace con un po’ di barba. Il matrimonio è il mio e mia madre non ha insistito più di tanto. Mai mettersi contro di me, soprattutto da quando sono incinta.
Procediamo lungo il viale tra i vigneti che porta alla villa della famiglia Rossini e l’ansia raggiunge livelli assurdi, peggiora quando varchiamo il grande cancello.
«Tranquilla». Mio padre mi stringe la mano, cercando di rassicurarmi.
Ci sono macchine parcheggiate ovunque, ma hanno lasciato libero il passaggio per l’auto della sposa. Luca si ferma proprio davanti un grande telone bianco. Ci sono dei fiori ad abbellirlo tutt’intorno. La signora Rossini ha fatto le cose in grande per il ricevimento. Marco mi sta aspettando davanti a uno dei tanti vigneti. C’è un arco decorato con una infinità di fiori bianchi, nel mezzo c’è lo zio del mio uomo, pronto a unirci in matrimonio. Gli invitati sono tutti in piedi, stanno aspettando solo me. Non riesco a distinguere tante facce, l’unica persona che vedo in questo momento è lui, l’uomo che sta per diventare mio marito. È bellissimo nel vestito che ha scelto per l’occasione, anche se su di lui starebbe bene qualsiasi cosa. Il suo sorriso è talmente luminoso mentre posa lo sguardo su di me, che non posso far altro che sorridergli a mia volta. I nostri occhi sono incatenati tra loro e il mio cuore sta scoppiando di gioia. Tutta la mia paura, tutta la mia ansia è sparita, lasciando posto a una gioia esagerata. Quando mi ritrovo davanti a lui, capisco davvero che è lui l’uomo con il quale voglio invecchiare, l’uomo che amerò fino alla fine dei miei giorni, finché morte non ci separerà.
 
 

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